domenica 28 settembre 2014

I conflitti raccontati dalle donne



di Monica Macchi

 

E’ un dato innegabile che le donne abbiano raccontato la guerra, sia come giornaliste che come fotografe, a partire dalla secessione americana, ma come? Portando le loro specificità consolidando così un’ottica di genere oppure no? Questo è stato il tema di una tavola rotonda che si è tenuta il 24 settembre scorso, a Milano, presso l'Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) dedicata, appunto, ai conflitti raccontati dalle donne.

Da un punto di vista storico, come sottolineato da Valeria Palumbo, la partecipazione delle donne alla Prima Guerra Mondiale ha portato a un enorme cambiamento in quanto si è smesso di declinare il concetto di violenza in termini eroici. Attualmente, invece, la presenza delle donne permette una maggiore accessibilità alla componente femminile: per esempio, Lucia Goracci ha raccontato un episodio accaduto a Misurata, in Libia, in cui era l’unica giornalista e l’unica che ha potuto realizzare interviste perché gli uomini hanno concesso l’autorizzazione a parlare solo auna giornalista donna con un'altra donna. Tra donne, infatti, è sicuramente più facile entrare in confidenza e raccogliere storie.

Ma il vero discrimine sta nella scelta delle all-news perché gli aggiornamenti costanti portano a inseguire la cronaca e a non approfondire le conseguenze e l’impatto sulla quotidianità dei civili e sui diritti acquisiti; e del resto quando la crisi si cronicizza i media italiani latitano...forse perchè mentre sempre più donne vanno sui fronti di guerra, a capo delle redazioni ci sono sempre e comunque uomini ?!?