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mercoledì 28 maggio 2014

E dopo le elezioni cosa succederà?



Si sono concluse le votazioni per eleggere i rappresentanti dei vari Stati presso il parlemento europeo: conosciamo i risultati dei partiti in Italia e all'estero e possiamo farci un'idea generica della situazione.

Ma noi vogliamo ricordare i programmi sul tema dell'immigrazione dei partiti che sono stati più votati dai cittadini italiani durante le elezioni di domenica 25 maggio 2014...tra promesse, slogan e minacce.

Renzi ha scritto “I progressisti europei hanno il compito di dare un segno diverso all'UE sulle politiche di immigrazione e asilo e su quello della politica euromediterranea”, sottolienando che la diversità sia una ricchezza e che l'Europa debba essere il continente, geografico e politico, della solidarietà e dell'integrazione. Le proposte, a tale riguardo, sarebbero quella di trasfromare Frontex (l'organismo che si occupa della gestione delle frontiere esterne) in un corpo europeo comune a tutti gli Stati membri per sollevare l'Italia dall'essere la prima, e l'unica, a fronteggiare il problema dei flussi migratori. E, come seconda proposta, è prevista quella di trovare accordi con i Paesi da cui provengono i migranti attraverso il sostegno ai processi di democratizzazione e di sviluppo economico e sociale. Infine, il PD prevede, per gli immigrati già arrivati in Italia, la definizione di politiche comuni per l'inserimento nel mondo del lavoro e dello studio e “l'estensione dell'accesso alla cittadinanza per i bambini nati in Europa da genitori stranieri (lo ius soli europeo) o per i residenti di lunga durata”.

Molto articolato il programma, sempre in tema di migrazioni, del partito L'altra Europa per Tsipras: secondo il testo, di quattro pagine, “ l'Europa deve diventare uno spazio culturale aperto, con un'identità plurale e dinamica, capace di fondare le relazioni tra gli stati membri e con i paesi terzi sul reciproco rispetto, sul riconoscimento dele specifiche diversità culturali, sulla promozione delle libertà e dei diritti fondamentali, sul mantenimento della pace tra i popoli, sulla garanzia del principio di uguaglianza, sul rifiuto di goni forma di discriminazione, sul ripudio della xenofobia e del razzismo”. Questo sul piano teorico. Sul paino pratico, la lista Tsipras ha aderito alla campagna “L'Europa sono anch'io” che prevede dieci punti importanti: ratifica della convenzione sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, diritto di voto amministrativo ed europeo, riforma della cittadinanza europea, dirittio di arrivare legalmente in Europa, politiche migratorie aperte agli immigrati per il loro inserimento nel mondo del lavoro, libertà personale e chiusura dei CIE, diritto ad un'accoglienza dignitosa, parità di accesso ai sistemi welfare, lotta contro il razzismo e la xenofobia, tutela dei diritti dei minori.
Di tutt'altro avviso la Lega Nord. Matteo Salvini ha detto: " Crediamo che il futuro nella gestione dell'immigrazione dovrà passare per una più stretta collaborazione tra le forze di polizia e le unità addette a prevenire l'immigrazione illegale degli Stati membri che sono in prima linea e sono più colpiti dal problema, senza però l'ingerenza di Bruxelles". Insiste, quindi, sulla soluzione "militarista" e sul ripristino del reato di immigrazione clandestina.
Insomma, si stanno cerando nuovi equilibri in Italia e nel resto d'Europa e noi terremo monitarata la situazione.



Intanto ripubblichiamo l'intervento del fotografo Mauro Prandelli che, durante un icnonrto pubblico organizzato da Associazione per i Diritti Umani, ci ha parlato approfonditamente di Frontex.


martedì 18 giugno 2013

L'iran e le elezioni



In Iran qualcosa sta cambiando. Nella giornata di venerdì 14 giungo sono state aperte le urne per votare il nuovo presidente che, in realtà, ha un potere relativo in un Paese in cui il vero capo è la Guida suprema. Ma ci sono un paio di segnali positivi.
Innanzitutto, l'affluenza è stata del 70%: un buon risultato, ottenuto grazie anche ai ripetuti appelli che i sei candidati hanno fatto ai cittadini per incitarli a recarsi a votare e, probabilmente, grazie anche al fatto che gli elettori hanno potuto esprimere la loro preferenza anche all'estero (i seggi sono stati allestiti a Dubai, a Londra e negli Stati Uniti; e si deve considerare che l'Iran non autorizza la presenza di osservatori esterni).
In secondo luogo, sembra essere in testa, nei risultati parziali, il candidato moderato-riformista Hassan Rohani, 64 anni, l'unico religioso fra gli altri candidati laici, che veramente laici non sono. Rohani avrebbe superato la soglia assoluta, con il 50,4, al termine dello scrutinio in più di un quinto dei seggi: questo è ciò che emerge dai dati diffusi dalle reti della Tv di Stato iraniana.
Interessante ricordare che, il fulcro tematico su cui si è svolta la campagna elettorale, riguarda il nucleare e le possibili sanzioni e che, anche su questo punto, la popolazione ha epresso chiaramente la propria posizione: il nuovo presidente e il suo establishment dovranno cambiare politica.
Le code ai seggi nelle principali città, in particolare a Teheran e a Mashad, e il primo risultato elettorale fanno sperare in una rinascita del movimento riformista, a distanza di quattro anni dall' “onda verde” sulla quale il governo attuò una durissima repressione.