Human
Rights Watch
(HRW)
ha
denunciato
che
al suo direttore esecutivo
Kenneth
Roth
e alla direttrice del
Medio
Oriente
Sarah
Leah
Whitson
è
stato
vietato
di entrare
in
Egitto,
dove
avrebbero dovuto
riferire
sulla
sanguinosa
repressione
dei
sostenitori
del
presidente
islamista
Mohamed
Morsi,
avvenuta il 14 agosto del 2013: il visto è stato negato per “motivi
di sicurezza”. Ma Kenneth Roth aveva scritto il giorno prima in un
tweet “Il
risultato
del
massacro
di
Rabaa
è
paragonabile a quello di Piazza
Tiananmen
in Cina e a quello di
Andijan,
in Uzbekistan”. Non ci sono ancora numeri certi ma le stime più
attendibili parlano di 1.400
uccisi
tra i sostenitori dei Fratelli Musulmani nei raduni
di
Rabaa
al-Nahda
Adawiya,
e di oltre
16.000 imprigionati molti dei quali condannati
a
morte in
processi
di massa
definiti
dalle
Nazioni Unite come
“senza
precedenti
nella
storia
recente”.

"...Non si potrà avere un globo pulito se gli uomini sporchi restano impuniti. E' un ideale che agli scettici potrà sembrare utopico, ma è su ideali come questo che la civiltà umana ha finora progredito (per quello che poteva). Morte le ideologie che hanno funestato il Novecento, la realizzazione di una giustizia più giusta distribuita agli abitanti di questa Terra è un sogno al quale vale la pena dedicare il nostro stato di veglia".
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martedì 2 settembre 2014
lunedì 14 luglio 2014
Una poesia di Paul Polansky per riflettere sull'attualità
Paul
Polansky, nel 2002, è stato invitato a tenere una conferenza presso
l'Università di Tel Aviv; in quell'occasione ha voluto conoscere il
più possibile della città, del Paese e dei suoi abitanti e ha
scritto una serie di poesie raccolte nel testo intitolato Bus
ride in Jerusalem.
Poeta,
fotografo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un
personaggio mitico per il suo impegno a favore delle popolazioni
Rom.
Le sue raccolte di poesie "Living Through It Twice", "The River Killed My Brother", e "Not a refugee" descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi, albanesi ed altri contro quelle popolazioni.
Ha anche svolto studi accurati sui campi di concentramento nazisti nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom.
Attualmente dirige alcuni progetti di aiuto e salvaguardia di queste popolazioni nel Kosovo e in Serbia.
Nonostante egli debba la sua fama mondiale alle sue battaglie a tutela dei Rom kosovari, Polansky è anche un prolifico ed apprezzato romanziere e poeta, che riesce a fondere, nei suoi scritti, l’esperienza di sessantasette anni vissuti intensamente e l’impegno a salvaguardia di una cultura gitana che lo ha toccato nel profondo e che la civiltà occidentale tende a sopprimere.
Nel 2004 Polansky è stato insignito del prestigioso Human Rights Award della città di Weimar, in Germania.
Le sue raccolte di poesie "Living Through It Twice", "The River Killed My Brother", e "Not a refugee" descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi, albanesi ed altri contro quelle popolazioni.
Ha anche svolto studi accurati sui campi di concentramento nazisti nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom.
Attualmente dirige alcuni progetti di aiuto e salvaguardia di queste popolazioni nel Kosovo e in Serbia.
Nonostante egli debba la sua fama mondiale alle sue battaglie a tutela dei Rom kosovari, Polansky è anche un prolifico ed apprezzato romanziere e poeta, che riesce a fondere, nei suoi scritti, l’esperienza di sessantasette anni vissuti intensamente e l’impegno a salvaguardia di una cultura gitana che lo ha toccato nel profondo e che la civiltà occidentale tende a sopprimere.
Nel 2004 Polansky è stato insignito del prestigioso Human Rights Award della città di Weimar, in Germania.
Di
seguito pubblichiamo un poema che lo scrittore ci ha gentilmente
regalato (tratto dalla sua raccolta). Ringraziamo di cuore Paul
Polansky per questo omaggio e per questa riflessione.
In the
souk
In the
souk today,
I saw a
small Arab boy
steal a
plastic pistol.
He ran
down a crowded
cobblestone
lane
waving
the gun,
until an
Arab man
grabbed
him by throat
and took
the toy away
before
the Israeli soldiers
had a
chance
to shoot
him.
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mercoledì 30 ottobre 2013
Il premio Sakarov a Malala Yousafzai
Il
premio Sakarov a Malala Yousafzai
Torniamo
a parlare di Malala Yousafzai, la ragazza pakistana che viene dal
Pakistan. Tra il 2007 e il 2009 la sua regione di origine, quella
della valle dello Swat, è stata controllata dai talebani che hanno
imposto una dura legge islamica e la chiusura delle scuole. Nel 2008
Malala pronuncia un discorso pubblico sul diritto all'istruzione e,
un anno dopo, sotto pseudonimo, attiva un blog sul sito della Bbc. In
seguito lei e suo padre, anche lui attivista, partecipano a numerosi
documentari e video e la sua identità viene svelata. Nel 2012 la
ragazza subisce un attentato: le sparano alla testa mentre si trova
sull'autobus che la conduce da scuola a casa. “Diffonde idee
occidentali”, questa la dichiarazione del leader del gruppo che ha
tentato di ucciderla: ma Malala è viva. E' stata operata prima a
Peshawar e poi a Londra.
Malala
Yousafzai è diventata un simbolo: della libertà e dei diritti. A
febbraio scorso il partito laburista norvegese ha appoggiato la sua
candidatura al Nobel per la Pace; da poco è stata premiata come
“ambasciatrice di coscienza” da Amnesty International e la scorsa
settimana ha ricevuto anche il prestigioso premio Sakarov, che le
verrà consegnato il prossimo 20 novembre.
Il
Premio Sakarov prende il nome dallo scienziato e dissidente
sovietico, Andrei Sakarov, ed è stato istituito nel 1988 dal
Parlamento europeo per onorare proprio le persone che dedicano la
propria vita alla difesa dei diritti umani e l'eurodeputato ALDE,
Andrea Zanoni, ha spiegato il motivo dell'assegnazione del premio a
Malala: “ Malala Yousafzai ha sfidato il regime talebano nel
distretto di Swat, in Pakistan, con la sua battaglia per i diritti
delle donne a ricevere un'adeguata istruzione. A simili donne va la
riconoscenza dell''Europa per aver condotto una battaglia così
fondamentale per tutte le donne del mondo. Grazie al suo coraggio e
alla sua forza, migliaia di donne in Pakistan hanno raggiunto una
maggior consapevolezza dei propri diritti e dell'importanza di
ricevere un'istruzione”.
Malala è
protagonista anche di una bella mostra dell'artista Marcello Reboani,
inaugurata a Lecce il 25 ottobre - presso il Must – dopo il debutto
a Firenze e che sarà allestita nel Salento fino al 26 novembre.
Il
titolo: “ Ladies for human rights”. Curata da Melissa Proietti -
in collaborazione con Rfk Center for Justice and Human Rights Europe
- il percorso si snoda in 18 ritratti materici, in tecnica mista, di
figure femminili che, nel corso del tempo, hanno operato per
l'affermazione e la tutela dei diritti umani, sociali e civili di
tutte e di tutti. Tra le donne rappresentate: Madre Teresa di
Calcutta e Annie Lennox, Rita Levi Montalcini e Lady Diana, Maria
Montessori e Audrey Hepburn. Le più giovani, Malala e Anna Frank,
rappresentano il valore didattico dato all'iniziativa che si rivolge
a tutti, ma in particolar modo, agli studenti per sensibilizzarli sui
temi dei diritti umani.
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