martedì 19 novembre 2013

Gihèn Ben Mahmoud: parlare di argomenti seri con tanta ironia

Gihèn Ben Mahmoud è una fumettista tunisina, da anni residente a Milano, che ha deciso di darsi anche alla scrittura di un romanzo, con tanta ironia e lucidità.
A partire dal titolo, che è un gioco di parole: Extra comunitaria. Diario della prima vera araba, pubblicato come e-book, in cui racconta le vicende di Imen - anche lei immigrata dalla Tunisia nella città meneghina - alle prese con le proprie storie d'amore, di quotidianità e di appartenenza a due mondi, così diversi, così simili.



Abbiamo rivolto alcune domande a Gihèn Ben Mahmoud che ringraziamo.

Il suo è un romanzo che permette di fare molte riflessioni sulla vita reale...E' una storia in parte autobiografica ?

Si. In parte. Di certo è troppo presto per scrivere una biografia! Ma prende spunto da fatti anche accaduti realmente, sia di cronaca che di percorso. Le riflessioni che ci sono, penso siano semplici e ragionevoli. E’ il racconto di una vita come tante altre, con il bello e cattivo tempo. Le esperienze che fanno male e quelle che rendono più forti. Forse l’unica differenza è che l’insieme è visto attraverso gli occhi di una persona ‘esterna’, di cultura e background culturale diverso. Una persona che osserva attenta il mondo e i vari personaggi che incontra. E come siano cambiati, evoluti o regrediti. Una persona che viene anche da una realtà un po’ difficile e si ritrova a cercare il riscatto, nonostante la situazione italiana non sia idilliaca. Senza farsi illusioni e le solite lacrime da versare quando si parla di “clandestini”.


Simpatico il gioco di parole del titolo: cosa è cambiato nel suo Paese dopo la cosiddetta “primavera araba” ?

Si, l’idea del titolo era proprio ironica e l’avevo pensata per tanto tempo prima di osare utilizzarla: EXTRA-comunitaria – diario della prima vera araba.
Ma questa primavera in realtà ha cambiato molte cose e ha fatto venire a galla la corruzione pazzesca che ha instaurato il regime caduto di Ben Ali. E che continua con i suoi successori. E’ cambiato chi governa, ma la mentalità oramai è quella che è. Forse ci vorrà una svolta o una seconda rivoluzione. In atto ci sono tentativi per ottenere le dimissioni del governo provvisorio attuale. Ma ancora non si vedono risultati concreti. E l’economia è in grave pericolo.

Quali sono le manifestazioni più evidenti dell'islamizzazione in Tunisia? Ma ci sono segnali anche di laicità nel Paese?

Sto scrivendo sull’argomento, perché lo trovo molto sensibile e addirittura allarmante. La Tunisia, per anni, è stata un Paese quasi laico, moderno. La religone non era mai messa in questione perché eravamo a maggioranza musulmana. La società non si era mai prima di ora posta la questione sulla sua identità religiosa. I tunisini sono cresciuti per decenni come secolari. Abbiamo festaggiato, fatto scuola insieme ai ragazzi, nonostante rimaniamo sempre una società tradizionalista, patriarcale e conservatrice. Lavoriamo con gli uomini, e non abbiamo divieti assurdi come in altri Paesi musulmani. Viviamo senza complessi la modernità, in molti piccoli aspetti quotidiani e non ci siamo mai posti un problema, fino a quando non è crollato il controllo della polizia.
L’islam politico esisteva da sempre, ma mai come oggi ha preso piede in Tunisia e Egitto. E specialmente in Tunisia. Per chi conosce bene il mio Paese… tutto è cambiato. Anche le facce delle persone per la strada, il loro abbigliamento, le abitudini. Faccio fatica oggi a riconoscere un posto dove sono cresciuta e ho vissuto per ben 24 anni!
I laici in realtà ci sono. O almeno, si dichiarano musulmani moderati. Ma se muore la cultura, l’unica risorsa che rimane al popolo è l’Islam, la religione mischiata alla politica in piccole pillole, come nel Medioevo fu per la Chiesa. Controllo assoluto di tutti gli aspetti della vita quotidiana. Le moschee da luoghi di culto stanno diventando scuole, centri per incontri, attività politica, discorsi, raccolta voti… e alcune volte azioni contro la legge.


Qual'è, oggi, la condizione femminile in Tunisia e le donne sono consapevoli della possibilità di un cambiamento?

La condizione femminile è precaria. Non chiara. Per fortuna a livello legislativo e costituzionale non è cambiato ancora nulla. Le leggi di Bourguiba per le donne e la famiglia continuano ad essere in vigore. Ma la loro pratica è difficile. Specie se sono le donne stesse ad ignorare i loro requisiti, o addirittura, a rinunciare ai propri diritti. Penso che le donne tunisine siano molto più consapevoli, coraggiose e di grandi vedute degli uomini. Nonostante tutto. Le donne hanno costruito la Tunisia. Le donne hanno fatto tanta strada con i loro sogni e le loro speranze anche se oggi alcune di loro, purtroppo, sono dirottate verso delle battaglie sbagliate. Ma chi ha sempre richiamato dignità, rispetto e vita migliore era la donna. Dalla più colta alla semplice contadina.

Cosa direbbe Imen, la protagonista (sempre molto ironica) del suo romanzo, agli uomini tunisini e anche a quelli italiani?

Gentili Signori all’ascolto… leggete questo piccolo libro, saggio (ma non troppo) di una bella addormentata che non cerca il bacio di un principe per svegliarla, ma si accontenta anche di un buon caffè all’italiana.. Forse vi sarà più utile di quanto non crediate!
Ho anche distribuito qualche consiglio a destra e a sinitra per chi non riesce ancora a capire e si chiede: “perché in Amore va sempre tutto storto?”

Perchè lei ha scelto l'Italia come nuova patria?

Ho avuto un rapporto di lunga data con l’Italia, prima anche di visitarla. Nel libro ne parlo molto e a lungo. E’ legato principalmente alla mia infanzia e giovinezza. E ho raccontato nel romanzo alcuni aneddoti reali su questo bel paese, che quasi mi ha stregata. Io mi ero innamorata dell’Italia… e come si sa, l’amore è cieco, e al cuore non si comanda!

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