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domenica 29 marzo 2015

Il messaggio di Alexis Tsipras per i partecipanti al World Social Forum





Dear friends and comrades,

Fourteen years ago, at the beginning of the new millennium, the World Social Forum came to the fore as the response of the people to the globalization of the markets. It was deliberately meant as versatile meeting of movements, trade unions and associations from around the world, looking for progressive solutions to global problems: poverty, social inequality, lack of democracy, racism, environmental destruction, and absence of economic and social justice. By using dialogue among equals, as well as horizontal processes, it provided proof that social forces from different parts of the world, which may be militant against different problems, can still converge around common goals and so formulate an alternative vision and blueprint for the planet. With values like these, condensed in such slogans as "people before profits" and "another world is possible", the World Social Forum was the space in which ideas and modes of action were born and grew which would eventually question the global neoliberal supremacy.

Our common responsibility to build a different prospect for the world is much greater these days, at a time that blind fanaticism, violence and social regression appear as alternative perspectives before the menacing force of the markets. Such were the motives behind those who, just the other day, spread death and fear in Tunis. The movements ought to block decisively the way to them by winning the hearts and minds of the poor and the oppressed. Neither the combination of fanaticism and intolerance, nor that of fascism and racism can open any new way for the future. The world will move ahead only thanks to democracy, respect for rights, solidarity and common struggles.

Dear friends,

As you know, Greece has for some time now been on a collision course with the tenets of neo-liberalism. Faced with the disastrous policy of austerity and extortion by the markets, our people is determined to defend democracy, the welfare state, public goods and the right to an adequately paying job. We offer a fight for life, dignity and social justice, all within a struggle to orient the economy towards the needs of society, instead of society towards the needs of the economy and sheer financial profit.

Our horizons are not limited by the boundaries of our own country. They extend across all of Europe. We know that on our footsteps other people are following too, determined to use the power provided by democracy to make the world more just and the future more bright. The front that will clash with the current balance of power in Europe is already being formed and it becomes stronger every day.

We know that these developments will be discussed this year during the proceedings of the World Social Forum in Tunis. We know that a key consideration is the all-round support to Greece, but also to all the people fighting for a historic change in Europe and throughout the world. This is why Greece is sending today to those who participate in this year's Forum, a greeting of optimism, strength and determination. Using solidarity as their weapon, the people will win!

Alexis Tsipras

Cari amici e compagni,
quattordici anni fa, all'inizio del nuovo millennio, il Forum Sociale Mondiale è venuto alla ribalta come la risposta del popolo alla globalizzazione dei mercati. E 'stato volutamente inteso come incontro versatile di movimenti, sindacati e associazioni di tutto il mondo, alla ricerca di soluzioni innovative a problemi globali: la povertà, la disuguaglianza sociale, la mancanza di democrazia, il razzismo, la distruzione ambientale, e l'assenza di giustizia economica e sociale. Utilizzando il dialogo tra uguali, così come i processi orizzontali, ha fornito la prova che le forze sociali provenienti da diverse parti del mondo - che possono combattere i diversi problemi - possono ancora convergere intorno ad obiettivi comuni e quindi formulare una visione alternativa e un progetto per il pianeta . Con valori come questi, condensati in slogan come "le persone prima dei profitti" e "un altro mondo è possibile", il Forum Sociale Mondiale è lo spazio in cui le idee e le modalità di azione sono nate e cresciute, lo spazio dove mettere in discussione la supremazia globale neoliberista.
La nostra responsabilità comune per costruire una prospettiva diversa per il mondo è molto più grande in questi giorni, in un momento in cui il fanatismo cieco, la violenza e la regressione sociale appaiono come punti di vista alternativi alla forza minacciosa dei mercati. Queste erano le motivazioni che stavano dietro coloro che, proprio l'altro giorno, hanno diffuso la morte e la paura a Tunisi. I movimenti dovrebbero bloccare decisamente la loro strada, vincendo i cuori e le menti dei poveri e degli oppressi. Né la combinazione di fanatismo e intolleranza, né quella del fascismo e del razzismo sono in grado di aprire qualsiasi nuova strada per il futuro. Il mondo si muoverà avanti solo grazie alla democrazia, al rispetto dei diritti, della solidarietà e con le lotte comuni.


Cari amici,
Come sapete, la Grecia è da tempo ormai in rotta di collisione con i principi del neo-liberismo. Di fronte alla disastrosa politica di austerità e di estorsione da parte dei mercati, il nostro popolo è determinato a difendere la democrazia, lo stato sociale, i beni pubblici e il diritto a un lavoro adeguatamente pagato. Offriamo una lotta per la vita, la dignità e la giustizia sociale, il tutto in una lotta per orientare l'economia verso le esigenze della società, invece della società verso i bisogni dell'economia e il puro profitto finanziario.
I nostri orizzonti non sono limitati dai confini del nostro paese. Si estendono in tutta Europa. Sappiamo che sui nostri passi altre persone ci stanno seguendo, decise a usare il potere fornito dalla democrazia per rendere il mondo più giusto e un futuro più luminoso. Il fronte con cui si scontrerà l'attuale equilibrio del potere in Europa è già in forma e diventa ogni giorno più forte.
Sappiamo che questi sviluppi saranno discussi quest'anno durante i lavori del Forum Sociale Mondiale a Tunisi. Sappiamo che una considerazione chiave è il supporto a tutto tondo per la Grecia, ma anche a tutte le persone che lottano per un cambiamento storico in Europa e in tutto il mondo. Questo è il motivo per cui la Grecia sta inviando oggi, a coloro che partecipano quest' anno al Forum, un saluto di ottimismo, forza e determinazione. Utilizzando la solidarietà come arma, il popolo vincerà!


Alexis Tsipras

giovedì 26 febbraio 2015

La Grecia, l'Europa e noi: intervista a Margherita Dean, giornalista greca




 


L'Associazione per i Diritti Umani ha posto alcune domande alla giornalista Margherita Dean, che vive e lavora ad Atene, per capire con lei cosa sta accadendo in Grecia, dopo le lezioni di Alexis Tsipras, e quale può essere l'apporto del nuovo governo per l'Europa e, quindi, anche per l'Italia.

Ringraziamo moltissimo Margherita Dean per la sua disponibilità.




La Grecia ha attraversato una delle crisi più gravi degli ultimi tempi: quali sono le conseguenze per la popolazione?


Le conseguenze sono state: l'impoverimento, con tagli agli stipendi e alle pensioni, che sono arrivati fino al 40% sia nel settore privato sia in quello pubblico. Al momento lo stipendio minimo garantito, nel privato, è di 560 euro e il nuovo governo vorrebbe portarlo a 760 euro; inoltre, ci sono stati la deregulation dei contratti di lavoro e l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni e questo ha comportato l'allargamento della forbice tra ricchi e poveri. Nella sola Atene i nuovi “senza casa” sono 30mila e gli altri hanno dovuto mettere mano ai loro risparmi; è aumentata molto anche la pressione fiscale e l'ultimo caso è stato quello della tassa sulla prima casa (ENFIA) che ha considerato i valori catastali dell'immobile quando, invece, quei valori non hanno più alcun contatto con la realtà perchè, in alcuni casi, sono molto più alti rispetto al valore reale. C'è stato, quindi, un ribaltamento totale rispetto alla situazione pre-crisi.

La disoccupazione ha toccato il 27% e ora tenderebbe a stabilizzrasi sul 26% con gli under 256 che sono disoccupati in una percentuale di 65 su 100, senza contare i 300mila laureati che sono andati via dalla Grecia, in cerca di fortuna all'estero.



Ma c'è stata davvero una piccola ripresa?



E' una ripresa sulla carta, dovuta ai meccanismi di scrittura del bilancio. La ripresa si è vista nel settore turistico, ma se ci sono quei tassi di disoccupazione di cui abbiamo parlato prima, è improbabile parlare di ripresa. Non bisogna dimenticare poi che, stando agli accordi precedenti a quello dello scorso 20 febbraio 2015 con la Troika, la Grecia avrebbe dovuto presentare un avanzo primario determinato che strozza tutto il resto.
In Grecia, inoltre, non c'era una base produttiva solida di partenza: è sempre stata un'economia fatiscente, un po' di servizio, e questa è una distorsione come lo è anche quella dei cartelli che sembrerebbe che il nuovo governo voglia mettere al palo.



In che modo Tsipras può far cambiare direzione alla Grecia e all'Europa? 




Il nuovo governo sta andando una bozza di riforme strutturali, basate sulla lotta all'evasione fiscale e alla corruzione (che a un'impresa costa il 12%), sulla lotta ai cartelli e al contrabbando, soprattutto di carbuti. Un'altra misura sarebbe quella di rendere funzionale l'apparato pubblico e amministrativo. Infine, ma non meno importante, c'è da ricostruire lo Stato sociale, ma sarà difficile farlo senza i creditori. Gli intenti ci sono: per esempio, è nato il Ministero della Ricostruzione Produttiva, con cui il governo vorrebbe ripensare tutto il modello produttivo greco.

Per quanto riguarda l'Europa: la Grecia, all'inzio, era veramente sola. Negli ultimi tempi c'è stata una timida apertura da parte, ad esempio, di Francia e Italia, ma nessuno ha veramente ancora fiducia nel governo greco.

Secondo me bisogna sperare nella Commissione europea perchè Juncker, conservatore e profondamemte europeista, ha ammesso l'errore nella gestione della crisi greca. Ha, infatti, affermato: “Abbiamo lasciato fare la Troika” che è un organismo non istituzionale che, però, ha fatto politica, attuando imposizioni alla Grecia, senza un controllo. C'è anche una bella immagine che vorrei ricordare: la prima volta che Tsipras ha incontrato Juncker a Bruxelles, Juncker lo ha preso per mano...

Probabilmente tutti si stanno rendendo conto che se non si tratta con Tsipras, si finirà per trattare con Marine Le Pen.




Quali sono i motivi dell'alleanza con gli indipendenti greci e l'apertura verso Anel?


I greci erano già preparati a questo: in campagna pre-elettorale gli indipendenti hanno fatto addirittura uno spot pubblicitario con un trenino in cui il conducente era il piccolo Alexis, ma il capo degli Anel sarebbe stato quello che lo avrebbe supportato.

Anel è un partito di destra, ultranazionalista, ma il punto di contatto è la retorica, l'ideologia contro l'austerità (e lì si possono incontrare tutti).

A sinistra, Tsipras non trova nessuno perchè il Partito comunista ha commentato la riunione con l'eurogruppo allo stesso modo di Alba dorata, quindi c'è una chiusura totale.

In questa situazione il capo degli indipendenti ha ottenuto il Ministero della Difesa che è un ministero abbastanza isolato: è vero che c'è anche la Nato, ma il Ministro degli Esteri è appena stato in Russia e in Cina. Questo dimostra che la Grecia si sta muovendo e non dialoga solo con il resto dell'Europa. La posizione geopolitica della Grecia è importante (vedi Libia, Ucraina...) e questo dovrebbe far riflettere.








venerdì 9 gennaio 2015

Stiamoinsieme: per Hebdo





La strage di Parigi ci ha lasciati addolorati, sgomenti, arrabbiati. Tutti sentiamo il bisogno di reagire. Ricordiamo quello che il premier norvegese Stoltenberg disse dopo la strage di Utoya del 2011: “Reagiremo con più democrazia, più apertura e più diritti”.
Non vogliamo cedere alla paura e all’odio. Rifiutiamo la logica di chi divide il mondo in base alla religione, al colore della pelle, alla nazionalità. Rifiutiamo la logica di chi specula sulla morte per i propri interessi, alimentando una spirale di odio e violenza.

E’ il momento di stare insieme, di far sentire la voce di tutti quelli, e sono tanti, che di fronte alla morte e alla violenza rispondono con il dialogo, la solidarietà e la pratica dei diritti. Tutti quelli che non fanno distinzione tra le vittime di Utoya e Peshawar, di Baqa, di Baghdad e Parigi, nel Mediterraneo e a New York. Tutti quelli che credono che diritti, democrazia e libertà siano l’unico antidoto alla guerra, alla violenza e al terrore. Dove l’odio divide, i diritti possono unire.
Vi aspettiamo, sabato 10 gennaio, alle 15,30 in piazza del Duomo

Acli, Arci, Altra Europa Milano, Caim, Camera del Lavoro Milano, Emergency, Fiom Milano, Giovani Musulmani d’Italia, Partito Democratico Milano, Partito della Rifondazione Comunista Milano, Sinistra Ecologia e Libertà Milano (adesioni ancora in corso)





 (Da L'altra Europa Tsipras, ma non è una comunicazione politica. E' un'iniziativa che dovrebbe riguardarci tutti . Associazione per i Diritti Umani aderisce)