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martedì 15 dicembre 2015

Il carnevale dei truffati: il caso di Giuseppe Pinelli si riapre



In occasione dell'anniversario della strage di Piazza Fontana e dell'omicidio di Giuseppe Pinelli, l'Associazione per i Diritti umani vi segnala il seguente spettacolo, in scena presso il Teatro della Cooperativa di Milano, fino al 20 dicembre.
 
 
 
 
 
 
 
di Piero Colaprico | con Renato Sarti e Bebo Storti e in video Paolo Rossi
regia Renato Sarti
Dopo il grande successo della scorsa stagione torna il testo scritto da Piero Colaprico, Il carnevale dei truffati, regia Renato Sarti.
Un dio ironico e anticonvenzionale (Paolo Rossi, in video) decide di rispedire il commissario Luigi Calabresi e l’anarchico Giuseppe Pinelli (Bebo Storti e Renato Sarti) sulla terra, ai giorni nostri, a Milano. Il risultato? Un confronto surreale e grottesco su "chi eravamo" e su come sia stato possibile cadere così in basso.


Biglietti a 10 euro...

domenica 13 dicembre 2015

CHIUDE il campo Rom di Via Idro a Milano


NON MANCATE, come si dice. Anche se la coloratissima locandina prosegue proclamando E’ L’ULTIMA OCCASIONE PER VISITARE IL CAMPO ROM DI VIA IDRO.

Anche questo si dice, pur di richiamare l’attenzione e (mi raccomando!) la presenza.

O forse si tratta di scaramanzia: dirlo per allontanare la possibilità che succeda.

Invece, per quanto ci risulta, il campo comunale di via Idro, uno dei più antichi di Milano; il più bello, con le sue casette immerse nel verde; il più attrezzato, con il suo centro sociale, ormai in rovina per eccesso di manutenzione; quello con più speranze, avendo una volta una cooperativa interna che gestiva serre di piantine e fiori per il Comune di Milano; l’unico difeso dal suo Consiglio di Zona; ma, soprattutto e comunque il più ‘integrato’: non solo scuola, lavori, amicizie, ma parte della festa di via Padova, con mostre, installazioni d’arte, spettacoli, proiezioni, musica…be’, il Comune di Milano lo chiude.


Ci sarà un motivo, direte voi. Noi non lo abbiamo scoperto. Ad ogni buon conto, si ricorre al TAR.

Un risultato c’è: le persone che lì sono cresciute, donne uomini bambini, insieme alle loro case, andando nelle scuole del quartiere, stringendo amicizie, trovando qualche lavoro, finiranno in un CES (l’acronimo è municipale): in container con altre famiglie, separate da tende, con qualche doccia, qualche cucina più o meno funzionante, sradicati da tutto, in condizioni emergenziali e provvisorie. Non c’è altro da aggiungere.
 

mercoledì 2 dicembre 2015

Il posto giusto: NO al razzismo






Cari amici, vi invitiamo a partecipare numerosi a questa bellissima iniziativa:

Il 1 dicembre 1955 su un autobus dell'Alabama una donna ha cambiato la storia dei diritti civili. A 60 anni dal no al razzismo di Rosa Parks, il Comune di Milano la ricorda con un tram storico che partirà il 3 dicembre
dalle 17,15 alle 21,00 - ogni 30 minuti -  dalle fermate di via Cantù e Porta Genova. 

L'iniziativa è organizzata in collaborazione con ATM e con l’Associazione Città Mondo e grazie all'Associazione Il razzismo é una brutta storia e l'Associazione Mondadori: un percorso artistico su un tram storico in giro per la città. 


Un attore condurrà il pubblico in un percorso di riscoperta del tema della lotta per i diritti civili, e durante questo viaggio, gli spettatori avranno la possibilità di rivivere la forza del rifiuto di Rosa Parks, che verrà rimesso in scena dagli attori presenti sul tram. 
L’episodio sarà trasposto teatralmente ai giorni nostri: sono passati sessant’anni dalla denuncia di Rosa, ma certe violenze fanno ancora parte della vita di tutti i giorni. Un percussionista scandirà il ritmo della performance evocando con i tamburi atmosfere tribali africane e una cantante soul farà da cornice con le sue note alla lettura di alcuni passi del nuovo romanzo di Harper Lee.

Gli interpreti in scena sono Michel Koffi Fadonougbo, Betty Gilmore, Stephane Ngono e Andrea Panigatti; Riccardo Mallus firma la regia.

Radio Popolare, media partner dell’evento, condurrà una diretta dal tram offrendo momenti di approfondimento con il pubblico e garantendo la diffusione radiofonica della manifestazione.

La partecipazione è gratuita previa prenotazione obbligatoria – indicando nome, orario prescelto e numero di partecipanti (max 4) – alla mail:  rosaparks.milano@gmail.com

martedì 24 novembre 2015

Déjà vu: un commento sui dati degli sgomberi dei ROM diffusi dal Comune di Milano



"I numeri sono eclatanti" spesso si dice di un atleta che ha fatto delle prestazioni notevoli in un certo periodo di tempo. La Repubblical'ha invece utilizzato ieri, sabato 7 novembre, per informare della performance del Comune di Milano, che ha eseguito "1284 allontanamenti
di nomadi" dal 2013 a oggi, circa 1,3 al giorno.

La cosa strana è che a Milano nel 2013 c'erano circa tremila cittadini rom e sinti e tremila ce ne sono anche oggi, tra cittadini italiani e non, regolari e non. Per la stragrande maggior parte in condizioni precarie. Dunque, non un grande risultato? Dipende.
La cosiddetta integrazione, che fa da paravento all'intera operazione, non c'è stata.
La muscolarità (ad altre latitudini politiche si parla di celodurismo) e la difesa della cosiddetta legalità, sì.
La polverizzazione dei gruppi e delle famiglie, anche.

Effettivamente (oltre all'effetto reale degli sgomberi: le case e i ripari sfasciati, la roba perduta, i bambini piangenti, le scarpe sparse), quello che infastidisce di più è la retorica buonista dell'inclusione sociale o del superamento della discriminazione. Tanto per cominciare sgomberiamone parecchi al giorno e molte più volte.
Se poi alcuni sono in campi autorizzati, come quello di Via Idro, chiudiamoli e offriamogli un' "alternativa abitativa provvisoria".
Peccato che il campo di Via Idro dal 1989 in avanti è stato concesso in uso a tempo indeterminato a un tot di nuclei familiari, che infatti ci risiedono.

Come se agli abitanti di una casa popolare degradata si dicesse di lasciarla, perché verrà abbattuta, e di andare a stare in un dormitorio, più o meno dignitoso, per tre o sei mesi.
Il Naga non è a favore del mantenimento dei campi, a prescindere, ma è fermamente contrario agli sgomberi forzati. I progetti interculturali si fanno insieme ai soggetti interessati oppure non esistono.

Afferma Pietro Massarotto, presidente del Naga: "Il quinquennio della giunta attuale era per noi cominciato con una causa nei confronti di Lega Nord e PDL per i manifesti affissi e le dichiarazioni fatte durante la campagna elettorale, in cui si paventava il rischio che la città potesse diventare una Zingaropoli in caso di vittoria del centro-sinistra, si conclude con 1284 sgomberi (più quelli che verranno) e una causa contro la chiusura coatta del campo autorizzato di Via Idro. Un déjà vu inaspettato."


venerdì 20 novembre 2015

martedì 24 novembre ore 17.30
 
presso il MUDEC (Museo delle culture di Milano - VIA TORTONA 56)


Dare un calcio alla povertà… in Brasile



Proiezione del documentario “Avenida Maracanà” con l’intervento degli autori.







a cura di Associazione per i Diritti Umani 


Rio de Janeiro. Mentre gli occhi del mondo sono puntati sul Mondiale di calcio e le proteste ad esso legate, le gioie e i dolori di un paese per la propria Nazionale fanno da sfondo alle sofferenze e agli affetti di una famiglia che vive in una favela. L’occhio della macchina da presa documenta quello che accade, lo riprende, lo registra e ce lo mostra, senza filtri, senza parteggiare.
A presentare e commentare il documentario intervengono Stefano Bertolino, Anna Cordioli, Francesco Moroni Spidalieri, filmaker, registi e produttori. Coordina Alessandra Montesanto, vicepresidente dell’Associazione per i diritti umani e critico cinematografico.

lunedì 16 novembre 2015

Immigrati, brava gente






La scena si apre sull'interno di un'abitazione di una famiglia napoletana: padre, madre, due figli (un maschio e una femmina) e una suocera.

Il padre fa il meccanico, la moglie è una casalinga, la figlia studia ed è impegnata nel sociale e il figlio, grande e grosso, ha come massima aspirazione quella di partecipare a “Il grande fratello”: una famiglia, comune, di persone semplici. La loro routine viene squarciata nel momento in cui entra, nel salotto di casa, un immigrato: un ragazzo straniero, stanco, malato per il lungo viaggio e la mancanza di assistenza che fa letteralmente irruzione in casa Croccolo . E' il perturbante, è colui che fomenterà le paure e metterà in crisi le certezze.

Si tratta della commedia intitolata Immigrati, brava gente scritta e diretta da Bernardino De Bernardinis: due atti in cui si ride molto e poi si riflette.

Un intreccio classico, ben costruito: un furto a casa di una signora appariscente porta alcuni membri della famiglia a sospettare di quel ragazzo africano, Omar, a cui con il tempo, si sono tutti affezionati, ma la verità non è mai in ciò che appare. Bisogna scavare e andare oltre la superficie per capire come sono andate davvero le cose e, allora, ecco che alcuni affetti si sgretolano e altri vengono riconfermati, la fiducia passa il testimone e un padre accoglie un figlio in più.

Molti gli argomenti trattati da questo testo: quello delle migrazioni – di grande attualità – a cui fa riferimento anche il titolo stesso che allude al periodo in cui eravamo noi a emigrare in cerca di lavoro e di un futuro migliore, un periodo da tanti dimenticato; il valore della solidarietà, messo in scena sempre prima dalle donne, portatrici di vita e poi dagli uomini; la generosità di chi accoglie e la gratitudine di chi è accudito. E anche una critica ai mass-media che lanciano notizie allarmanti o propongono trasmissioni che, abbassando il livello culturale, finiscono per condizionare anche opinioni e comportamenti.

Immigrati, brava gente - in cartellone al Teatro Martinitt di Milano fino al 22 novembre – diverte ed emoziona ed è adatto, in particolare, per i ragazzi che si affacciano su una società complessa e contradittoria e che devono imparare a rovesciare gli stereotipi.

venerdì 6 novembre 2015

Il festival dei beni confiscate alle mafie






Da venerdì 6 a domenica 8 novembre torna a Milano il Festival dei Beni sequestrati e confiscati alle mafie: incontri e convegni, presentazione di libri, anteprime di film e spettacoli teatrali e la possibilità di visitare case e negozi, un tempo usati dalla criminalità organizzata, oggi restituiti alla cittadinanza e divenuti luogo di attività di carattere sociale.

Il
festival aprirà venerdì 6 alle ore 10 a Casa Chiaravalle, il bene più grande mai confiscato a Milano, con un incontro dedicato agli studenti delle scuole milanesi e proseguirà anche sabato con le visite ad alcuni beni aperti al pubblico
per l’occasione:

- casa Chiaravalle in via Sant’Arialdo 69;
- appartamento via Monti 41;
- negozio via Leoncavallo 12;
- negozio via Momigliano 3;
- appartamento via Ceriani 14;
- appartamento via Curtatone 12;
- negozio in via Leoncavallo 12;
- appartamento in viale Jenner 31.

Sempre venerdì 6,
alle ore 19 nella Sala Consiliare di Palazzo Marino si svolgerà l’incontro cui parteciperanno il Presidente onorario di Libera, Luigi Ciotti, e il regista cinematografico, Marco Tullio Giordana
che, in anteprima a Milano, presenterà il suo nuovo film “Lea”, dedicato a Lea Garofalo, vittima della mafia.

Per il programma completo delle iniziative
clicca qui

giovedì 29 ottobre 2015

Le nostre proposte al MUDEC, Museo delle Culture di Milano


martedì 3 novembre ore 17.30
"Pallidi segni di quiete": la quotidianità in terra di Palestina
con Monica Macchi, Cristina Dozio, Elena Santomauro, Alessandra Montesanto
a cura dell’Associazione per i Diritti Umani
www.peridirittiumani.com

“Pallidi segni di quiete” raccoglie i più bei racconti di Adania Shibli, la giovane scrittrice palestinese il cui primo romanzo (“Sensi”, Argo 2007) è già noto al pubblico italiano. Calando l’asciutta enunciazione di piccoli fatti quotidiani in un’atmosfera oscillante fra stupore e sgomento, Adania Shibli consegna al lettore un mondo drammaticamente incomprensibile. Da “Senza rami” a “Necrologio di un bravo professore del quartiere armeno” a “Pallidi segni di quiete” che dà il titolo alla raccolta, è un incessante succedersi di finestre che si spalancano su un universo bello e terribile, fissato da occhi inermi e spietati. I racconti sono stati tradotti dall’arabo sotto la cura di Monica Ruocco; il libro è stato pubblicato nel 2014 da Argo editrice.
Ne parlano Monica Macchi e Cristina Dozio, esperte del mondo arabo. Coordina Alessandra Montesanto, vicepresidente dell’associazione per i Diritti Umani.
L’attrice Elena Santomauro leggerà alcuni brani del testo in lingua araba e in italiano.
__________

martedì 24 novembre ore 17.30
Dare un calcio alla povertà… in Brasile
Proiezione del documentario “Avenida Maracanà” con l’intervento degli autori.
a cura di Associazione per i Diritti Umani 
www.peridirittiumani.com

Rio de Janeiro. Mentre gli occhi del mondo sono puntati sul Mondiale di calcio e le proteste ad esso legate, le gioie e i dolori di un paese per la propria Nazionale fanno da sfondo alle sofferenze e agli affetti di una famiglia che vive in una favela. L’occhio della macchina da presa documenta quello che accade, lo riprende, lo registra e ce lo mostra, senza filtri, senza parteggiare.
A presentare e commentare il documentario intervengono Stefano Bertolino, Anna Cordioli, Francesco Moroni Spidalieri, filmaker, registi e produttori. Coordina Alessandra Montesanto, vicepresidente dell’Associazione per i diritti umani e critico cinematografico.
__________

martedì 1 dicembre ore 17,30
Migrazioni: dall’attualità alla graphic novel
con Chiarastella Campanelli, Edda Pando, Alessandra Montesanto
a cura di Associazione per i Diritti Umani
www.peridirittiumani.com

Presentazione del libro di Jérôme Riullier “Se ti chiami Mohamed”, edizioni Il Sirente. Ispirandosi al giornalismo investigativo, Jérôme Riullier racconta di vite precarie, di frequenti umiliazioni, di una complessa tessitura di rapporti che i tanti Mohamed hanno mantenuto con il paese d’origine e con quello d’accoglienza. Racconti autentici, lontani dai cliché, di grande forza emotiva, che abbracciano vari temi, dalla ricerca identitaria all’integrazione, dall’esclusione sociale al razzismo, proponendo dubbi e interrogativi che coinvolgono oggi più che mai ogni cittadino europeo. “Se ti chiami Mohamed” ha ottenuto nel 2012 il dBD Award per il miglior fumetto reportage.
Chiarastella Campanelli, responsabile della casa editrice Il Sirente, spiegherà la scelta di tradurre e pubblicare questo testo che affronta i temi descritti attraverso la forma letteraria della graphic novel. Edda Pando, responsabile dell’associazione Arci Todo Cambia e attivista, si occuperà degli  aspetti più politici e giuridici legati ai temi delle migrazioni. Introduce e coordina Alessandra Montesanto, vicepresidente dell’Associazione per i Diritti Umani.

martedì 6 ottobre 2015

Milano non dimentica la giornalista Anna Politkoskaja








Dibattiti, letture, proiezione di documentari e il memorandum teatrale Donna non rieducabile, di Stefano Massini. Sono tante le iniziative organizzate a Milano da AnnaViva per onorare la memoria di Anna Politkovskaja, uccisa 9 anni fa, il 7 ottobre 2006, quando 5 pallottole la raggiunsero  davanti all’ascensore di casa mentre reggeva le buste della spesa. Venite a ricordare con noi, vi aspettiamo.

Ecco il calendario degli appuntamenti:

2 ottobre ore 18.30, Libreria Popolare, via Tadino, 18  - Dibattito dal titolo “Perché Anna oggi?”. Ingresso libero. Intervengono: Elena Arvigo (interprete del memorandum teatrale “Donna non rieducabile” in scena al Teatro Out Off dal 7 al 25 ottobre, Rosario Tedesco (regista dello spettacolo), Luca Bertoni e  Pamela Foti dell’associazione Annaviva.

7 ottobre, ore 20.45, Teatro Out Off  prima di Donna non rieducabile(ingresso libero solo su prenotazione 0234532140;  info@teatrooutoff.it).

8 ottobre, ore 18.00, Teatro Out Off – proiezione del documentario  “A Bitter Taste of Freedom" un film di Marina Goldovskaya - ingresso libero 

10 ottobre, ore 17.00, giardini Anna Politkovskaja - Per non dimenticare: letture da testi e articoli di Anna P. letti da Elena Arvigo, Cinzia Spanò, Rosario Tedesco

15 ottobre, ore 18.00, Teatro Out Off - proiezione del documentario “Letter to Anna: The Story of Journalist Politkovskaya's Death” di Eric Bergkraut - – ingresso libero 

22 ottobre ore 18.00, Teatro Out Off – proiezione del documentario “211: Anna” di Paolo Serbandini, Giovanna Massimetti - ingresso libero 



venerdì 2 ottobre 2015

Corso di narrazione anche presso libreria LES MOTS, sempre a Milano


L'Associazione per i Diritti Umani



in collaborazione con Libreria LES MOTS

via Carmagnola angolo via Pepe - Milano (MM2 e MM5 Garibaldi)





presenta

corso di narrazione civile

con STEFANO VALENTI, autore del romanzo “La fabbrica del panico”, vincitore del Premio Campiello – Opera prima



LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA: DAL RACCONTO ORALE AL RACCONTO SCRITTO

In particolare: narrazione sociale e civile



La narrazione è un affidabile metodo di condivisione in quanto permette al soggetto narrante di esporre fatti reali inerenti la propria vita. Nel raccontarla, il narratore tende a intensificare la conoscenza pratica che ha di sé stesso e del mondo perché, attraverso la trasposizione in forma orale e scritta degli eventi che ha vissuto, scopre un significato più profondo della sua esistenza. Fin da epoche remote, e indistintamente ai quattro angoli del mondo, le storie tramandate sono state veicolo di trasmissione culturale e di costruzione civile.

La narrazione è una metodologia che permette di raccontare sé stessi e il proprio vissuto, ma trasformando l’esperienza personale e il proprio punto di vista in un racconto interessante e fruibile da un pubblico vasto e variegato. In particolare nel caso di vicende drammatiche e dolorose, o quando ci si trova in momenti di grande cambiamento personale e sociale, l’esigenza di raccontare si fa impellente, sia che si tratti di costruire memoria per quelli che verranno sia che si tratti di verbalizzarla per riuscire a chiarire quello che accade.

Per narrazione s’intende quindi sia l’arte di usare il linguaggio, la vocalità e la gestualità, sia quella di verbalizzarlo, per rivelare a un pubblico specifico gli elementi o le immagini di una storia la cui fruizione primaria è in tempo reale e da persona a persona.

La narrazione trova il proprio raggio d’azione non solo in ambito performativo ma anche nel settore dell’istruzione, della mediazione culturale, e del racconto civile.

RACCONTARE SE STESSI E RACCONTARE GLI ALTRI

Obiettivi: aprirsi e condividere con altri un racconto personale significa sapere esprimere il proprio punto di vista e la propria sensibilità attraverso simboli archetipi universali e tradurre il proprio vissuto in un linguaggio artistico filtrato dalla realtà.

Regalando e condividendo una storia personale si può raggiungere la giusta distanza dall’esperienza o dall’emozione vissuta, che consente di oggettivarla e relativizzarla, facilitando così il superamento dei conflitti.

Condividere e scambiarsi storie, consentendo ad altri di collaborare alla creazione del racconto, crea un forte sentimento di gruppo, di fiducia reciproca e di intimità. Chi impara a raccontare impara anche ad ascoltare meglio, a cogliere nella voce, nelle parole e nei gesti di chi si incontra lo spirito, il senso profondo della narrazione. Essere capaci di ascoltare attivamente, di raccogliere le storie che incontriamo o che ci vengono regalate, ci apre agli altri, ci avvicina a loro in uno scambio piacevole e gratificante per entrambi.

SCRIVERE IL RACCONTO



Obiettivi: il Laboratorio mira a risvegliare la capacità narrativa e ad esercitarla e arricchirla attraverso il confronto con altre narrazioni. Raccontare è ricordare e trasmettere, affidare all’immaginario dell’altro e condividere con l’altro la propria vita. Narrare è anche una necessità civile, e attraverso la narrazione l’adulto rielabora e conserva il proprio vissuto, così come il ragazzo impara a rappresentarsi il mondo.



La lettura di brani di narrativa italiana moderna e contemporanea, con particolare riferimento al romanzo civile, alla narrativa d'inchiesta, al reportage narrativo – le forme che ha assunto la più interessante narrativa italiana – stimolerà la fantasia e permetterò il confronto su diversi generi di narrazione arricchendo l'immaginario civile dei partecipanti e determinando l’affabulazione, l'Intreccio dei fatti e degli eventi che costituiscono la trama di un'opera narrativa facilitandone la produzione.

Partendo dagli stimoli ricevuti i partecipanti svilupperanno racconti e il laboratorio diventerà una officina di narrativa in costruzione. I racconti saranno analizzati e rielaborati insieme, per sperimentare come nella verbalizzazione tutto si trasforma e si tradisce.

Temi: tecnica base della narrazione, metodo delle immagini, memorizzazione e narrazione, raccolta del materiale, costruzione dello stile personale.

Destinatari: studenti, insegnanti, professionisti, operatori culturali, sociali e sociosanitari.

Durata minima sei ore. 4 incontri di due ore ciascuno.

Costi: 20 euro all'ora ( totale per 6 ore : 120 euro)



DATE e ORARI:

mercoledì 7 ottobre, ore 19

mercoledì 21 ottobre, ore 19

mercoledì 4 novembre, ore 19





Il laboratorio parte con una partecipazione minima di 10 persone


lunedì 21 settembre 2015

I frutti del carcere

Milano. La Loggia dei Mercanti,  a un passo dal Duomo, ospita - sabato 26 settembre – l’iniziativa “I frutti del carcere”. In programma l’esposizione delle produzioni carcerarie e incontri di approfondimento sui temi della detenzione e delle alternative al carcere. Un’occasione per conoscere il lavoro dei detenuti, le attività svolte nei laboratori degli Istituti di pena con la mostra mercato di mobili, gioielli, accessori, abiti, prodotti alimentari (pane, focacce, dolci) oltre a fiori e piante. Saranno organizzati anche incontri e dibattiti di approfondimento incentrati sui temi della detenzione, del lavoro carcerario e delle misure alternative. A cura associazione di  promozione sociale “Per i Diritti”. L’evento è inserito nel calendario di Expo in Città. Ore 10-18.30. Sito: www.comune.milano.it.





giovedì 17 settembre 2015

Anche a Milano parte la rassegna "Le vie del cinema"

 
 
 






Nell’ambito della manifestazione Le vie del cinema, Agis Lombarda e Associazione per i Diritti Umani sono liete di segnalare le proiezioni dei film:




BEHEMOT di Zhao Liang



Documentario che, nel panorama delle distese erbose della Mongolia, racconta la dialettica tra paesaggio, miniere di carbone, condizioni di vita dei lavoratori e abnorme sviluppo urbano. Una meditazione critica sulla civiltà moderna, in cui si accumula ricchezza mentre l’uomo perisce.



Le proiezioni in lingua originale con i sottotitoli in italiano si terranno:



Lunedì 21 settembre, alle ore 19.50, presso Apollo spazioCinema di Galleria De Cristoforis, 3;



Martedì 22 settembre, alle ore 13.00, presso Apollo spazioCinema di Galleria De Cristoforis, 3;



Mercoledì 23 settembre, alle ore 15.30, presso Anteo spazioCinema di Via Milazzo, 9.






A COPY OF MY MIND di Joko Anwar



Film che racconta gli ultimi due difficili anni in Indonesia, tra corruzione politica e traffici illegali.



Le proiezioni in lingua originale con i sottotitoli in italiano si terranno:



Lunedì 21 settembre, alle ore 20.45, presso il Cinema Plinius di Viale Abruzzi, 28, Milano;



Mercoledì 23 settembre, alle ore 15.30, presso Apollo spazioCinema di Galleria De Cristoforis, 3, Milano.




THE RETURN di Green Zeng


Film in cui un detenuto politico di Singapore, accusato di presunto “comunismo”, torna a casa, ormai anziano, ma fatica a ritrovare un rapporto con i figli.



Le proiezioni in lingua originale con i sottotitoli in italiano si terranno:



Lunedì 21 settembre, alle ore 19.00, presso il Cinema Plinius di Viale Abruzzi, 28, Milano;



Mercoledì 23 settembre, alle ore 22.10, presso Apollo spazioCinema di Galleria De Cristoforis, 3, Milano.





Biglietti € 7.50



Info e prevendite sul sito lombardiaspettacolo.com

martedì 15 settembre 2015

Un ALTRO corso di narrazione sociale presso il BISTROT del TEMPO RITROVATO


L'Associazione per i Diritti Umani presenta



in collaborazione con il Bistro' del tempo ritrovato

(Via Foppa 4, MM Sant'Agostino - Milano)



PRESENTA



un corso di narrazione civile

con STEFANO VALENTI, autore del romanzo “La fabbrica del panico”, vincitore del Premio Campiello – Opera prima



LA NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA: DAL RACCONTO ORALE AL RACCONTO SCRITTO





La narrazione è un affidabile metodo di condivisione in quanto permette al soggetto narrante di esporre fatti reali inerenti la propria vita. Nel raccontarla, il narratore tende a intensificare la conoscenza pratica che ha di sé stesso e del mondo perché, attraverso la trasposizione in forma orale e scritta degli eventi che ha vissuto, scopre un significato più profondo della sua esistenza. Fin da epoche remote, e indistintamente ai quattro angoli del mondo, le storie tramandate sono state veicolo di trasmissione culturale e di costruzione civile.

La narrazione è una metodologia che permette di raccontare sé stessi e il proprio vissuto, ma trasformando l’esperienza personale e il proprio punto di vista in un racconto interessante e fruibile da un pubblico vasto e variegato. In particolare nel caso di vicende drammatiche e dolorose, o quando ci si trova in momenti di grande cambiamento personale e sociale, l’esigenza di raccontare si fa impellente, sia che si tratti di costruire memoria per quelli che verranno sia che si tratti di verbalizzarla per riuscire a chiarire quello che accade.

Per narrazione s’intende quindi sia l’arte di usare il linguaggio, la vocalità e la gestualità, sia quella di verbalizzarlo, per rivelare a un pubblico specifico gli elementi o le immagini di una storia la cui fruizione primaria è in tempo reale e da persona a persona.

La narrazione trova il proprio raggio d’azione non solo in ambito performativo ma anche nel settore dell’istruzione, della mediazione culturale, e del racconto civile.

RACCONTARE SE STESSI E RACCONTARE GLI ALTRI

Obiettivi: aprirsi e condividere con altri un racconto personale significa sapere esprimere il proprio punto di vista e la propria sensibilità attraverso simboli archetipi universali e tradurre il proprio vissuto in un linguaggio artistico filtrato dalla realtà.

Regalando e condividendo una storia personale si può raggiungere la giusta distanza dall’esperienza o dall’emozione vissuta, che consente di oggettivarla e relativizzarla, facilitando così il superamento dei conflitti.

Condividere e scambiarsi storie, consentendo ad altri di collaborare alla creazione del racconto, crea un forte sentimento di gruppo, di fiducia reciproca e di intimità. Chi impara a raccontare impara anche ad ascoltare meglio, a cogliere nella voce, nelle parole e nei gesti di chi si incontra lo spirito, il senso profondo della narrazione. Essere capaci di ascoltare attivamente, di raccogliere le storie che incontriamo o che ci vengono regalate, ci apre agli altri, ci avvicina a loro in uno scambio piacevole e gratificante per entrambi.

SCRIVERE IL RACCONTO



Obiettivi: il Laboratorio mira a risvegliare la capacità narrativa e ad esercitarla e arricchirla attraverso il confronto con altre narrazioni. Raccontare è ricordare e trasmettere, affidare all’immaginario dell’altro e condividere con l’altro la propria vita. Narrare è anche una necessità civile, e attraverso la narrazione l’adulto rielabora e conserva il proprio vissuto, così come il ragazzo impara a rappresentarsi il mondo.



La lettura di brani di narrativa italiana moderna e contemporanea, con particolare riferimento al romanzo civile, alla narrativa d'inchiesta, al reportage narrativo – le forme che ha assunto la più interessante narrativa italiana – stimolerà la fantasia e permetterò il confronto su diversi generi di narrazione arricchendo l'immaginario civile dei partecipanti e determinando l’affabulazione, l'Intreccio dei fatti e degli eventi che costituiscono la trama di un'opera narrativa facilitandone la produzione.

Partendo dagli stimoli ricevuti i partecipanti svilupperanno racconti e il laboratorio diventerà una officina di narrativa in costruzione. I racconti saranno analizzati e rielaborati insieme, per sperimentare come nella verbalizzazione tutto si trasforma e si tradisce.

Temi: tecnica base della narrazione, metodo delle immagini, memorizzazione e narrazione, raccolta del materiale, costruzione dello stile personale.

Destinatari: studenti, insegnanti, professionisti, operatori culturali, sociali e sociosanitari.

Durata minima sei ore. 3 incontri di due ore ciascuno.

Costi: ( totale per 6 ore : 120 euro)



DATE e ORARI:



martedì 13 ottobre, ore 18.30

martedì 20 ottobre, ore 18.30

martedì 27 ottobre, ore 18.30



Il laboratorio parte con una partecipazione minima di 10 persone

Per adesioni scrivere a: peridirittiumani@gmail.com
 
Vi aspettiamo numerosi! E fate passaparola...Grazie!


domenica 13 settembre 2015

#Stop war not people

#StopWarNotPeople APRIRE LE FRONTIERE, FERMARE LE GUERRE, RESPINGERE I RAZZISTI#refugeeswelcome #milanolibera13 settembre 2015 dalle h.15 PRESIDIO @PIAZZA DUCA d’AOSTA – STAZIONE CENTRALE dalle 14.00 JAM HIPHOP, cucine solidali, mercatini dell’usato e dello scambio, lezioni di italiano in piazza e tanto altro!dalle 19.00 presentazione del nuovo film di ASCANIO CELESTINI, proiezione di ASMARINA.

Nel pomeriggio, l'Associazione per i Diritti umani c'era! Organizzata da "Cantiere": ecco il comunicato e le foto:

Ondate umane si infrangono sui muri della fortezza europa, su quelli fatti d’acqua e guardie costiere, su quelli di eserciti e filo spinato, di gas urticante e polizie, di prigioni per l’identificazione e l’espulsione e respingimenti forzati.Dopo la propaganda a seguito della nascita dell’U.E., che faceva un vanto dell’abolizione delle frontiere interne e della possibilità di libero movimento, tornano improvvisamente in azione anche i check point tra un paese e l’altro, come risposta alla situazione di migliaia di uomini, donne e bambini costretti ad accamparsi su una scogliera al confine tra Italia e Francia, al bordo di un’autostrada tra Francia e Inghilterra o a morire nel cassone di un tir tra Ungheria e Austria.Di fronte all’emergenza umanitaria causata dalle guerre che circondano ormai completamente l’Europa, dalle speculazioni, da una crisi globale che lascia i poveri a litigarsi le briciole mentre l’1% si spartisce la torta, aprire le frontiere non è un’istanza buonista o un gesto caritatatevole, ma un primo e minimo atto dovuto: migranti, profughi e rifugiati scappano dalle guerre scatenate dagli interessi delle lobby di armi e petrolio, dai regimi e dai gruppi fondamentalisti finanziati e spalleggiati dalle “democrazie occidentali”, dalla miseria seminata da vecchi e nuovi colonialismi.Aprire le frontiere perchè non si tratta di un’invasione, ma di una crisi sistemica, dove emigrare rimane l’unica scelta possibile nella ricerca di un futuro e una vita degni. E soprattutto fermare le guerre, fermare le stragi, fermare i crimini contro vita e dignità.Gli stessi assassini che dalle poltrone votano e soffiano sul fuoco delle guerre sono spesso gli stessi che prima stipulano affari con i peggiori dittatori, poi speculano sulla pelle di chi scappa disperato dai propri paesi (con i business del mercato in nero e della gestione mafiosa dei flussi migratori, intascando fondi e appalti e lasciando i rifugiati a vivere in condizioni indegne come succede a Bresso) e sono gli stessi che per difendere questo sistema e racimolare quattro voti diffondono razzismo e guerra tra poveri, servendosi pure degli utili idioti disposti a dar fuoco a un campo rom, assaltare un c.i.e. o pestare un migrante. La Lega, d’altronde, ce lo ha ben mostrato con i decennali rapporti con Afewrki, dittatore dell’Eritrea, cui ha passato armi, con cui fa affari, salvo poi lamentarsi davanti alle migliaia di persone che scappano dalla guerra civile.Gente del genere, che si definisce “fascista del terzo millennio”, ma ignorante e braccio armato degli interessi forti come nel secondo e come sempre, vorrebbe radunarsi da tutta Italia nella Milano Medaglia d’oro alla resistenza, peraltro proprio nei giorni dell’anniversario dell’omicidio di Abba Abdoul Guibre, un ragazzo diciottene italiano originario del Burkina Faso ammazzato al grido di “sporco negro” da tre fascisti nell’onda di queste vergognose retoriche della paura.L’appello è a tutta la Milano solidale, meticcia, antirazzista; la milano che in stazione centrale mostra il suo volto migliore sostenendo i profughi ben prima che le istituzioni si sveglino; che è disgustata dalle immagini di Ventimiglia, di Calais, di Kos, di Budapest; che non è più disposta a tollerare le stragi in Siria, in Libia, in Eritrea, nel Kurdistan turco e siriano e purtroppo in molti altri paesi.L’appello è alla Milano che apre sportelli legali, organizza raccolte di cibo, vestiti e generi di prima necessità, che organizza scuole di lingua e si batte per i diritti e la dignità di tutte e tutti, che accoglie migranti e rifugiati, che respinge i razzisti di ogni natura.RESTIAMO UMANI.













sabato 12 settembre 2015

Milano e la marcia delle donne e degli uomini scalzi: Milano sa da che parte stare!

"Quella dell'Europa è una grossa operazione di marketing" sulla pelle dei migranti: questa una delle dichiarazioni del giornalista Maso Notarianni, ieri sera alla marcia delle donne e degli uomini scalzi a MILANO. Tanta, tantissima gente! Una risposta chiara alle istituzioni, ai governi, alla comunità internazionale.
Basta con i migranti di seria A e di serie B. Siamo tutti esseri umani e tutti devono veder garantiti i diritti universali.
Oggi siamo davvero orgogliosi della nostra città.

(Queste sono solo le prime foto della manifestazione fantastica di questo 11 settembre, in ricordo della data nefasta del 2001. Post dedicato ad Aylan e ad Abba)