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lunedì 15 aprile 2013

Nozze e adozioni alle coppie omosessuali: in Francia, è legge



Le proteste - che hanno portato nelle piazze parigine migliaia di persone di tutte le età - contro la legge che prevede i matrimoni gay e la possibilità di adozione per le coppie omosessuali non hanno ottenuto l'effetto sperato dai manifestanti.
La proposta di legge era stata consegnata il 31 ottobre scorso al Consiglio dei ministri francese e, da quel momento, è partito l'iter per l'approvazione: matrimonio e adozione per tutti. L'assemblea aveva adottato il testo il 12 febbraio e, nei giorni scorsi, il Senato lo ha definitivamente sancito come provvedimento legislativo, senza apportare modifiche significative a quello presentato all'origine del percorso.
Le legge sulle nozze e sulle adozioni per le coppie omosessuali è stata il cavallo di battaglia del Presidente François Hollande, sostenuto, in questa battaglia, anche dal ministro della Giustizia, Christiane Taubira; il provvedimento è stato votato da tutti i gruppi della sinistra in Senato anche se alcune defezioni hanno reso incerto l'esito finale che è stato, comunque, favorevole grazie al consenso di alcuni senatori di destra e del centro. E, se anche le parole sono importanti, le enciclopedie e i dizionari francesi, da oggi in poi, alla voce “matrimonio” riporteranno la seguente definizione: “ Atto solenne con il quale due persone di sesso differente o dello stesso sesso stabiliscono tra loro un'unione”.
In Italia, intanto, Franco Gallo - Presidente della Corte Costituzionale – ha sollecitato alla politica un intervento in materia, facendo riferimento alla sentenza n. 138 del 2010 e denunciando il mancato riconoscimento, nel nostro ordinamento giuridico, dei diritti delle coppie formate da persone dello stesso genere. Gallo ha spiegato che: “In tale pronuncia, la Corte ha escluso l'illegittimità costituzionale delle norme che limitano l'applicazione dell'istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere il riconoscimento giuridico, con i connessi diritti e doveri, della loro stabile unione. Ha perciò affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti opportuni”.

venerdì 29 marzo 2013

I matrimoni gay in Francia: proteste e contromanifestazioni



Il governo socialista del Presidente Hollande, a febbraio, ha approvato la norma che rende possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso e apre loro la strada anche all'adozione di bambini. 329 voti a favore contro 229 contrari. “Non si considereranno più le persone in base al loro orientamento sessuale, facendo delle differenze. Un elemento di discriminazione in meno, questo è davvero un grande giorno per l'uguaglianza di tutti”, queste le parole di Bruno Le Roux, presidente del gruppo socialista all'Assemblea Nazionale.
Il 24 marzo scorso, invece, le dichiarazioni sono state altre, da parte dei manifestanti contro la legge. “Per noi un uomo e una donna si completano e se un bambino è allevato da due uomini o da due donne ovviamente sarà amato, ma gli mancherà qualcosa di fondamentale per la sua evoluzione”, ha spiegato una ragazza; oppure “I senatori spiegheranno senza dubbio perchè questa legge che autorizza l'adozione avrà delle conseguenze molto gravi. Parliamo di bambini senza legami di sangue con i genitori, senza un padre e una madre”, ha sostenuto Tugdual Derville, un portavoce del corteo che ha visto la partecipazione del popolo conservatore, molti cattolici ed esponenti del centro-destra.
Il percorso delle marcia di protesta è partito dalla Défense e si è snodato fino all'arco di Trionfo, per otto chilometri: alla marcia hanno partecipato migliaia di persone, tra gli oppositori alla legge e i sostenitori. I primi accusano la Polizia di aver usato gas lacrimogeni contro famiglie e bambini; i secondi di aver strumentalizzato proprio i minori, portandoli a manifestare con cartelloni e magliette per le strade di Parigi.
Intanto si aspetta, a giugno, la decisione, in materia, da parte della Corte Costituzionale degli Stati Uniti. Una decisione che potrebbe essere storica.


domenica 13 gennaio 2013

Tre attiviste curde uccise a Parigi

Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Söyleme: questi i nomi delle tre attiviste curde uccise a Parigi il 10 gennaio davanti al Centro d'informazione curdo, mentre in Turchia sono in corso le trattative con il Pkk, il Partito delle lavoratrici e dei lavoratori del Kurdistan.
Le dichiarazioni da parte di Ankara fanno riferimento a un regolamento di conti tra fazioni - di cui la Turchia non si ritiene responsabile - che non interferirà con il processo di pace.
A Parigi il Presidente, Francois Hollande, ha condannato gli omicidi, ma la comunità curda (composta, in Francia, da circa 150.000 persone) punta il dito contro i Lupi grigi o i servizi segreti turchi.
Che si tratti  di un delitto politico per sabotare il processo di pace tra il governo turco e il partito nazionalista curdo o per eliminare tre rappresentanti della resistenza curda, è stata, comunque, un'esecuzione che farà vacillare proprio la trattativa, diretta da Ocalan, che si pone tre obiettivi: garantire autonomia ai curdi, alleggerire la detenzione del fondatore del partito curdo e disarmare il Pkk, in guerra contro Ankara dal 1984.
Ieri, sabato 12 gennaio 2013, i curdi di tutta Europa si sono dati appuntamento a Place de la Bastille, a Parigi, per manifestare contro l'uccisione delle tre attiviste perchè, come ha dichiarato Renee Le Mignot, copresidente del Movimento contro il razzismo e per l'amicizia tra i popoli: " Bisogna che giustizia sia fatta", chiedendo anche la protezione del popolo curdo e dei negoziati in corso.