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lunedì 13 ottobre 2014

L'Italia, Alfano e i diritti degli omosessuali




Che qualcuno remi contro i diritti civili in Italia...è cosa nota. Ma, per fortuna, c'è chi dice NO.

Nei giorni scorsi il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha dato l'annuncio di una circolare indirizzata ai prefetti con cui si chiede di annullare le nozze omosessuali celebrate all'estero attraverso la cancellazione delle trascrizioni all'anagrafe.

Ovviamente durissima la reazione di Flavio Romani, presidente di Arcigay, che ha così commentato la circolare: “ Siamo in mano a degli irresponsabili. Senza nemmeno porsi il problema delle scene di drastico conflitto sociale che nell'ultimo fine settimana hanno caratterizzato il confronto in piazza tra ultracattolici e movimenti, il Governo continua sulla via delle provocazioni. Il Premier è ormai ostaggio del Nuovo Centrodestra, è solo un braccio decerebrato che esegue gli ordini dei padroni clericali. Mentre promette leggi sulle unioni tra persone dello stesso sesso, rimandandole di continuo a un futuro indefinito, nel presente agisce per opprimere persone gay e lesbiche che hanno scelto di formare una famiglia”.

Ed ecco le risposte anche di alcuni sindaci. Il primo cittadino della città di Milano, Giuliano Pisapia, ha ribadito la decisione di trascrivere le nozze tra omosessuali celebrate all'estero aggiungendo, durante un suo intervento al TG1, che: “...è la stessa legge che prevede espressamente che l'ufficiale di stato civile deve trascrivere il matrimonio celebrato all'estero, salvo che non sia contrario all'ordine pubblico. Ma la Corte costituzionale ha detto recentemente che non c'è contrarietà all'ordine pubblico”. “Questi temi”, ha precisato Pisapia, “ sono di competenza del Parlamento su proposta del Governo o anche su proposta del Parlamento stesso, ma stiamo parlando del matrimonio fra omosessuali, non certo della trascrizione di un matrimonio che nel Paese in cui è stato celebrato è del tutto legittimo e regolare”. Intanto si sono espressi sulla questione altri esponenti delle istituzioni: anche secondo Furio Honsell, sindaco di Udine, si deve parlare dell'argomento in ambito parlamentare o davanti alla Corte Costituzionale; il Comune di Napoli “ricorrerà nelle sedi giudiziarie competenti perchè la circolare per annullare le trascrizioni è contraria al principio costituzionale di uguaglianza dei diritti”; Merola, a Bologna, ha risposto con un secco “Non obbedisco”. Insomma, si parla e si discute ancora su un tema che in molti Paesi europei è già stato affrontato e risolto con grande equilibrio e apertura culturale. In Italia resta ancora strada da fare...

giovedì 25 aprile 2013

Sì definitivo alle nozze e alle adozioni per le coppie omosessuali




L'altro ieri la Francia è diventato ufficialmente il quattordicesimo Paese in cui sono legali le nozze gay e in cui le coppie omosessuali potranno adottare bambini.
L' Assemblea nazionale ha dato il via libero definitivo alla legge e sarà il nuovo articolo 143 del codice civile a disciplinare la libertà di unirsi nel sacro vincolo tra persone dello stesso genere. Il Ministro della Giustizia, Christiane Taubira che aveva proposto il disegno di legge, ha commentato la decisione dell'Assemblea, affermando: “E' un momento storico. Crediamo che le prime nozze saranno una cosa bella e porteranno un vento di gioia e che coloro i quali oggi vi si oppongono saranno disorientati quando verranno sopraffatti dalla felicità dei neosposi e delle famiglie”.
I primi matrimoni saranno celebrati nel mese di giugno. Non sono mancati, all'uscita della notizia, manifestazioni di protesta da parte, soprattutto, dei movimenti cattolici che si sono riversati, di nuovo, nelle piazze di Parigi. Inoltre, si sono verificati anche casi più seri di omofobia: tra questi, il presidente socialista dell'Assemblea, Claude Bartolone, ha ricevuto una busta contenente polvere da sparo.
E in Italia? Il presidente di Arcigay, Flavio Romani, ha affermato che: “ Il sì francese, che stabilisce che gli affetti di gay e lesbiche hanno lo stesso valore di quelli eterosessuali e rivoluziona profondamente l'istituto del matrimonio, è la vittoria di chi crede che una società migliore è possibile. Il matrimonio fra persone dello stesso sesso è il trionfo della giustizia sociale e di coloro che si riconoscono nella democrazia, nella tolleranza, nell'uguaglianza. Ora tocca all'Italia offrire alle persone gay e lesbiche, che sono i nostri vicini, i nostri colleghi, i nostri amici e familiari quei diritti umani che da anni sono loro tenacemente negati. La classe politica italiana ha il dovere civile e morale, ammesso che un barlume di morale ce l'abbia, di dare delle risposte a tutte quelle persone, e parliamo di milioni, che per anni sono state umiliate, offese, denigrate, escluse dai diritti e la cui libertà è stata ferocemente repressa”. Mentre a Roma, si è venuto a creare un sit-in davanti all'ambasciata di Francia, organizzato dal movimento giovanile del Pdl, dal Comitato “Giù le mani dalla famiglia”, da Azione Universitaria, Militia Christi e da Giovine Italia per “dimostrare agli amici francesi (cattolici) che non sono soli in questa battaglia perchè vogliamo un'Europa libera e per la famiglia vera, quella tradizionale”, queste le parole dei manifestanti.


lunedì 15 aprile 2013

Nozze e adozioni alle coppie omosessuali: in Francia, è legge



Le proteste - che hanno portato nelle piazze parigine migliaia di persone di tutte le età - contro la legge che prevede i matrimoni gay e la possibilità di adozione per le coppie omosessuali non hanno ottenuto l'effetto sperato dai manifestanti.
La proposta di legge era stata consegnata il 31 ottobre scorso al Consiglio dei ministri francese e, da quel momento, è partito l'iter per l'approvazione: matrimonio e adozione per tutti. L'assemblea aveva adottato il testo il 12 febbraio e, nei giorni scorsi, il Senato lo ha definitivamente sancito come provvedimento legislativo, senza apportare modifiche significative a quello presentato all'origine del percorso.
Le legge sulle nozze e sulle adozioni per le coppie omosessuali è stata il cavallo di battaglia del Presidente François Hollande, sostenuto, in questa battaglia, anche dal ministro della Giustizia, Christiane Taubira; il provvedimento è stato votato da tutti i gruppi della sinistra in Senato anche se alcune defezioni hanno reso incerto l'esito finale che è stato, comunque, favorevole grazie al consenso di alcuni senatori di destra e del centro. E, se anche le parole sono importanti, le enciclopedie e i dizionari francesi, da oggi in poi, alla voce “matrimonio” riporteranno la seguente definizione: “ Atto solenne con il quale due persone di sesso differente o dello stesso sesso stabiliscono tra loro un'unione”.
In Italia, intanto, Franco Gallo - Presidente della Corte Costituzionale – ha sollecitato alla politica un intervento in materia, facendo riferimento alla sentenza n. 138 del 2010 e denunciando il mancato riconoscimento, nel nostro ordinamento giuridico, dei diritti delle coppie formate da persone dello stesso genere. Gallo ha spiegato che: “In tale pronuncia, la Corte ha escluso l'illegittimità costituzionale delle norme che limitano l'applicazione dell'istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere il riconoscimento giuridico, con i connessi diritti e doveri, della loro stabile unione. Ha perciò affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti opportuni”.

venerdì 29 marzo 2013

I matrimoni gay in Francia: proteste e contromanifestazioni



Il governo socialista del Presidente Hollande, a febbraio, ha approvato la norma che rende possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso e apre loro la strada anche all'adozione di bambini. 329 voti a favore contro 229 contrari. “Non si considereranno più le persone in base al loro orientamento sessuale, facendo delle differenze. Un elemento di discriminazione in meno, questo è davvero un grande giorno per l'uguaglianza di tutti”, queste le parole di Bruno Le Roux, presidente del gruppo socialista all'Assemblea Nazionale.
Il 24 marzo scorso, invece, le dichiarazioni sono state altre, da parte dei manifestanti contro la legge. “Per noi un uomo e una donna si completano e se un bambino è allevato da due uomini o da due donne ovviamente sarà amato, ma gli mancherà qualcosa di fondamentale per la sua evoluzione”, ha spiegato una ragazza; oppure “I senatori spiegheranno senza dubbio perchè questa legge che autorizza l'adozione avrà delle conseguenze molto gravi. Parliamo di bambini senza legami di sangue con i genitori, senza un padre e una madre”, ha sostenuto Tugdual Derville, un portavoce del corteo che ha visto la partecipazione del popolo conservatore, molti cattolici ed esponenti del centro-destra.
Il percorso delle marcia di protesta è partito dalla Défense e si è snodato fino all'arco di Trionfo, per otto chilometri: alla marcia hanno partecipato migliaia di persone, tra gli oppositori alla legge e i sostenitori. I primi accusano la Polizia di aver usato gas lacrimogeni contro famiglie e bambini; i secondi di aver strumentalizzato proprio i minori, portandoli a manifestare con cartelloni e magliette per le strade di Parigi.
Intanto si aspetta, a giugno, la decisione, in materia, da parte della Corte Costituzionale degli Stati Uniti. Una decisione che potrebbe essere storica.