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venerdì 18 dicembre 2015

"Transito": un approfondimento, un'analisi sul tema della richiesta di asilo...in un utile pamphlet






“Transito” è la parola chiave di questo piccolo ma prezioso volume che esce proprio mentre sono in atto in tutta Europa dei cambiamenti profondi che riguardano il diritto d’asilo e il diritto dell'immigrazione; cambiamenti che, in ultima analisi, riguardano le società europee nel loro complesso dal momento che ciò a cui stiamo assistendo non è una crisi temporanea,ma un cambiamento strutturale che obbliga l’Europa a modificarela sua politica in materia di asilo. Possiamo quindi dire che è il diritto d’asilo in Europa a essere in transito, ma verso dove? Le risposte finora fornite dalla politica dei singoli stati, ma anche dall’Unione, non sono incoraggianti. Come, con le debite differenze di contesto, avvenne negli anni trenta, i profughi di oggi vagano per l’Europa mentre molti Stati, feroci od ottusi, li respingono e li rimpallano da una frontiera all’altra; per i profughi di oggi la legge non sembra esistere, oppure esiste soltanto per disconoscerli. Gli autori:Annapaola Ammirati, Caterina Bove,Anna Brambilla, Nicole Garbin,Loredana Leo, Valeria Marengoni,Noris Morandi, Giulia Reccardini,Gianfranco Schiavone.


Scaricabile GRATUITAMENTE in formato Kindle! http://www.amazon.it/dp/B018W3D1I4/ref=cm_sw_r_fa_dp_Tr.Awb1GYXYP9

venerdì 16 maggio 2014

Protezione internazionale: modifiche, richieste e possibilità



L'Istituto della protezione internazionale è stato introdotto in Italia con decreto legislativo 251 del 19 novembre 2007. Lo status di rifugiato viene riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra (8 luglio 1951) in cui si legge che il rifugiato è colui che: “ temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori dal Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tale avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra”.

Dal mese scorso è on-line una nuova area del portale Integrazione Migranti proprio dedicata alla protezione internazionale in cui si fa particolare riferimento all'inserimento socio-lavorativo.

Il sito è www.integrazionemigranti.gov.it e la nuova area è frutto di una collaborazione tra il Ministero del lavoro e delle Politiche sociali e dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). L'area intende promuovere una mappatura dei servizi e dei progetti dedicati ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale o umanitaria su tutto il territorio italiano.

La salute, la tutela legale e l'integrazione sono i temi principali su cui si è lavorato: per quanto riguarda la salute, in particolare si possono ottenere informazioni utili sui servizi di assistenza psicologica e psichiatrica rivolti alle persone che hanno subito violenze e torture nel Paese d'origine o durante il viaggio. Per quanto riguarda la tutela legale, sono previsti alcuni percorsi di preparazione ai colloqui con la Commissione che dovrà decidere per il riconoscimento dello status di rifugiato. Sono, inoltre, mappati anche progetti di integrazione con l'opportunità di fare esperienza in vari settori lavorativi, culturali e sportivi.

All'indirizzo della redazione, redazioneintegrazione@lavoro.gov.it, è possibile segnalare altri servizi e progetti, notizie, eventi e iniziative.

Nell'area “protezione internazionale” un capitolo è dedicato al tema dell'accoglienza e sembra che il percorso di accompagnamento e di inclusione degli stranieri e, in particolare, dei richiedenti asilo non sia segnato da difficoltà: si parla di posti disponibili nel Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e dei Rifugiati (SPRAR), si parla di ospitalità nei CARA oppure di un contributo economico da parte delle Prefetture, per il sostentamento di vitto e alloggio in altre strutture; si fa riferimento alla tutela giuridico-amministrativa, alla formazione linguistica e anche a progetti rivolti alle persone più vulnerabili: disabili, minori non accompagnati, donne sole in stato di gravidanza.

Tutto un sogno? No, è tutto scritto...Ma dalle parole scritte (anche su un portale) bisogna passare ai fatti.



A breve parleremo anche del Rapporto “Accesso alla protezione: un diritto umano”, progetto del programma europeo per l'integrazione e la migrazione a cura del CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati.

mercoledì 30 gennaio 2013

Cittadinanza e disabilità: il caso del ragazzo di origini albanesi, affetto dalla sindrome di Down



“Sono una cittadina albanese che vive regolarmente in Italia da molti anni. Mio figlio è nato qui e ha appena compiuto 18 anni, ma è affetto dalla sindrome di Down. Può diventare cittadino italiano entro il compimento del suo diciannovesimo compleanno? Posso presentare io per lui la domanda al Comune di residenza?”.
Questa è la lettera riportata da varie testate e anche dal sito www.stranieriinitalia a cui ha fatto seguito la risposta, anch'essa rimbalzata su vari giornali e sul sito del Corriere della Sera: la risposta alla domanda posta dalla signora è negativa. La richiesta di cittadinanza, da parte del figlio, è stata respinta perchè il ragazzo down è considerato “incapace di intendere e di volere” e, perciò, non idoneo a presentare tale richiesta.
Il Dott. Gaetano De Luca - avvocato della Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) - ha spiegato che: “Lo scoglio sta nel giuramento, passaggio imprescindibile quando si vuole ottenere la cittadinanza per un diciottenne straniero nato in Italia. Si tratta di un atto personalissimo e dunque nessuno, neanche il genitore o un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale, può pronunciarlo per conto di un figlio o di un tutelato”
Anna Contardi, coordinatrice nazionale Aipd (Associazione Nazionale italiana Persone Down) ha aggiunto: “ Riteniamo grave negare il diritto di cittadinanza a una persona straniera con sindrome di Down per un pregiudizio di incapacità di effettuare il giuramento richiesto. Tra le persone con sindrome di Down c'è una grande variabilità e, negli ultimi anni, abbiamo visto alcune persone affette dalla sindrome, andare a lavorare e crescere in autonomia. Crediamo che questo episodio cozzi con lo spirito di accoglienza verso i giovani stranieri auspicato di recente dallo stesso Presidente Napolitano e tanto più necessario nei confronti di persone in difficoltà: il nostro Paese è noto per le sue scelte inclusive nei confronti di persone con disabilità e non vogliamo tornare indietro”.
Questa situazione non riguarda solo il ragazzo di origini albanesi, ma molte altre persone (ad esempio Cristian, di madre colombiana e nato in Italia); così come i 10.500 alunni immigrati con disabilità intellettiva delle scuole italiane, secondo i dati del Ministero dell'Istruzione, relativi all'anno scolastico 2009-2010.
L'associazione Ledha fornirà supporto legale alla madre e al ragazzo di origini albanesi e, sempre secondo l'opinione dell' avvocato De Luca: “Basterebbe che l'Italia rispettasse la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata nel nostro Paese con la legge n.18 del 2009. Tale legge obbliga gli Stati firmatari a riconoscere alle persone disabili il diritto di cambiare cittadinanza”.