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lunedì 21 dicembre 2015

VI congreso "Nessuno tocchi Caino": il carcere è una pena di morte mascherata




Il sesto congresso di 'Nessuno tocchi Caino' svoltosi nel carcere di Opera, a Milano, si è concluso con l'approvazione di una mozione che impegna gli organi dirigenti a far propri e a rilanciare gli obiettivi sul miglioramento delle condizioni carcerarie di papa Francesco, che lo scorso anno ha definito l'ergastolo come una "pena di morte mascherata". Apertosi ieri con un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il congresso 'Spes contra spem' ha visto la partecipazione di circa 400 persone. Tra loro c'erano oltre 200 detenuti, molti dei quali condannati all'ergastolo, alcuni arrivati a Opera da Padova e da Voghera per raccontare le loro storie.
La mozione, nel dettaglio, impegna anche "a promuovere ricorsi in sede internazionale, in particolare al Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite, alla Corte europea dei diritti dell'uomo e, in Italia, alla Corte Costituzionale, volti al superamento dei trattamenti crudeli e anacronistici come il regime di cui all'art. 41 bis. e il sistema dell'ergastolo ostativo che, per modalità specifiche e durata eccessiva di applicazione, provocano, come ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica - oltre che da numerosi casi concreti - danni irreversibili sulla salute fisica e mentale del detenuto, tale da configurare la fattispecie di punizioni umane e degradanti".
Infine, la mozione invita il Congresso a elaborare un primo rapporto di 'Nessuno tocchi Caino' sull'ergastolo nel mondo a partire dall'Europa. Tra i prossimi progetti anche quello di realizzare un docu-film, a cura di Ambrogio Crespi, dal titolo, 'Spes contra spem-Liberi tutti'.

La diretta del congresso del 2013, per voi:

 
 

mercoledì 5 febbraio 2014

L'Europa in aiuto ai siriani

 
In Europa siamo stati i più generosi: i nostri popoli hanno fornito, attraverso i bilanci nazionali e la Commissione europea, tre miliardi di dollari e mezzo in aiuti umanitari. Ma il denaro non significa nulla per i bambini, le donne e gli uomini che sono privati dell'assistenza da forze governative o da combattenti dell'opposizione. E l'appello di tutti noi nella comunità internazionale ha avuto lo scopo di fare pressioni sulle parti in lotta per un maggior accesso alle vittime innocenti di questa guerra. Abbiamo visto che l'impegno può portare risultati: per esempio, vaccinazioni anti-polio hanno raggiunto oltre tre milioni di bambini, e abbiamo visto, localmente, anche dei cessate il fuoco che hanno permesso agli aiuti di arrivare. Le questione è come fare questo in modo più profondo, su scala molto più larga...”: queste le parole della commissaria europea Kristalina Georgieva durante il vertice che si è tenuto, pochi giorni fa, sulla crisi umanitaria in Siria, tavolo di lavoro a cui hanno preso parte, oltre a 19 Paesi, anche il vicesegretario dell'ONU, Valerie Amos, e il Ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino.

Mentre negli ultimi tre giorni i raid aerei, condotti dal regime sui quartieri residenziali di Aleppo, hanno fatto oltre 138 vittime, la Commissione europea ha deciso di stanziare altri 85 milioni di euro in favore della popolazione, denaro ripartito in tre macrosettori: aiuti interni, aiuti per la mobilità e aiuti per i rifugiati in Giordania.

In particolare, quaranta milioni saranno destinati per i sevizi di base all'interno del Paese; altri quaranta milioni per favorire l'educazione e l'istruzione per i circa 500mila rifugiati; cinque milioni per dare anche la possibilità, ad alcuni studenti libanesi, di accedere alle università e a studiare in Europa grazie al programma Erasmus-Mundus.

Per quanto riguarda gli aiuti all'interno della Siria, una parte dei fondi saranno destinati a finanziare la campagna dell'Unicef (di cui parleremo a breve) per l'educazione dei più piccoli, le iniziative dell'Unesco per preservare il patrimonio culturale del Paese e le iniziative dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai profughi palestinesi in Siria.

Stefan Fule, commissario europeo per l'Allargamento e le politiche del vicinato, ha così commentato lo stanziamento dei fondi da parte della Commissione: “ La messa a disposizione di queste nuove risorse è la prova che la Commissione europea è impegnata non solo a parole. Continuiamo a rimanere a fianco della popolazione siriana e oggi dimostriamo una volta di più che non solo facciamo promesse, ma le manteniamo anche. Con questa tranche di aiuti l'esecutivo comunitario si concentra sul sostegno per l'educazione all'infanzia e i servizi quali cure mediche e sanitarie e gestione di rifiuti, attività,, quest'ultima, fondamentale per evitare la diffusione di malattie”.
 

lunedì 29 aprile 2013

Molte donne per il nuovo governo italiano



Cecile Kyenge Kashetu

Nomi nuovi, nomi a sorpresa per la lista dei ministri che compone la squadra del neoeletto Presidente del Consiglio, Enrico Letta. E nella squadra molte donne: alle Pari opportunità e allo Sport la campionessa di kajak Josefa Idem, alla Giustizia Anna Maria Cancellieri, agli Affari esteri Emma Bonino, al ministero dell'Agricoltura Nunzia De Gerolamo, alla Salute Beatrice Lorenzin e Anna Maria Bernini alle Politiche comunitarie.
Ma l'Italia ora ha il suo primo ministro nero: ed è giusto dirlo. Cecile Kyenge Kashetu, ministro dell'Integrazione.
Nata a Kambove, nella Repubblica Democratica del Congo, residente in Italia dall'83, vive in provincia di Modena, sposata e madre di due figli, Cecile Kyenge si è laureata in medicina e chirurgia, con specializzazione in oculistica, già deputata del Pd, è portavoce nazionale della Rete Primo Marzo per cui si occupa di promuovere i diritti dei migranti e i diritti umani.
Il neoministro si è avvicinato alle tematiche dell'immigrazione, ha raccontato in una recente intervista, per le difficoltà che ha vissuto in prima persona: due anni dopo aver conseguito la laurea, non poteva accedere ad un concorso pubblico, come tanti altri immigrati come lei. Come prima donna dell'Africa sub-sahariana ad essere eletta nel Parlamento italiano ha affermato di aver provato un forte senso di responsabilità: impegno e responsabilità che l'hanno sempre guidata nel suo percorso umano e politico.
La scorsa edizione della Giornata senza di noi - lo sciopero dei migranti lavoratori, promosso dalla Rete Primo Marzo - è stata organizzata mettendo al centro della riflessione la libera circolazione delle persone immigrate, una nuova legge sulla cittadinanza e l'abrogazione della legge Bossi-Fini. E proprio queste saranno ancora le battaglie di Cecile Kyenge che, nel 2011, ha sottoscritto e divulgato la Carta mondiale dei migranti che riportiamo di seguito in versione integrale.
Intanto la Lega, attraverso le parole di Matteo Salvini, ha espresso la propria posizione riguardo alla scelta del Ministro per l'Integrazione: “Siamo pronti a fare opposizione totale al ministro per l'Integrazione, simbolo di una sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non ai doveri...Venga in alcune città del Nord, a vedere come l'immigrazione di massa ha ridotto gli italiani a minoranza nei loro quartieri. I governatori leghisti del Nord faranno argine, nel nome del 'prima i residenti, prima gli italiani'”.
Ma Laura Boldrini Presidente della Camera, Emma Bonino (che si è sempre battuta per i diritti civili e umani) agli Affari Esteri e Cecile Kyenge all'Integrazione fanno ben sperare.