L'Osservatorio
siriano per i diritti umani, che ha sede a Londra, in un primo
momento, aveva parlato di decine di vittime; il coordinamento
dell'opposizione locale ha parlato di più di 200 morti; 650 per la
coalizione nazionale siriana e 750 per i comitati di coordinamento
dei ribelli. Comunque è strage.
Centinaia
di persone, tra cui donne e molti bambini, sono decedute negli
ospedali siriani in cui lavora Medici senza frontiere. I
rappresentanti della Ong hanno dichiarato che queste persone
presentavano sintomi neurotossici: pupille dilatate, arti freddi,
schiuma alla bocca. Sintomi causati dall'uso di gas nervino.
Questo
attacco sarebbe stato lanciato in una roccaforte ribelle della
regione di Goutha, ad est della città di Damasco, da parte delle
forze del presidente Bashar al-Assad.
Nelle
strutture ospedaliere di Medici senza frontiere sono state ricoverate
circa 3600 persone e i sanitari hanno confermato la possibilità
dell'utilizzo di armi chimiche, scrivendo: “ La sintomatologia, le
caratteristiche epidemiologiche, l'afflusso di un numero così alto
di pazienti in un lasso di tempo così breve, fanno pensare
fortemente all'esposizione massiccia ad un agente tossico”.
La
Coalizione Nazionale Siriana - la prima tra le forze di opposizione -
ha sollecitato la comunità internazionale ad adottare iniziative
ferme per contrastare questo genere di repressione. Ahmad Jarba,
presidente della Coalizione, ha affermato: “ Di parole ne abbiamo
avute abbastanza e adesso ci occorrono passi e azioni serie...per
fermare la continua uccisione di siriani, con armi tanto tradizionali
quanto chimiche. Finora, la risposta del mondo all'operato del regime
di Bashar al-Assad è stata invece una 'vergogna', giacchè è
rimasta ben lungi dal livello etico e legale che il popolo siriano si
aspetta”.
A questo
appello il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha affermato
che, qualora si accertasse l'uso di armi chimiche, questo
costituirebbe un crimine contro l'umanità e violerebbe il diritto
internazionale; il Presidente americano, Barack Obama, ha fatto
capire che, prima di una possibile azione - congiunta con
l'Inghilterra - azione, chiederebbe l'appoggio della comunità
internazionale, aggiungendo: “ Simpatizzo con la posizione del
senatore McCain il quale desidera aiutare le persone ad attraversare
situazioni estremamente difficili e dolorose, sia in Siria che in
Egitto. Dobbiamo pensare strategicamente cosa sarà nei nostri
interessi nazionali a lungo termine, anche se al tempo stesso
cooperiamo a livello internazionale per fare il possibile per fare
pressioni su chi è capace di uccidere civili innocenti”;
dall'Europa, e in particolare dalla Germania, la cancelliera Angela
Merkel, tramite il portavoce governativo, ha affermato di non voler
seguire la strada di una soluzione militare, ma di credere nella
possibilità di una soluzione politica. Infine, l'Iran: in caso di
intervento americano, le autorità iraniane hanno minacciato
ritorsioni.