“Ogni
bambino conta: rivelare la disparità, promuovere i diritti dei
bambini”: questo il titolo dell'ultimo rapporto Unicef sulle
condizioni dei minori nel mondo. Tessa Wardlaw, durante la
presentazione dell'indagine a New York, ha sottolineato l'importanza
delle statistiche per portare alla luce le situazioni in cui diventa
urgente intervenire e per sostenere campagne di sensibilizzazione.
Le
statistiche, infatti, hanno rilevato che alcuni segnali positivi ci
sono: è aumentata, ad esempio, negli ultimi vent'anni, la frequenza
della scuola primaria nei Paesi più poveri, ma sono ancora troppi i
problemi gravi da risolvere per salvare la vita a tanti altri bambini
o per migliorarne la qualità.
Solamente
nel 2012, infatti, sono deceduti circa 18 mila bambini al giorno
sotto i cinque anni per cause prevedibili (malattie infettive o
malnutrizione); il 15% dei minori, in tutto il mondo, è costretto a
lavorare; l'11% delle bambine si sposa prima di aver compiuto i
quindici anni con uomini molto più grandi di loro che usano violenze
fisiche e psicologiche sulle giovanissime mogli; in alcune nazioni,
ad esempio in Ciad, 100 maschi frequentano la scuola secondaria, solo
44 le femmine.
Il
continente africano, purtroppo, è ancora quello che detiene il
primato più triste per quanto riguarda la mortalità infantile,
mortalità dovuta a numerose cause: come detto, le malattie e la
fame, ma anche la violenza a cui i minori sono sottoposti soprattutto
se cresciuti in zone di guerra: vengono uccisi anche perchè
arruolati fin da piccoli nelle fila degli eserciti tribali. I Paesi
africani maggiormente colpiti da queste piaghe sono: la Sierra Leone
che dal 2012 ha contato 182 vittime su mille; l'Angola, la Somalia e
il Congo.
Proprio
per promuovere la pace tra Cristiani e Islamici nella Repubblica
Centrafricana Youssou N'Dour e Idylle Mamba hanno realizzato un video
musicale con la canzone “One Africa”. Lui senegalese musulmano,
lei centrafricana cristiana: due artisti che, attraverso la loro
creatività, cercano di avviare il dialogo tra le due comunità
religiose.
E' del 7
febbraio scorso la notizia del linciaggio di un musulmano che,
cercando di fuggire dalla capitale della Repubblica centrafricana,
Bangui, con altre migliaia di persone, è caduto dal camion su cui
viaggiava ed è stato barbaramente ucciso. Sicuramente una canzone
non è sufficiente per risolvere una situazione complessa e
incancrenita come quella in atto da sempre in quest'area del mondo,
ma il messaggio può arrivare forte e chiaro: le immagini del video
mostrano manifestanti cristiani e islamici, imam e sacerdoti uniti in
un abbraccio per lottare, insieme, per la pace mentre le parole del
testo ricordano la storia del Senegal, nell'epoca in cui le persone
che professavano le due religioni si rispettavano e vivevano in
armonia. E il ritornello ripete: “Cristiani e Musulmani sono dello
stesso sangue”...