Il 19 febbraio scorso è diventato legge il decreto “svuotacarceri” con 147 voti a favore e 95 contrari in Senato senza modifiche rispetto al decreto votato dalla Camera dei deputati.
La legge
si pone due obiettivi: quello, appunto, di evitare il
sovraffollamento e, di conseguenza, anche quello di garantire
maggiori diritti ai detenuti.
La nuova
norma prevede: lo sconto di pena con un affidamento in prova ai
servizi sociali per i più meritevoli e la liberazione anticipata –
che passa da 45 a 75 giorni – sempre per chi tiene una buona
condotta. Questa misura vede esclusi i boss e i delinquenti che si
sono macchiati di reati gravi. Inoltre, è stato stabilito che il
giudice possa decidere di assegnare i domiciliari per gli ultimi 18
mesi di reclusione e tale misura diventa stabile;per la detenzione
domiciliare viene ampliato l'uso dei braccialetti elettronici e, in
caso in cui il magistrato non lo facesse adottare, deve spiegare le
motivazioni della sua decisione, in forma scritta.
Per
quanto riguarda i tossicodipendenti: viene ipotizzato l'affido
terapeutico nelle comunità di recupero anche in caso di recidiva di
reati minori.
Novità
importanti, inoltre, per quanto riguarda gli immigrati: è stato
abolito il reato di clandestinità ed è stata potenziata
l'espulsione immediata in alternativa agli ultimi due anni di pena,
in caso di reati minori. Infine, le procedure di identificazione
devono essere avviate subito dopo la carcerazione.
Ma,
forse, non tanti sanno che, in Italia, si è avviata, da qualche
tempo, anche una forma di giustizia che vede a confronto vittima e
reo: si chiama “giustizia riparativa”.
La
giustizia riparativa o “rigenerativa” considera il reato in
termini di danno alle persone per cui l'autore del reato deve porre
rimedio alle proprie azioni: il metodo prevede un coinvolgimento e
una forma di collaborazione tra l'agente del reato, la vittima e la
comunità civile che devono, insieme, trovare una soluzione
concordata al danno.
Sempre
nel mese di febbraio, l'Associazione per i Diritti Umani ha seguito
l'incontro, organizzato dal Centro Asteria, con Agnese Moro (il video
dell'incontro è disponibile sul canale Youtube dell'Associazione) e,
in quell'occasione, è intervenuta Biancamaria Spricigo, dottore in
ricerca presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università
Cattolica di Milano, che ha spiegato l'utilità della giustizia
riparativa anche per un eventuale recupero delle persone che hanno
commesso azioni sbagliate e per un loro possibile reinserimento nella
società.
Vi
proponiamo il video dell'intervento dell'Avv. Biancamaria Spricigo.