mercoledì 4 febbraio 2015

La beduina Rafea Um Gomar, prima ingegnere solare di Giordania


di Monica Macchi




Nata e cresciuta in una comunità beduina del deserto orientale del Regno di Giordania, ha sfidato i ruoli di genere diventando la prima ingegnere solare del suo Paese e la prima consigliera comunale a Manshiat Al-Ghayath, una zona isolata a circa 260 chilometri dalla capitale Amman. Insieme con la compagna di studi e collega Sahia Um Badr, ha creato 80 impianti solari che non solo hanno illuminato l’intero villaggio ma hanno anche stimolato il ruolo delle donne nell'economia locale, riducendo povertà e dipendenza; il loro prossimo progetto è aprire un centro per formare donne provenienti da altri villaggi e forse addirittura da altri Stati.

Ma la storia di Rafea ha anche rotto il tabù sociale in base al quale in una comunità rurale beduina, le donne non hanno alcun ruolo da potersi ritagliare se non stare a casa a prendersi cura di marito e bambini. E anche lei sembrava destinata a percorrere la stessa strada: sposata a 15 anni per la prima volta e divorziata dopo solo un anno, torna a stare dai genitori per un anno e mezzo dopo di che si è sposata con il suo secondo marito, diventando la sua terza moglie e avendo quattro figli. La sua vita è cambiata quando, con il supporto di UN Women ha avuto la possibilità di frequentare il Barefoot College in India, dove donne, spesso con poca o nessuna istruzione, arrivano da tutto il mondo per diventare ingegneri solari. E in tutte le interviste rilasciate, ripete che “Il messaggio più importante che posso lanciare a tutti i giovani è che l’istruzione è la cosa più importante nella vita”. Ma Rafea ha anche ricevuto un altro supporto fondamentale quello del padre, un leader tribale di alto rango del villaggio. Se infatti da un lato il marito ha ripetutamente minacciato di portarle via i figli se non avesse aderito ai costumi culturali tradizionali, il padre, anche se titubante all’inizio, ha sostenuto pubblicamente di fronte all’intera comunità le aspirazioni della figlia.

Ennesima conferma dell’importanza del ruolo e del sostegno degli uomini nell’emancipazione femminile.