giovedì 12 febbraio 2015

Su quelle barche ci siamo Noi!



Martedì 10 febbraio 2015: un'altra strage in mare. Sono 29 le vittime accertate, morte nel Canale di Sicilia per assideramento, altri 22 sono deceduti durante il trasferimento a Lampedusa. I migranti erano partiti, a bordo di un gommone, dalla Libia, erano stati raggiunti dai soccorsi della Guardia costiera, ma molti di loro non hanno retto al freddo e alla pioggia.

Mercoledì 11 febbraio 2015: altre centinaia di viitime, forse 400, a largo di Lampedusa. I migranti sopravvissuti dicono che tutti sono stati minacciati dagli scafisti che hanno intimato loro di imbarcarsi, impugnando le armi. L'UNHCR conferma la morte di 232 persone, ma il numero è destinato a salire.

Tra questi migranti, anche donne e minori.

L'Associazione per i Diritti Umani vi propone, di seguito, il video di un incontro pubblico da noi organizzato sul tema delle migrazioni e il commento all'accaduto da parte del Naga e del suo Presidente, Luca Cusani.



 
Commento del Naga:

Apprendiamo con dolore dei morti e dei dispersi nel canale del Sicilia. Il freddo e la bufera sono gli eventi atmosferici che hanno causato le morti e il naufragio. Sono però le scelte politiche dei Paesi europei le cause profonde che li hanno determinati.” afferma Luca Cusani presidente del Naga.

Sicuramente la nuova missione militare Triton ha dimostrato immediatamente di non essere adeguata al salvataggio dei migranti che cercano di arrivare in Europa e sebbene Mare Nostrum abbia avuto il merito di salvare molte vite umane e una sua riattivazione sia auspicale, crediamo che le morti in mare possano essere evitate solo attraverso un ripensamento generale delle politiche migratorie europee.” prosegue il presidente del Naga.

Crediamo sia necessario scardinare l'intero discorso sull'immigrazione: parlare di persone da accogliere e non di frontiere da controllare; pensare alla sicurezza di chi migra e non solo a quella dei Paesi di approdo; cercare soluzioni strutturali e non di emergenza; pensare alle migrazioni come un prezioso fenomeno del presente e non come ad un fenomeno da reprimere inutilmente. Pensare che su quelle barche non ci sono Loro, ma ci siamo Noi. Tutti.” conclude Luca Cusani.

Come Naga continueremo a fornire assistenza sanitaria, sociale e legale e continueremo a difendere diritti tutte le volte che cercheremo di soddisfare dei "bisogni".