giovedì 12 settembre 2013

Quando una legge fa paura



Nei giorni scorsi, a Brescia, si è tenuto un flash mob particolare: in piazza Rovetta alcune persone si sono radunate, in silenzio, con un libro in mano e rivolte verso la Loggia. Un'iniziativa per manifestare contro la legge sull'omofobia in discussione in questi giorni alle Camere. La modalità di protesta non è chiara, anche se i partecipanti si sono definiti “sentinelle della libertà di espressione” e hanno dichiarato che la legge in questione sarebbe discriminatoria nei confronti degli eterosessuali che subiscono violenze analoghe a quelle denunciate dagli omosessuali.
La proposta legislativa era stata presentata, da Ivan Scalfarotto come primo firmatario, nel mese di agosto, ma la discussione è stata poi fatta slittare a settembre e, nel frattempo, il testo ha subìto alcune modifiche da parte della Commissione giustizia.
Noi guardiamo alle questioni che riguardano la vita delle persone gay, lesbiche e transessuali...E in questo caso, il risultato ci piace fino a un certo punto”, sostiene Flavio Romani, Presidente dell'Arcigay, riferendosi al nuovo testo della legge che ha a che fare con la legge Mancino. Nel testo proposto inizialmente veniva, infatti, punito “l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull'omofobia o transfobia”; oggi, invece, sembra che si voglia eliminare l'Art.3 della legge Mancino, ovvero l'aggravante di omofobia e transfobia.
Il fronte cattolico si impunta e chiede l'introduzione di una clausola per chi si dichiara favorevole solamente ai rapporti eterosessuali: la clausola dovrebbe salvaguardare queste persone dall'essere perseguite per le proprie opinioni. PD e Sel promettono, invece, un emendamento che reinserisca nel testo l'aggravante per omofobia e transfobia.
Insomma, il cammino di questa legge è ancora contorto e difficile e lontano risulta, in Italia, il riconoscimento dei diritti civili per le coppie omosessuali.