(Foto LaPresse) |
I
genitori italiani dichiarano che, se il direttore non trovasse posto
per i loro figli in altre frazioni, li trasferiranno in un altro
Comune: e così fanno. Iscrivono i bambini in altre scuole di Costa
Volpino e di altri paesi limitrofi.
Dal
municipio, nessun commento. Il preside dell'istituto comprensivo,
Umberto Volpi, allarga le braccia, sconsolato.
Provincia
di Novara: a Landiona. Siamo sempre in una scuola elementare. Un
ragazzino sinti entra in classe il primo giorno di lezione e le
famiglie dei compagni italiani decidono di trasferirli in un paese
vicino, a Vicolungo. Il sindaco di Landiona, Marisa Albertini,
afferma: “I bambini di famiglie rom sono 28, ma pochi frequentano.
Questa mattina erano in sei. Abbiamo pochi bambini e l'intenzione era
quella di fare l'accorpamento con la scuola di Vicolungo, mettendo
anche uno scuolabus, ma per ora non ci siamo riusciti” e aggiunge:
“Non siamo razzisti, mi dispiace. Molti genitori hanno iniziato a
spostare i bambini e poi lo hanno fatto anche gli altri”.
Bisognerebbe
chiedere il motivo di questo spostamento; bisogenrebbe, forse,
mettere in atto strategie diverse (oltre ad uno scuolabus) per
contrastare la dispersione scolastica, soprattutto da parte dei figli
di genitori rom e sinti; bisognerebbe smetterla con le ipocrisie...La
decisione di ritirare i bambini “è un fatto di una gravità
assoluta. Ma noi non siamo razzisti”, afferma anche Francesco
Cavagnino, consigliere comunale.
Si
potrebbe cominciare dai fatti, facendo sì che tutte le scuole, di
ogni ordine e grado, diventino di nuovo un luogo dove imparare - con
le parole e con i fatti - il senso del rispetto, dell'accoglienza e
dell'inclusione.