Si
chiamava Rawan e aveva solo otto anni. Viveva nella'rea tribale di
Hardh, nello Yemen, ed è stata venduta dai suoi genitori ad un uomo
di quarant'anni, come sua sposa. E' deceduta dopo la prima notte di
nozze a causa di una emorragia interna.
La
notiazia è stata ripresa dal Gulf News - il sito in inglese della
regione del Golfo - e poi dal Daily Mail, ma le autorità locali
l'hanno smentita. Gli attivisti di molte associazioni che tutelano e
monitorano i diritti umani, invece, chiedono il processo e la
condanna dei genitori e dell'uomo.
Nel 2009
il parlamento yemenita ha votato una legge per evitare i matrimoni
sotto i 17 anni, ma i conservatori e gli estremisti - rifacendosi ad
una interpretazione letteraria del Corano - si sono opposti e hanno
ribadito che la legge islamica non pone limiti di età per le unioni.
E il caso di Rawan pone di nuovo l'accento su un fenomeno purtroppo
ancora molto diffuso non solo nello Yemen, ma in tanti Paesi dove le
bambine diventano merce di scambio per genitori poveri, ignoranti o
senza scrupoli. “Le conseguenze dei matrimoni infantili sono
devastanti. Le bambine vengono tolte dalla scuola, la loro istruzione
interrotta in modo permanente e molte soffrono di problemi di salute
cronici per avere troppi figli e troppo presto”, sostiene Liesl
Gerntholdz, direttore della Divisione per i diritti delle donne di
Human Rights Watch e aggiunge: “ E' fondamentale che lo Yemen
prenda misure immediate per proteggere le ragazze da questi abusi”.
Il fenomeno, nel paese della Penisola araba, secondo gli ultimi dati
Unicef, riguarda il 14% delle bambine che si sposa prima dei 15 anni
e il 52% prima dei 18.
Troppo
esigui i segnali di un cambiamento sia della mentalità sia delle
politiche sociali: una piccola speranza, però, è arrivata, nei
giorni scorsi, dall'India. Jyoti Singh Pandey era una studentessa
ventitreenne. Venne stuprata su un autobus a New Delhi il 16 dicembre
scorso e morì due settimane dopo l'accaduto in un ospedale di
Singapore per le feite riportate. I quattro accusati della violenza
sono stati tutti giudicati colpevoli.
Un
incontro interessante a Milano
L’altro
Pakistan – Storie e scuole che cambiano la vita delle donne
Conversazione
con Mushtaq Chhapra, Chairman e fondatore di The Citizens Foundation
– TCF sull’istruzione in Pakistan e l’accesso scolastico
femminile.
Intervengono
Viviana Mazza e Antonio Ferrari del Corriere
della Sera.
Ingresso gratuito con prenotazione, scrivendo a italianfiends.tcf@gmail.com
The
Citizens Foundation - TCF costruisce e mantiene scuole nelle aree più
svantaggiate del Pakistan, garantendo istruzione e formazione di
qualità ai figli delle famiglie più povere, focalizzando il proprio
impegno anche sull'accesso scolastico femminile.
Mushtaq
Chhapra è un imprenditore del settore manifatturiero, filantropo
convinto, attivo con diversi enti di beneficienza nelle aree della
salute, sicurezza alimentare e dell'arte.
L’iniziativa
è realizzata grazie al sostegno di:
Blog
27esima Ora - Corriere
della Sera
- Fondazione Corriere
della Sera
- Provincia di Milano - Atelier Anaïs - BECO Textiles - Borgo
Paglianetto - Brambilla & Associati - Clayworks - Femminile al
Plurale - Grand Hotel ed de Milan - Media Arts - Tramezzino.it -
Villa Angarano