Talal è
un bambino che vive nella striscia di Gaza ed è amico di Yara, una
zebra che si trova in uno zoo al di là del muro che separa la
Palestina da Israele.
A causa
dei continui bombardamenti, lo zoo ormai si è svuotato degli animali
e, all'ennesimo attacco militare, anche Yara perde la vita.
Il
guardiano, per risparmiare a Talal il dolore per questa perdita,
decide di travestire un asino da zebra, ma il ragazzino se ne accorge
e si sente profondamente tradito. Se ne va, ma arrivano i mass-media:
l'anziano guardiano decide di chiedere pubblicamente scusa a Talal,
il bambino lo perdona e, al suo ritorno, i due decidono di mettere un
cartello sulla gabbia dell'asino con la scritta: “Questa zebra non
è un asino”.
Nato
come racconto scritto, Questa
zebra non è un asino. Storia di un'amicizia più forte della guerra
diventa uno spettacolo
teatrale, di e con Giorgio Scaramuzzino, presentato anche all'ultima
edizione del Festival di Todi. Una storia che si rivolge ai bambini,
ma anche agli adulti per parlare di diritti, di pace e di
solidarietà.
Abbiamo
intervistato Giorgio Scaramuzzino che ringraziamo per la sua
disponibilità
Di cosa
parla il testo e quando ha avuto l'idea di scriverlo?
L'idea
l'ho avuta appena ho letto la notizia sul giornale, notizia che
riguardava questo piccolo zoo nella striscia di Gaza dove il
direttore si era trovato coinvolto nella geniale idea di trasformare
un asino in una zebra per soddisfare le esigenze dei bambini che non
avevano più animali da accudire perchè massacrati dalla guerra,
dalla fame.
Avevo
voglia di parlare di infanzia negata, partendo da un fatto reale che
pochi conoscono al di fuori dei confini di quei luoghi.
Cosa
rappresenta il rapporto di amicizia tra Talal e la zebra?
Si
tratta di uno dei pochi momenti in cui il ragazzo è veramente un
bambino; uno dei rarissimi momenti in cui l'infanzia, nella striscia
di Gaza, può giocare, altrimenti i bambini devono pensare a
difendersi, a sopravvivere, a mangiare, a superare i posti di blocco
e, così, fanno una vita da grandi. Quello, invece, è il momento
sacrosanto e legittimo del divertimento e del sogno.
Oltre al
tema della diversità, quali sono gli altri argomenti veicolati dallo
spettacolo?
Nello
spettacolo - maggiormente rispetto al libro – c'è un rapporto
continuo con la Convenzione Internazionale dei Diritti dell'Infanzia
e dell'Adolescenza.
I
passaggi dello spettacolo sono intercalati dagli articoli della
Convenzione, ad esempio: larticolo riguardante l'identità. I bambini
palestinesi non hanno né identità né nazionalità perchè il Paese
non li riconosce; come detto, non hanno il diritto di giocare perchè
è addirittura vietata l'importazione di giocattoli (infatti
costruiscono aquiloni); non hanno il diritto allo studio perchè non
ci sono scuole in numero proporzionale ai bambini e,comunque, non c'è
il materiale per costruirle; non hanno il diritto alla salute perchè
spesso gli ospedali non hanno la corrente elettrica. Recentemente un
bambino è stato operato con la luce di un telefono cellulare; gli
orti si trovano vicino ai confini che vengono continuamente
bersaglaiti...Insomma è una continua negazione dei diritti primari.
Cosa si
può fare per tutelare i diritti di questi bambini e, in generale,
dei minori?
Lo scopo
di noi artisti è quello di denunciare affinché più persone
possibile sappiano la verità. Dobbiamo dare le notizie al di là di
idee politiche o religiose. A me interessa solo far sapere che, nella
striscia di Gaza, sono negati i diritti di base, soprattutto quelli
dei bambini e degli adolescenti.