sabato 11 luglio 2015

L’omosessualità non è più illegale in Mozambico

di Veronica Tedeschi



Il 29 giugno è entrato in vigore il nuovo codice penale del Mozambico, già modificato a dicembre scorso e che, come grande novità, contiene una proibizione della persecuzione giudiziaria contro gli omosessuali. Questa è una fresca boccata d’aria per la popolazione mozambicana che vive in uno degli stati in cui l’intolleranza è da sempre la meno influente rispetto ad altri Stati dell’Africa meridionale.

Nel continente africano, il Sud Africa è l’unico stato che riconosce i matrimoni omosessuali mentre sono ben 35 gli stati africani in cui, non solo i matrimoni omosessuali sono illegali, ma sono anche previste norme che prevedono sanzioni specifiche per la punizione di questo “reato”, che vanno da un’ammenda a 25 anni di prigione.
In Mozambico, prima della legalizzazione, l’omosessualità poteva essere punita come “atto contro la pubblica morale” secondo le leggi coloniali portoghesi (articoli 70 e 71) del 1886. A differenza di altri stati con la stessa legislatura, qui l'omosessualità maschile veniva punita con l'imprigionamento fino a 3 anni in istituti di rieducazione dove il lavoro duro è usato per modificare il comportamento.

La popolazione è, naturalmente, contenta di questo cambiamento ma non ci crede fino in fondo, “non possiamo veramente parlare di volontà politica, il governo reagisce piuttosto alla pressione esterna di alcune ambasciate e investitori”, ha detto Dercio Tsandzana, un blogger e influente attivista.

Infatti, la cosa particolarmente curiosa è che l’entrata in vigore del nuovo codice penale è avvenuta con un velo di indifferenza generale, sia per le televisioni africane che per quelle occidentali.
La notizia avrebbe potuto rappresentare un punto di riferimento per altri stati africani che sono ancora in una fase di transizione e indecisione rispetto alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali. Invece, non è stato programmato nessun evento particolare per celebrare quello che in altri paesi dell’Africa meridionale poteva apparire come un importante passo in avanti per i diritti Lgbt. Basti pensare ai loro vicini di casa, lo Zimbabwe, in cui l’omosessualità è illegale secondo l'articolo 73 del Codice Penale, ed è governata da un presidente famoso per le sue crociate anti-gay.
Questa svolta avrebbe dovuto avere un impatto maggiore in tutta l’Africa meridionale ma così non è stato; la speranza è quella che gli stati vicini si chiedano le motivazioni di questo cambiamento e traggano spunti per il loro futuro.