“L'Italia
è un Paese libero, ma esiste l'omofobia e chi ha questi
atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza...Nel 2013
c'è ancora l'omofobia, sono stanco”: queste le parole scritte su
un biglietto da un ragazzo di 21 anni che, nei giorni scorsi, si è
tolto la vita lanciandosi dall'undicesimo piano di un palazzo di
Roma. Ed è il terzo caso di suicidio, a causa dell'omofobia, nella
capitale nell'arco di un anno: lo scorso novembre, infatti, uno
studente di un liceo scientifico si è impiccato con una sciarpa e,
in agosto, un altro adolescente si è buttato dal terrazzo di casa.
Il mese
scorso è stata approvata alla Camera la legge che inasprisce le pene
per chi commette reati a carattere omofobo, ma il provvedimento ha
fatto scattare le proteste di Sel, M5S e delle organizzazioni gay per
un emendamento che salva dalle aggravanti. Il testo, ora, deve essere
approvato in Senato. (rimandiamo ad un articolo precedente
sull'argomento).
L'ultimo
suicidio di una persona giovane ha rimesso al centro del dibattito il
tema. Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, ha affermato: “ I
suicidi o i tentativi di suicidio di giovani omosessuali sono un dato
allarmante. Dai dati in nostro possesso risulta che un omosessuale su
dieci, nella sua vita, ha pensato al suicidio. Le istituzioni diano
una risposta urgente nella lotta all'omofobia e nell'allargare la
sfera dei diritti gay”. A queste parole si sono aggiunte quelle di
Franco Grillini, presidente di Gaynet: “ Quel poco che è trapelato
ci consente di dire, ancora una volta, che in Italia la politica è
sorda e cieca e non riesce a promuovere con rapidità e decisione
quei cambiamenti legislativi che sono essenziali per imprimere una
svolta alla vita di milioni di persone Lgbt”.
Da parte
delle istituzioni, una prima risposta è arrivata da Maria Cecilia
Guerra, Viceministro del lavoro e delle Politiche sociali con delega
alle Pari opportunità: “Provo un dolore profondo per lui che ha
deciso di rinunciare a vivere perchè si sentiva “sbagliato” e
sono vicina alla famiglia”, ha detto il Viceministro, per poi
continuare: “ Tutti abbiamo responsabilità, ciascuno a suo modo:
le istituzioni, la scuola, la famiglia, i mass-media, e non voglio
certo sottrarmi alle mie. Sono ben consapevole che è necessario fare
molto di più. Le prime iniziative che ho preso, da quando mi sono
state conferite le deleghe relative alla lotta contro le
discriminazioni in base all'orientamento sessuale e all'identità di
genere, in collaborazione con il Dipartimento Pari opportunità e con
il Ministero della Pubblica istruzione, vanno proprio nella direzione
di agire subito dentro e con la scuola, e di lavorare insieme alle
famiglie”.
Intanto
alcuni cittadini, mercoledì scorso, sono scesi in piazza, nella Gay
street di Roma, in Via San Giovanni in Laterano, per chiedere una
nuova legge contro l'omofobia che tuteli davvero i trans e gli
omosessuali anche in nome di tutti coloro che hanno sacrificato la
propria vita per i diritti civili e contro ogni forma di violenza.
Manifestazione durante la Giornata Mondiale contro l'omofobia, maggio 2013