All'inizio
del mese di ottobre erano 52 i migranti di origine somala, eritrea e
nigeriana arrivati in Sicilia, in Italia per chiedere asilo politico
e in cerca di salvezza a causa delle guerre civili e della violenza
che regnano nei loro Paesi di provenienza.
Oggi
sono più di 180. E sono stati “parcheggiati” all'interno del
Pala Nebiolo dell'Annunziata, a Messina. Non si esclude che, nei
prossimi giorni o nelle prossime ore, arrivino altri immigrati per
cui le autorità stanno valutando l'ipotesi di preparare una
tendopoli nel campo da baseball accanto alla palestra.
Questa
decisione ha fatto scattare la protesta di molte associazioni, oltre
che di una buona parte della società civile. Durante lo scorso week
end è stato, quindi, organizzato un sit-in davanti alla Prefettura
ed è stata scritta una lettera aperta indirizzata al sindaco, Renato
Accorinti, nella quale si legge: “ Una prima valutazione sul Pala
Nebiolo attiene alla sua natura giuridica. E' stato creato un centro
di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, senza
decreto ministeriale e senza i requisiti minimi di legge. Il prefetto
Stefano Trotta, ha inoltre, emanato il 30 ottobre un avviso pubblico
per nominare l'ente gestore del Pala Nebiolo o di altra struttura,
che scadrà il 12 novembre, e il 1 novembre ha diramato un comunicato
per evidenziare la ricerca di aree pubbliche, dove allocare una
tendopoli. Le caratteristiche di non-luogo permangono anche nella
scelta di non definire la natura giuridica del centro nell'avviso
pubblico: non è chiaro se verrà istituito un CRA (Centro di
Accoglienza per Richiedenti Asilo) o un Centro ai sensi della legge
Puglia che dovrebbe, invece, avere carattere di temporaneità e
provvisorietà”.
Il 15
ottobre scorso il governo, con il decreto legge n.120, ha garantito
210 milioni di euro da destinare alle esigenze straordinarie connesse
ai flussi migratori: le associazioni e l'amministrazione comunale di
Messina hanno proposto che queste risorse vengano impegnate
nell'inclusione sociale dei migranti e nel welfare; i richiedenti
asilo potrebbero, così, anche accedere allo SPRAR, il sistema di
accoglienza e protezione gestito dai Comuni italiani.
Intanto
l'Arci afferma che, attraverso il suo sportello SOS, gli operatori
hanno riscontrato: “ la mancanza di consapevolezza tra le persone
incontrate sul proprio status giuridico e la presenza di minorenni
per i quali abbiamo chiesto l'accertamento dell'età alla questura”.
L'Arci ha denunciato, inoltre, la presenza “di malattie infettive
come la scabbia, persone con abbigliamento inadeguato al clima
autunnale, brandine senza materassi, insufficienti impianti igienici
e livelli di pulizia”.
Per
concludere, le associazioni hanno chiesto di “fermare
l'istituzionalizzazione di un centro dove sono stati trasferiti,
negli ultimi giorni, migranti che, intercettati in mare da “Mare
Nostrum”, sembrerebbero essere arrivati direttamente dallo sbarco.
Un luogo, quindi, dove attendere anche un probabile rimpatrio
coatto”: bisogna, invece, continuare a cercare un luogo di
accoglienza idoneo, dal punto di vista della sicurezza e in cui si
seguano tutti i princìpi legati all'ospitalità e al rispetto della
dignità umana.