Mentre
Don Luigi Ciotti viene minacciato da Riina, noi rispondiamo a gran
voce con la recensione di un libro importante e ve lo consigliamo di
cuore. Stiamo parlando del Manifesto
dell'Antimafia del Prof.
Nando dalla Chiesa, edito da Einaudi.
Il
Professore - docente di di Sociologia della criminalità organizzata
presso l'Università degli studi di Milano - ha calcolato, insieme ai
suoi studenti, che una tangente pagata alle mafie ha lo stesso valore
economico di duemila assegni di ricerca: sostegno allo studio,
sostegno al lavoro. Tutto questo sottratto alla società e ai
cittadini onesti.
Parte
proprio da qui l'ultimo lavoro di Nando dalla Chiesa: dalla
mentalità, dalle pratiche quotidiane, diffuse e sotterranee, che
alimentano la forza della criminalità. La mafia non è solo al Sud,
la mafia non intacca solo politica e finanza; la mafia si annida
nella mancanza di valori positivi e di indifferenza verso il Bene
comune. Non a caso il professore definisce la 'ndrangheta come una
“forza sociale criminale” perchè riguarda i comportamenti
sociali, quindi anche quelli di ciascuno di noi.
Le mafie
hanno un'anima, si continua a leggere nel testo, un'anima nera che si
può tradurre in tabelle e schemi concreti. Si fa riferimento a tre
“C” che non vanno sottovalutate: quelle dei complici, del
concorso esterno e, soprattutto, dei codardi.
Il
saggio si rivolge a tutta la società civile e, in particolare, ai
giovani che forse si sentono schiacciati e scoraggiati da quella zona
grigia, da quella palude (culturale, politica, istituzionale) che non
riesce a sbloccare la situazione, per paura o per
interesse...Pensiamo alle vicende che stanno caratterizando
l'organizzazione di Expo 2015. Ma sono proprio loro, i giovani,
portatori di speranza e di futuro e noi più grandi abbiamo il dovere
di indicare e di ricordare che la strada è sempre e soltanto quella
dell'etica e della giustizia.