Abbiamo
rivolto alcune domande a Kazi Tipu, regista del film 18
+,
che sta ottenendo molto successo in vari festival cinematografici,
tra cui l' International Short Film Froum Festival, Dhaka Bangladesh.
Un documentario sui temi di attualità che riguardano i giovani,
figli di immigrati, la cittadinanza, il loro futuro e quello della
nostra società.
Ringraziamo
molto Kazi Tipu per questo racconto.
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Cosa
significa essere ragazzi di "seconda generazione"?
Seconda
generazione vuol dire, secondo me, tante cose e riguarda tante
situazioni diverse ma essenzialmente sono il nostro prossimo futuro,
il nuovo mondo. Per il momento sono in mezzo tra la storia vecchia
ed il futuro ed hanno sulle spalle il peso di questa incertezza
rispetto alle loro speranze ed alle loro difficoltà di vivere in
una situazione stabile, sicura. Sono i ricercatori che sperimentano
la possibilità di creare una vero mondo più aperto e pacifico.
Quali
sono i problemi della legge italiana riguardo la cittadinanza?
C'è
tanta difficoltà . Molti ragazzi vivono in Italia, studiano in
Italia, fanno il tifo e si innamorano ma non sono a tutti gli effetti
italiani. Ritrovano tante difficoltà per legge perché la legge dà
loro la possibilità di chiedere la cittadinanza solo a 18 anni ed il
percorso é molto lungo . Discutono, studiano la storia dell'Italia,
la amano, sono educati per essere cittadini ma non possono esprimere
i loro diritti di cittadinanza.
La
quotidianità, a Milano, di un ragazzo di origini straniere è uguale
a quella di un italiano: ma qual è il rapporto con la cultura dei
genitori?
Credo
di no. Sono situazioni molto diverse. Le comunità spesso hanno una
cultura che si chiude in sé per difendere le proprie tradizioni e la
propria identità. E i ragazzi sono divisi, a scuola, in giro
condividono la cultura ed i modi dei loro compagni italiani o di
altre comunità, quando tornano a casa ritrovano la famiglia con i
suoi valori tradizionali che spesso non capisce la loro situazione
. Quindi questi ragazzi devono affrontare molte difficoltà anche
perché devono confrontarsi con tradizioni e metodi diversi, ma li
vedo molto attivi, molto pieni di energia positiva e arrivare anche
tra i primi nelle graduatorie scolastiche. Le difficoltà li faranno
diventare più forti e speriamo che cresca anche la capacità di
convivere e di condividere.
Quali
sono i sogni e le aspettative per il futuro? E quali sono le paure?
Quelli
di tutti i giovani: avere una famiglia, sistemarsi. La maggior parte
vuol restare in Italia e quindi sperano in un lavoro qualificato e
stabile. Altri vogliono tornare nei loro paesi e praticare quello che
hanno imparato. Tutto è molto fluido. Altri si trasferiscono in
altre nazioni dove le comunità sono più organizzate e ci sono più
prospettive. La paura è l'incertezza , dover tornare indietro, non
avere delle radici solide, non essere in nessun luogo.
Come
e quando è stato realizzato il film?
Quando
ho finito il mio studio all' Accademia del Cinema a Bologna poi mi
sono spostato a Venezia Mestre. Era la fine del 2012 . Dove io
abitavo ho trovato una ragazzo bengalese di 18 anni che si chiama
Imran. Ho passato quasi 7 mesi con lui per capire bene chi sono loro,
quale rapporto aveva con la sua famiglia , che cosa faceva, che cosa
stava pensando del suo futuro. Nel 2013 a maggio uno dei responsabili
della comunità di Milano mi ha proposto di girare un film a Milano.
Così é cominciata l'avventura. Ho trovato molta collaborazione
nella comunità, nel Comune di Milano, la Scuola del Cinema, nell
'Arci , Film Commission Lombardia, Centro Internazionale di
Drammaturgia contemporanea Outis e tante altre. Ho conosciuto tanti
giovani Bengalesi, Dell'Est Europa, Sudamericani, Africani. Un mondo
ricco e variegato di storie e di emozioni che mi hanno fatto capire
l'importanza del nostro tempo e di raccontarlo con ottimismo. Così
sono riuscito a fare un piccolo film che mi ha aiutato a capire
tante cose, ad entrare in un nuovo mondo. Il film era partito da un
progetto di 120 minuti ora é di 52 per dargli maggior ritmo ed
intensità. Ora il film dopo essere stato presentato alle Comunità
di Milano, di Venezia, di Bolzano, di Monza, sarà presentato a
Venezia il 3 settembre nel Venice Film Meeting multisala Astra. Al
Lido . Il futuro. Insh Aallah