martedì 9 settembre 2014

18 +: un film sui nuovi italiani



Abbiamo rivolto alcune domande a Kazi Tipu, regista del film 18 +, che sta ottenendo molto successo in vari festival cinematografici, tra cui l' International Short Film Froum Festival, Dhaka Bangladesh. Un documentario sui temi di attualità che riguardano i giovani, figli di immigrati, la cittadinanza, il loro futuro e quello della nostra società.
 
 
 
 
 

Ringraziamo molto Kazi Tipu per questo racconto.

   
 

Cosa significa essere ragazzi di "seconda generazione"?

 

Seconda generazione vuol dire, secondo me, tante cose e riguarda tante situazioni diverse ma essenzialmente sono il nostro prossimo futuro, il nuovo mondo. Per il momento sono in mezzo tra la storia vecchia ed il futuro ed hanno sulle spalle il peso di questa incertezza rispetto alle loro speranze ed alle loro difficoltà di vivere in una situazione stabile, sicura. Sono i ricercatori che sperimentano la possibilità di creare una vero mondo più aperto e pacifico.


Quali sono i problemi della legge italiana riguardo la cittadinanza?

 

C'è tanta difficoltà . Molti ragazzi vivono in Italia, studiano in Italia, fanno il tifo e si innamorano ma non sono a tutti gli effetti italiani. Ritrovano tante difficoltà per legge perché la legge dà loro la possibilità di chiedere la cittadinanza solo a 18 anni ed il percorso é molto lungo . Discutono, studiano la storia dell'Italia, la amano, sono educati per essere cittadini ma non possono esprimere i loro diritti di cittadinanza.


La quotidianità, a Milano, di un ragazzo di origini straniere è uguale a quella di un italiano: ma qual è il rapporto con la cultura dei genitori?

 

Credo di no. Sono situazioni molto diverse. Le comunità spesso hanno una cultura che si chiude in sé per difendere le proprie tradizioni e la propria identità. E i ragazzi sono divisi, a scuola, in giro condividono la cultura ed i modi dei loro compagni italiani o di altre comunità, quando tornano a casa ritrovano la famiglia con i suoi valori tradizionali che spesso non capisce la loro situazione . Quindi questi ragazzi devono affrontare molte difficoltà anche perché devono confrontarsi con tradizioni e metodi diversi, ma li vedo molto attivi, molto pieni di energia positiva e arrivare anche tra i primi nelle graduatorie scolastiche. Le difficoltà li faranno diventare più forti e speriamo che cresca anche la capacità di convivere e di condividere.



Quali sono i sogni e le aspettative per il futuro? E quali sono le paure?



Quelli di tutti i giovani: avere una famiglia, sistemarsi. La maggior parte vuol restare in Italia e quindi sperano in un lavoro qualificato e stabile. Altri vogliono tornare nei loro paesi e praticare quello che hanno imparato. Tutto è molto fluido. Altri si trasferiscono in altre nazioni dove le comunità sono più organizzate e ci sono più prospettive. La paura è l'incertezza , dover tornare indietro, non avere delle radici solide, non essere in nessun luogo.



Come e quando è stato realizzato il film?

 

Quando ho finito il mio studio all' Accademia del Cinema a Bologna poi mi sono spostato a Venezia Mestre. Era la fine del 2012 . Dove io abitavo ho trovato una ragazzo bengalese di 18 anni che si chiama Imran. Ho passato quasi 7 mesi con lui per capire bene chi sono loro, quale rapporto aveva con la sua famiglia , che cosa faceva, che cosa stava pensando del suo futuro. Nel 2013 a maggio uno dei responsabili della comunità di Milano mi ha proposto di girare un film a Milano. Così é cominciata l'avventura. Ho trovato molta collaborazione nella comunità, nel Comune di Milano, la Scuola del Cinema, nell 'Arci , Film Commission Lombardia, Centro Internazionale di Drammaturgia contemporanea Outis e tante altre. Ho conosciuto tanti giovani Bengalesi, Dell'Est Europa, Sudamericani, Africani. Un mondo ricco e variegato di storie e di emozioni che mi hanno fatto capire l'importanza del nostro tempo e di raccontarlo con ottimismo. Così sono riuscito a fare un piccolo film che mi ha aiutato a capire tante cose, ad entrare in un nuovo mondo. Il film era partito da un progetto di 120 minuti ora é di 52 per dargli maggior ritmo ed intensità. Ora il film dopo essere stato presentato alle Comunità di Milano, di Venezia, di Bolzano, di Monza, sarà presentato a Venezia il 3 settembre nel Venice Film Meeting multisala Astra. Al Lido . Il futuro. Insh Aallah