"...Non si potrà avere un globo pulito se gli uomini sporchi restano impuniti. E' un ideale che agli scettici potrà sembrare utopico, ma è su ideali come questo che la civiltà umana ha finora progredito (per quello che poteva). Morte le ideologie che hanno funestato il Novecento, la realizzazione di una giustizia più giusta distribuita agli abitanti di questa Terra è un sogno al quale vale la pena dedicare il nostro stato di veglia".
martedì 2 settembre 2014
L'Uganda e l'omosessualità
Il 1° agosto 2014 la Corte Costituzionale dell’Uganda ha annullato l’Anti-Homosexuality Act, la legge contro gli omesessuali promulgata dal Parlamento in Febbraio e in vigore da Marzo 2014.
Sebbene l’atto sia stato smantellato sulla base di un tecnicismo - quando in dicembre era stata votata le legge, in Parlamento non era stato raggiunto il quorum di presenti necessari all’approvazione di tal provvedimento - la speranza è che si tratti del primo passo verso la fine della discriminazione propugnata dalla Stato, nonchè un segnale per il miglioramento delle condizioni di vita di persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersex (LGBTI).
Da tempo, ormai, le persone LGBTI in Uganda sono intrappolate in un circolo vizioso di discriminazione, minacce, abusi e ingiustizie, e dall’entrata in vigore della legge in questione il numero di arresti arbitrari, abusi di potere e estorsioni da parte della polizia nei loro confronti è notevolmente aumentato e con esso anche il numero di persone che ha perso il lavoro, la casa, o è stato costretto ad abbandonare finanche il Paese.
Nonostante l’importanza del fatto, la Sezione 145 del Codice Penale dell’Uganda resta in vigore, e con essa continua a essere punita la “conoscenza carnale tra qualsiasi persona che si configuri come contro l’ordine di natura”.
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