giovedì 4 settembre 2014

Io sto con la sposa


 

In attesa che esca anche nelle sale delle città italiane, vi riproponiamo la recensione del film IO STO CON LA SPOSA, presentato nei prossimi giorni alla Mostra del Cinema di Venezia. L' 'appuntamento è al Lido di Venezia per il 4 Settembre alle 14,30 in Sala Grande, con replica il 5 settembre alle 17,30 in Sala Perla. I biglietti si possono acquistare online . Per chi non può essere a Venezia, il festival mette a disposizione 400 streaming on demand su Mymovies per l'Italia, e altrettanti per l'estero su Festival Scope .





Cinque passaggi di frontiera attraverso l'Europa: Italia, Francia, Lussenburgo, Germania, Danimarca e Svezia. Un gruppo di palestinesi-siriani, di notte e clandestinamente, percorrono migliaia di chilometri “accompagnati” da una sposa. Perchè, chi avrebbe il coraggio di chiedere i documenti ad una sposa? Nasce da questa domanda il documentario Io sto con la sposa (On the bride's side) ideato e realizzato da Gabriele Del Grande, giornalista e scrittore, Antonio Augugliaro, videoartista e Khaled Soliman Al Nassiry, porta e critico palestinese-siriano. Siamo stanchi di dividere gli esseri umani in legali e illegali. E siamo stanchi di contare i morti in mare. Non sono vittime della burrasca, ma di leggi europee alle quali è arrivato il momento di disobbedire per riaffermare il principio della libertà di circolazione”, dichiara Gabriele Del Grande.
Quando vedi arrivare gente del tuo paese e sai che stanno scappando da una guerra... - aggiunge Khaled Soliman Al Nassiry - Senti che stai facendo una cosa giusta. Aiutare anche una sola persona ad uscire da quel mare di sangue, ti fa sentire dalla parte del giusto”.
Dal 14 al 18 novembre scorso ventritrè persone, tra ragazzi e ragazze, italiani, siriani e palestinesi prendono parte ad un corteo nuziale che parte da Milano con destinazione Stoccolma, violando le leggi sull'immigrazione. Tasneem, questo il nome della sposa, e i suoi amici sfondano la Fortezza Europa con il sorriso e il coraggio d disubbidire.
Abbiamo cercato uno sguardo nuovo - dice Antonio Augugliaro - scevro da ogni vittimismo e commiserazione. Nel film, raccontiamo prima di tutto una storia che ha il gusto dell'avventura, la dimensione del sogno e la forma di una maschera.
La storia raccontata è una finzione, ma affonda le sue radici nella realtà: per preparare il progetto i registi hanno intervistato tantissimi migranti che hanno messo le loro vite in mano ai trafficanti. Il documentario mette in scena proprio questo tipo di viaggio e di scelta e i tre autori rischiano 15 anni di carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.