“Il documento è violento e illegale”: questa la dichiarazione di un funzionario di polizia francese quando si è visto arrivare una nota interna del commissariato in cui era scritto che, secondo le direttive della sede centrale, bisognasse localizzare le famiglie Rom che vivono in strada, identificarle ed espellerle sistematicamente.
Questo è
accaduto qualche giorno fa a Parigi, nel VI arrondissement, il
quartiere di San Germein des Pres, uno dei più ricchi della città.
La notizia è uscita sul quotidiano Le
parisien,
per poi essere riportata su molte testate nazionali e internazionali,
e ha contribuito a scatenare un'ulteriore bufera sul Ministro
dell'Interno francese, il socialista Manuel Valls. La Francia non si
conferma come la patria dei diritti dell'uomo e del cittadino e,
infatti, la Commissione europea minaccia sanzioni, ricordando che:
“...I Rom sono cittadini europei e che, come tali, hanno il diritto
di circolare liberamente in tutti gli Stati membri”.
Intanto,
in Italia, all'inizio del mese di aprile si è tenuto, a Roma, un
convegno dal titolo: “Italiaromanì. L'inclusione dei rom e dei
sinti in Italia. Quale strategia?”, organizzato dall'Associazione
21 luglio.
In
apertura dei lavori, la Presidente della Camera dei deputati, Laura
Boldrini, ha dichiarato che: “ I diritti dei Rom e dei Sinti non sono in
contraddizione con i diritti di altri cittadini italiani, come
vogliono far credere coloro che soffiano sul fuoco della divisione,
puntando a trarne benefici elettorali”. La Presidente non ha potuto
partecipare al convegno a causa di un infortunio, ma nel suo
messaggio, ha continuato dicendo: “ I diritti sono indivisibili e
chi calpesta i diritti dei rom e Sinti - una minoranza che ha
contribuito enormemente al patrimonio culturale europeo - ha in mente
una società in cui i diritti di tutti, inclusi i suoi, siano meno
tutelati.
Quali
i diritti da tutelare, in particolare per Rom e Sinti? “Il diritto
ad una vita dignitosa, reso difficile da politiche basate sul
presupposto - molto spesso errato - che i Rom siano tuttora un popolo
nomade e che, dunque, debbano vivere in strutture transitorie,
precarie,inadeguate. Il diritto all'istruzione e al lavoro,
ostacolati dalla lontananza dei campi dalle scuole e dai luoghi di
impiego, dalla repentina chiusura degli insediamenti come dagli
sgomberi forzati. Il diritto ad una vita libera dalle
discriminazioni, leso dai discorsi d'odio che trovano nei rom uno dei
bersagli prediletti, on e off-line, di cui sono un esempio recente le
frasi pubblicate sulla pagina Facebook promossa da alcuni abitanti di
un quartiere centrale di Roma, nonché i cartelli che vietano
l'ingresso ai rom negli esercizi pubblici o in determinate zone della
città, che vengono affissi al Nord come nel Sud d'Italia”.
Il
Presidente dell'Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla, ha affermato
che il 2020 – anno entro cui si muoveranno le azioni delle
Strategie Nazionali sarà un anno importantissimo, anzi “epocale”
perchè entro quella data saranno superati tutti gli insediamenti
formali, non ci saranno più sgomberi forzati e, finalmente, ai Rom
apolidi verrà riconosciuto uno status giuridico: un sogno, forse,
che però potrebbe diventare realtà se tutti contribuissimo ad
abbattere i pregiudizi: gli amministratori locali e nazionali, i
cittadini comuni, le associazioni, le comunità rom e sinti.