Il Sottosegretario
generale delle Nazioni Unite e coordinatore per gli aiuti umanitari,
Stephen O’Brien, ha lanciato l’allarme sulla situazione
umanitaria in Yemen e Gibuti. Il responsabile Onu si è recato questa
settimana in Yemen per una missione della durata di cinque giorni,
nel corso della quale ha visitato le città di Sana’a, Amran e
Aden. “Le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie hanno
fornito assistenza a circa sette milioni di persone dall’inizio
della crisi in Yemen”, ha detto O’Brien, il quale ha lanciato
l’allarme sulla carenza di fondi da destinare agli aiuti. In Yemen
21 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Tuttavia, solo il 18 per cento del Piano umanitario è stato
finanziato.
In oltre
quattro mesi di conflitto, la situazione in Yemen è degenerata
rapidamente in emergenza umanitaria. Sotto i colpi di un raid aereo
ogni dieci minuti, il 60 per cento della popolazione (16 milioni di
persone) necessita di assistenza internazionale, 330 mila sono gli
sfollati interni, 12 milioni gli individui a rischio insicurezza
alimentare. La Cooperazione italiana si è attivata con un contributo
volontario di 500 mila euro al Comitato internazionale della Croce
rossa (Cicr) per il sostegno alle attività di protezione e prima
assistenza. L’organizzazione è una delle poche che continuano a
operare nel Paese, con un totale di circa 230 operatori negli uffici
di Sana’a, Taiz, Sa’ada e Aden (dove è stato aperto di recente
un ospedale attrezzato per operazioni di chirurgia). A questi si
aggiunte il sostegno logistico dalla delegazione di Gibuti, mentre è
imminente l'apertura di un analogo centro in Oman.
Il contributo
italiano risponde al piano annuale del Cicr per lo Yemen per attività
di protezione ed assistenza alle persone colpite dal conflitto, in
stretto contatto con la Mezzaluna rossa yemenita. In ambito
sanitario, viene fornito sostegno per le cure mediche d'urgenza
attraverso l'invio di team chirurgici e la fornitura di medicine ed
equipaggiamenti ai centri ospedalieri. A causa dei danni alle
infrastrutture provocati dai raid aerei, le attività del Cicr si
concentrano anche sul ripristino delle condutture idriche
danneggiate. Continua, infine, la distribuzioni di beni essenziali e
cibo.