«Ma voi
lo sapevate che esiste un "Osservatorio nazionale sui discorsi
d'odio nei confronti di ROM e Sinti" dell'Associazione 21
luglio? E che hanno contato ben 183 casi di "discorsi di odio"
contro tali comunità in Italia, nei primi sei mesi del 2015? E che
affermano che "l'antiziganismo in Italia resta una piaga
pericolosa, una minaccia reale per una società democratica"?
RUSPA...».
Così,
questa mattina, dalla sua pagina Facebook
e dal suo profilo Twitter,
il segretario della Lega ed europarlamentare Matteo Salvini
ha rincarato la dose dell’ostilità contro i rom e i sinti
in Italia, ha rievocato la ruspa e ha scatenato
commenti e tweet negativi da parte dei suoi fans e followers.
L’Associazione
21 luglio non è preoccupata dall’essere chiamata in causa in modo
diretto dal leader leghista, né tantomeno dal suo tentativo di
sminuire le attività di ricerca e di monitoraggio
condotte dall’Osservatorio. Quello che, ancora una volta, mette in
allarme l’Associazione è infatti la reiterazione,
da parte di Matteo Salvini, di un atteggiamento che
predilige la disinformazione ai dati e alle statistiche,
che parla alla pancia del suo pubblico piuttosto che
alla loro testa, che offre slogan basati su stereotipi e pregiudizi
piuttosto che una chiave di lettura efficace della realtà.
Questo atteggiamento, inoltre, reca in sé il concreto rischio di
contribuire ad alimentare e sedimentare, nell’opinione pubblica,
l’antiziganismo, il sentimento di odio nei confronti di rom e
sinti.
Alla retorica e alle ruspe di Salvini, pertanto, l’Associazione 21
luglio continuerà ad opporre le sue ricerche scientifiche, i suoi
report, le sue statistiche e la voce e le testimonianze dei rom e
sinti che vivono nel nostro Paese, circa 170 mila persone che
rappresentano lo 0,25% della popolazione che vive in Italia, una
delle percentuali più basse tra i Paesi europei.
Come menzionato da Salvini nei
suoi post odierni, il rapporto
semestrale 2015 dell’Osservatorio nazionale
sui discorsi d’odio nei confronti di rom e sinti dell’Associazione
21 luglio (periodo di riferimento 1 gennaio – 15 luglio 2015) ha
rilevato, in Italia, una media di quasi un episodio al giorno
di discorsi d’odio contro rom e sinti, nella maggior parte
dei casi ad opera di esponenti politici.
Oltre la metà degli episodi
rilevati (105 su 183) sono classificati come “gravi”,
vale a dire casi di incitamento all’odio e discriminazione,
che evidenziano le forme più significative di razzismo antirom.
L’ultimo
rapporto annuale sul monitoraggio
dell’Osservatorio 21 luglio (16 maggio 2013 – 15 maggio 2014),
effettuato su 129 fonti (tra cui quotidiani nazionali e locali,
cartacei e on line, agenzie stampa e social media) aveva invece
portato alla luce 428 casi complessivi di discorsi d’odio verso rom
e sinti, 1,17 casi in media al giorno.
Secondo i dati del rapporto, il
79% delle segnalazioni di discorsi d’odio
complessivi si riconduce a dichiarazioni, diffuse attraverso gli
organi di informazione, di esponenti politici. Di
questi, il 70% risulta appartenente a partiti di destra e
centro-destra, con un 28% riferito esclusivamente alla Lega
Nord.
Se Matteo Salvini, anche
attraverso i suoi post odierni, sembra voler sminuire l’importanza
e la pericolosità sociale dell’antiziganismo, il
fenomeno desta invece notevole preoccupazione agli occhi di diversi
organismi internazionali.
A settembre 2013 il Comitato
delle Nazioni Unite per l’Eliminazione della Discriminazione
Razziale (CERD) ha diffuso una Raccomandazione Generale sui
discorsi d’odio, definendoli «una forma di discorso diretto verso
l’altro che rigetta i principi fondamentali dei diritti umani quali
la dignità umana e l’uguaglianza e mira a degradare la condizione
di gruppi e individui agli occhi della società». Il CERD ha quindi
invitato gli Stati parte «a dedicare la dovuta attenzione a
tutte le manifestazioni di discorsi d’odio di stampo razzista e
adottare misure efficaci per combatterli». L’antiziganismo,
secondo lo Special Rapporteur per le minoranze dell’Onu,
comprende anche i forti pregiudizi e stereotipi verso i rom, che
conducono a etichettare queste comunità come criminali, aggressive o
come parassiti nella società.
Raccomandazioni e richiami,
questi, basati su analisi e rapporti, dati, statistiche e
informazioni, alle quali l’europarlamentare continua a rispondere
con la rievocazione della «Ruspa».
L’Associazione 21 luglio
rinnova la propria preoccupazione per l’assenza, in Italia, di
strumenti dissuasivi efficaci per arginare tali derive del
discorso politico, rendendosi così terreno fertile per la
diffusione dei discorsi d’odio e ritardando il momento in cui
l’utilizzo della retorica dell’odio nelle sue diverse
declinazioni smetterà di essere proficua e comporterà anzi un caro
prezzo da pagare, ad esempio in termini di isolamento
politico.