mercoledì 12 agosto 2015

Israele approva la legge sull'alimentazione forzata: è tortura



Abbas al-Sayyd è in carcere da 16 anni, come prigioniero palestinese, e rifiuta il cibo da 12 giorni; lo stesso per Mohammad Suleiman che non si alimenta da 13 giorni. Entrambi lottano così per migliorare le condizioni di vita nelle carceri israeliane e per poter scontare la pena nel proprio Paese.

Ma, alla fine di luglio, la Knesset ha approvato, con 46 voti a favore e 40 contrari, una legge che prevede l'alimentazione forzata per i detenuti in sciopero della fame: lo sciopero (noto anche a noi italiani...) è stato uno strumento importante, fin dal 1967, usato dai palestinesi privati della libertà per ottenere numerose concessioni dal sistema carcerario degli occupanti e fa riflettere il fatto che la norma sia stata approvata dopo l'accordo ottenuto da Khader Adnan che da mesi si rifiutava di mangiare e ha, così, ottenuto dei risultati per vedere riconosciuti i propri diritti.

Il Ministro della pubblica sicurezza ha affermato: “Gli scioperi della fame dei terroristi sono diventati un modo per minacciare Israele”. La comunità internazionale è insorta e l'ONU considera la nuova legge: “ una forma di tortura e un trattamento degradante”: si tratta, infatti, di inserire un tubo nella gola o nel naso dei prigionieri attraverso il quale fare arrivare il cibo allo stomaco.

In una intervista a Il Manifesto, Randa Wahbe, ricercatrice di Addameer (associazione palestinese che tutela i diritti dei detenuti politici) ha detto: “L'obiettivo israeliano è chiaro: distruggere il movimento dei prigionieri. Da decenni Tel Aviv prende misure volte a indebolire una delle colonne della resistenza palestinese, ma questo è il passo più drastico mai compiuto. Negli anni'70 e '80 lo sciopero della fame di massa ha permesso il riconoscimento dei diritti basilari, come avere un letto o una penna per scrivere. All'epoca Israele intervenì con l'alimentazione forzata: 4 palestinesi morirono e la Corte Suprema emise una sentenza che vietava la pratica. Nessun prigioniero è morto per sciopero della fame, ma per alimentazione forzata sì”.

Infine riportiamo anche il commento dell'Associazione Medica Israeliana, decisa a presentare appello contro l'approvazione della legge: “ Il governo israeliano parla a sproposito di tutela della vita umana. Ma la questione è un'altra: la dignità del paziente. La legge introduce una forma di tortura, il governo non è autorizzato a decidere come un paziente deve essere trattato...”