di
Monica Macchi
LECTIO
MAGISTRALIS DI GIDEON LEVY
“Israele
è come certi maestosi alberi del New England in Usa,
che
sembrano solidissimi e forti, ma crollano all’improvviso,
perché
sono marci dal di dentro.
Ecco la
società israeliana è ormai persa,
ma dalle
vostre società civili può arrivare una scossa,
attraverso
il boicottaggio e altre iniziative”
Gideon Levy
Mercoledì
scorso alla Casa della Cultura di Milano, organizzata
dall’Associazione Oltre il Mare e senza patrocini istituzionali, la
conferenza stampa del pomeriggio è andata deserta ma all’incontro
serale con Gideon Levy la sala era strapiena per ascoltare una
versione lontana dal pensiero unico mainstream…eccola anche a voi:
Il filo
conduttore di questo intervento è la domanda di apertura che Levy
fa al pubblico e a sé stesso: “Perché un popolo generoso come gli
israeliani che danno spesso aiuti nelle calamità internazionali
(come è successo recentemente dopo il terremoto in Nepal e con i
rifugiati siriani ospitati nelle sinagoghe di diversi Paesi) non ha
dubbi morali e non protesta per il dramma e i crimini che stanno
compiendo contro i Palestinesi?”
La risposta
parte dalla constatazione che Israele è
l’unico Stato al mondo con 3 regimi al suo interno: una democrazia
liberale per gli ebrei (seppur resa debole e fragile da una
legislazione anti-democratica); un regime discriminatorio per la
minoranza palestinese (20% della popolazione) che
partecipa solo formalmente; un regime totalitario e di apartheid nei
Territori Occupati Militarmente. Dunque la prima cosa da fare è
sfatare il mito di “Israele unica democrazia del Medio Oriente”:
una democrazia non può essere “a metà” solo per un gruppo
privilegiato di cittadini; o c’è uguaglianza o
non c’è democrazia. E la seconda immagine iconica da abbattere è
“l’eccezionalismo”: dall’unicità della Shoah per cui gli
ebrei sono le uniche vittime della Storia..e anzi sono vittime anche
degli occupati che impongono loro l’occupazione (Golda Meir è
arrivata a dire “non
perdoneremo mai i Palestinesi per averci obbligato a uccidere i loro
figli”) fino alla convinzione di essere
il “popolo eletto” per cui le norme del
diritto internazionale valgono solo per gli altri popoli e non si
applicano agli ebrei che hanno invece un diritto di origine divina la
cui fonte è direttamente nella Bibbia. Parallelamente si sta
assistendo anche da parte dei media ad una deumanizzazione e
criminalizzazione dei Palestinesi rappresentati come sub-umani
(quindi obtorto collo
non si possono neppure applicare i diritti umani a “loro”); sono
“intrinsecamente cattivi”, “nati per uccidere” e la recente
“Intifada dei coltelli” viene raccontata come se accoltellare
ebrei fosse il nuovo hobby degli adolescenti palestinesi…
esattamente come altri adolescenti collezionano farfalle, figurine o
francobolli.
Gideon Levy non vede quindi una
possibilità di cambiamento endogena nella società israeliana,
che negli anni è diventata sempre più nazionalista,
razzista e militarista e delegittima voci coraggiose ed impegnate
come quella di “Breaking the silence”, un’associazione che
raccoglie e diffonde testimonianze di soldati sui
crimini dell’occupazione. Ripone invece speranze in variabili
esogene, non tanto nell’Europa troppo
paralizzata dal suo passato e dalla sua storia né negli Stati Uniti
che danno un supporto cieco ed automatico a Israele al punto tale che
Gideon Levy chiede provocatoriamente: “chi è il burattino e chi la
super-potenza?” ma nel Sud-Africa… o meglio nel modello del
Sud-Africa. Infatti dopo un viaggio a Johannesburg, si è reso conto
che l’apartheid è stato sconfitto dal boicottaggio e dal fatto che
i responsabili siano stati chiamati a render conto dei loro
comportamenti: solo la giustizia può disinnescare l’odio. E ha
cambiato idea sull’ipotesi dei 2 Stati, di cui è stato a lungo
sostenitore. Visto che è dal 1967 che esiste un unico Stato ma il
problema è il regime, propone di applicare il principio “una
testa, un voto” perché “Israele non avrà
altra scelta che accettare o essere costretta ad ammettere di
praticare l’Apartheid. E chi è disposto ad accettarlo nel 2015?”.