La
giornalista Laura Silvia Battaglia ci ha mandato questo suo
contributo a commento delle elezioni francesi e alla rinuncia, da
parte della Francia, della Convenzione dei diritti dell'Uomo.
L'Associazione
per i Diritti umani la ringrazia.
Libertà,
uguaglianza, fraternità. I tre pilastri della rivoluzione francese,
innalzati nel 1789 comunque a prezzo di sangue, come in tutte le
rivoluzioni, sono stati e saranno ulteriormente e progressivamente
abbattuti nei mesi a venire. La libertà con una serie di misure di
controllo sui movimenti dei cittadini e dei residenti temporanei,
della libertà di espressione, financo sull'uso di sistemi di
comunicazione criptati VPN e TOR su internet, utili anche a
giornalisti investigativi e attivisti dei diritti umani;
l'uguaglianza, con l'annunciata rinuncia al rispetto della Cedu, la
Convenzione
europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali, che, con una deroga di tre mesi a causa di "minacce
alla vita della nazione", prevede, tra gli altri, la sospensione
del diritto a equo processo, nonostante vieti comunque, sulla carta,
l'applicazione di torture in carcere; la fraternità con un crescente
sospetto sociale verso i musulmani che la conquista di sei seggi
regionali da parte della destra nazionalista della Le Pen potrebbe
sterzare verso assai più che una semplice islamofobia.
Occorre
chiedersi, a poca distanza dai fatti del Bardo ma anche abbastanza
a freddo rispetto ad alcune settimane fa, se la nazione che ha
inventato la libertà laica e ha abolito la parola libertinaggio dai
vocabolari in nome della bohemè, non stia derogando al suo principio
fondante, in nome di una presunta e comunque fallibile sicurezza. Noi
attendiamo la fine di questi tre mesi, abbastanza certi che presto
nascerà una Guantanamo europea.