Come Associazione per i Diritti Umani ci occupiamo anche di educazione alla legalità perchè senza il rispetto per le leggi, in una società civile, non ci può essere nemmeno rispetto per se stessi e per gli altri. Il rispetto deve essere alla base di ogni gruppo umano, di ogni famiglia, di ogni comunità.
Per
questo motivo ci sentiamo in dovere, anche noi, di parlare della
terra dei fuochi, di quell'area della regione Campania in cui, negli
anni, sono state sepolte tonnellate di rifiuti e sversate sostanze
tossiche, nel silenzio e nell'indifferenza colpevole di tutti.
Ma
adesso c'è qualcuno che ha deciso, giustamente, di lanciare un
segnale di aiuto e un grido di dolore: sono le mamme dei bambini che
si sono ammalati di tumore o che hanno perso la vita. Sono le donne
che hanno deciso di scendere nelle piazze, di andare in televisione
(grande piazza virtuale) per chiedere che le istituzioni puniscano
chi ha ucciso per guadagno e che pongano fine a questo dramma che
colpisce le persone, la terra, l'ambiente.
“Mi
sono sentita offesa” ha detto Marzia, una delle donne che ha perso
il proprio figlio piccolo “quando Schiavone ha accusato la gente
della mia terra di non essersi mai ribellata alla camorra, di non
aver visto le file di camion che attraversavano le nostre terre per
sversare rifiuti tossici. Quasi come se noi, le vittime, la gente
onesta, dovessimo chiedergli scusa, chiedere scusa alla camorra che
ci ha avvelenato”. “L'inquinamento ha causato la malattia di mia
figlia? Io non lo posso dire con certezza, ma certo qui da noi stanno
succedendo cose terribili. Non possiamo continuare a stare zitti e
qualcuno ci deve una risposta” queste, invece, le parole di Pina,
mamma di Tonia una bambina di sei anni e mezzo stroncata da un
medullo blastoma.
Le
chiamano “le piramidi” quei cumuli di spazzatura imballata che
stazionano a Giuliano e nelle campagne di Napoli e dintorni; ma tutta
l'area del casertano è inquinata anche dagli effluvi che provengono
dagli inceneritori con cui si vuole smaltire la “monnezza”
accumulata però di tutto questo - e delle conseguenze terribili -
se ne parla solo da qualche settimana: le trasmissioni Servizio
pubblico, Le iene e poche
altre, alcune testate di carta stampata hanno deciso di dar voce a
queste madri-coraggio che, con dignità e fierezza, si rivolgono ai
politici e parlano dei mafiosi, senza paura perchè, probabilmente,
hanno già affrontato la paura più grande: quella di perdere i
propri figli. E lottano, queste donne, per il futuro dei figli delle
altre, per il futuro delle nuove generazioni. Per questo hanno
chiesto udienza al Presidente Giorgio Napolitano che le riceverà il
prossimo 22 gennaio.
Tonia,
Mesia, Luca, Francesco: troppi i nomi di troppe creature che non
hanno avuto la possibilità di crescere e di vivere perchè adulti
senza scrupoli hanno tolto loro il diritto alla vita e alla salute e
hanno tolto, ai genitori, il diritto alla pace.