venerdì 10 gennaio 2014

L'inferno degli stagionali



Grazia Bucca

Un reportage importante, quello di Grazia Bucca, che ritorna sul problema, ancora irrisolto, dell'accoglienza dei migranti, delle loro precarie condizioni di vita e di lavoro, spesso chiamati a prestare le loro braccia e le loro schiene “ a cottimo” , per pochissimi euro e tante ore di fatica, nei nostri terreni agricoli. Le fotografie sono di Grazia Bucca - fotoreporter, redattrice della newsletter ArcireportSicilia, collaboratrice de Il Manifesto e dell'agenzia Studio Camera di Palermo - e, come spesso accade, le sue immagini parlano più di mille parole, colpiscono gli occhi e dovrebbero mettere in moto il pensiero critico, soprattutto di chi si occupa delle politiche migratorie, sempre più contingenti ed emergenziali.



Il reportage, dal titolo L'inferno degli stagionali, è stato trasmesso durante la trasmissione Mediterraneo, in onda su Rai3, nella puntata n.12 del 22 dicembre 2013.   

Grazia Bucca



Abbiamo intervistato la fotografa Grazia Bucca che ringraziamo tantissimo per averci dedicato tempo e per gli scatti che ci ha permesso di pubblicare.



Come si è preparata per entrare nel campo di Campobello di Mazara? E ha incontrato difficoltà burocratiche per poter realizzare il reportage?


L'idea del reportage è nata per documentare le condizioni del campo dei migranti stagionali, impegnati nella raccolta delle olive nel territorio di Campobello di Mazara (TP).

Non conoscevo questa tragica realtà finché non ho avuto la notizia della morte di Diallo Ousmani, ragazzo senegalese di 26 anni, arrivato in Sicilia in cerca di lavoro, e che proprio in quel campo ha trovato la sua tragica fine. Rimasto gravemente ustionato nell'incendio della baracca nella quale alloggiava, è morto all'ospedale civico di Palermo, domenica 20 ottobre 2013 dopo quasi 10 giorni di agonia. 
Grazia Bucca

Per la realizzazione del reportage non ho riscontrato alcuna difficoltà burocratica. Il campo sorgeva alla periferia del centro abitato, ai bordi di una trafficata contrada comunale, quindi un luogo facilmente raggiungibile.


Il titolo del lavoro contiene la parola "inferno": perchè?

Inferno perché, vedere esseri umani vivere in quelle condizioni, senz'acqua corrente, né luce elettrica, né servizi igienici, in ripari di fortuna, costituiti da piccole tende da campeggio, baracche improvvisate, costruite con blocchi di cemento, assi di legno, lastre di eternit, cartoni e teli di plastica messi insieme alla meno peggio, mi ha dato la sensazione di un vero e proprio inferno, di qualcosa di orribile, di disumano.

Cosa ha voluto denunciare precisamente con questo suo lavoro fotografico? E di cosa necessitano i lavoratori migranti?

Ho voluto denunciare, non solo le condizioni di vita alle quali sono costretti molti migranti che approdano in questo paese nella speranza di una vita diversa, ma anche le condizioni di sfruttamento che vivono i lavoratori, stretti nella morsa del caporalato, del lavoro nero, del ricatto, della violenza, della miseria, senza tutela alcuna. I terreni di Campobello ricadono nel territorio controllato dal boss mafioso Matteo Messina Denaro. Non è quindi inverosimile ipotizzare che queste condizioni, passatemi l'espressione anche di schiavitù, vengono determinate dalla mafia, che impone turni massacranti e l'irrisorio pagamento di 3-3,50€, per cassetta di prodotto raccolto.

Qual è stata la reazione degli stagionali davanti all'obiettivo della macchina fotografica ? Le hanno raccontato le loro storie?

Ovviamente non tutti i lavoratori hanno voluto essere ritratti. Non erano felici delle loro condizioni. Molti provavano un forte senso di vergogna ed imbarazzo per come stessero vivendo e grande era la paura che le foto in qualche modo potessero arrivare nei loro paesi di origine, agli occhi dei propri familiari.

Dopo un primo momento di imbarazzo altri invece hanno voluto farsi ritrarre senza alcun problema, ma tutti sono stati disposti a raccontare la loro storia.
 
Grazia Bucca


Grazia Bucca