Ci è
pervenuta questa comunicazione da parte del Naga che riteniamo
importante. La pubblichiamo chiedendovi, gentilemnte, di
condividerla. Grazie.
La
testimonianza dei volontari del Naga
Milano,
11/6/2014 Martedì 10
giungo mattina, arrivano chiamate al Naga che segnalano la presenza
di “Africani” davanti alla stazione di Rogoredo.
Andiamo
alla stazione quindi per cercare di capire cosa sta succedendo: due
autobus provenienti da Taranto hanno scaricato davanti alla Stazione
di Rogoredo persone provenienti da Gambia, Mali, paesi dell’Africa
sub-sahariana e dalla Siria. Il viaggio da Taranto è stato
"organizzato" dalla Prefettura di Taranto. Sono
visibilmente affaticati, disorientati, scossi, molti non hanno
neppure le scarpe e alcuni di loro hanno un numero attaccato ai
vestiti. Così come sono scesi dalla barca, così sono adesso sul
piazzale antistante la stazione.
“Siamo
in viaggio da 7 giorni”,
ci racconta Prince della Nigeria “dopo
un viaggio in mare, durato 5 giorni, siamo arrivati a Taranto,
abbiamo compilato un foglio con i nostri dati anagrafici e poi ci
hanno chiesto di metterci in fila”,
continua “una fila era per
le persone che volevano andare a Milano e una per chi voleva andare a
Roma. Noi ci siamo messi nella fila per Milano perché ci avevano
detto che c'erano delle strutture di accoglienza e siamo arrivati qui
stamattina”.Ci
hanno fatto salire su un autobus, abbiamo viaggiato tutta la notte
poi ci hanno lasciato qui. Io non conoscono nessuno, sono solo, non
so dove andare, vorrei solo lavarmi e dormire. Ci porteranno in un
centro? Ci lasceranno qui? Non ci hanno detto nulla.”
Ci chiede Dagmawy.
La
sensazione di totale sospensione nel tempo senza la prospettiva
neanche di mezz’ora è evidente: nessuno dei presenti sa dove si
trova né cosa sta succedendo. Kwame ci chiede di poter usare il
telefono per trovare, sul suo profilo Facebook, il numero di un amico
che gli aveva detto di chiamarlo appena fosse arrivato. Kwame scorre
messaggi gioisi che raccontano dei preparativi di una partenza,
messaggi pieni di forza della volontà di avere un futuro diverso, di
prendere in mano la propria vita e partire. Improvvisamente Kwame
scoppia a piangere e ci mostra la foto sorridente che appare sul
social network “Era un mio
carissimo amico, l’abbiamo perso in mare nelle acque
internazionali”.
La
Questura di Milano arriva verso le 16.00 per avviare le procedure di
identificazione e per chiedere se qualcuno vuole presentare domanda
di protezione internazionale. “Denunciamo
con sconcerto quanto accaduto e l’evidente mancanza di un sistema
minimo di accoglienza, denunciamo l’ipocrisia di un sistema che non
volendo gestire il fenomeno migratorio cerca di lavarsene le mani e
sposta le persone che arrivano nel nostro Paese con l’evidente
obiettivo di non doversene occupare, sperando che, come per magia,
che diventino invisibili.”
Dichiara Luca Cusani, presidente del Naga presente a Rogoredo.
“Facciamo appello alle
Istituzioni affinché garantiscano a chiunque arriva un’accoglienza
dignitosa non solo per rispetto della legge, ma per doveri minimi di
umanità e solidarietà.”
conclude il presidente del Naga.