Un'altra
indicazione letteraria per voi, cari lettori:
vi proponiamo il romanzo intitolato Il
bacio di Lampedusa, di
Mounir Charfi, editore Castelvecchi.
Il
testo si apre con l'inizio di un'avventura: la ricerca di un libro
antico, che tratta di alchimia. Il libro era appartenuto al padre del
protagonista e ora questi, per ritrovarlo, deve viaggiare tra il sud
della Tunisia e le coste francesi. Ma l'avventura e la fantasia
affondano le proprie radici nella stretta attualità: Chafir,
infatti, è un medico di professione - qui alla sua opera prima di
narrativa - e con questo romanzo poetico, onirico, metaforico vuole
raccontare l'odissea dei tanti migranti che sono costretti a lasciare
i Paesi d'origine per cercare rifugio in Europa.
Scritto
poco prima dello scoppiare delle rivoluzioni arabe, il testo ne
anticipa le motivazioni e le speranze (a volte disilluse): parla di
uomini, donne e bambini che lottano, scappano e chiedono giustizia e
diritti tutelati. Come afferma lo stesso autore, il romanzo è un
“libro kamikaze” nel senso che intende far saltare ogni barriera
tra culture, religioni e politiche. La fantasia, infatti, è messa al
servizio della realtà; l'atto creativo può essere un atto di
ribellione, un gesto autentico di liberazione. Ecco, allora, che
l'alchimia consiste nell'abbattere le frontiere - come Frontex, come
Shenghen - ma anche quelle barriere che stanno dentro i cuori e che
impediscono veri e concreti processi si accoglienza e di inclusione.
La
finzione letteraria parla di un bacio, un bacio immaginario tra due
continenti, tra la sponda Nord e quella Sud dello stesso mare; un
bacio tra due città, Marsiglia e Algeri, che si fondono per
diventare “Malgeri” e si fanno simbolo della volontà di capirsi
e di accettarsi. Perchè il mondo torni ad essere uno spazio aperto,
libero e pacifico. Per tutti.