sabato 6 dicembre 2014

Per i siriani in Grecia


 


Anche l'Associazione per i Diritti Umani si unisce al seguente appello:






“SOSTENIAMO LA PROTESTA DEI CITTADINI SIRIANI A PIAZZA SYNTAGMA”




Atene 5 dicembre 2014. Prosegue ad oltranza, davanti al Parlamento greco il presidio e lo sciopero della fame di trecento siriani, in gran parte famiglie con bambini piccoli, che reclamano il diritto ad essere accolti in condizioni dignitose e chiedono di potere lasciare la Grecia per raggiungere un altro paese europeo. Una protesta che mette in evidenza tutti gli effetti negativi del Regolamento Dublino III che inchioda nel primo paese di ingresso i potenziali richiedenti asilo, al punto che molti preferiscono essere respinti in frontiera, o proseguire il viaggio affidandosi agli “scafisti” di terra alimentando di fatto il business dell’immigrazione clandestina, piuttosto che essere costretti a rilasciare le impronte digitali in un paese, come la Grecia, che non può essere definito "sicuro" per i richiedenti asilo per le carenze sistematiche dei suoi centri di accoglienza e per l'inadempimento conclamato delle Direttive e dei Regolamenti europei in materia di protezione internazionale.



http://www.balcanicaucaso.org/aree/Grecia/Centri-di-detenzione-in-Grecia-benvenuti-all-inferno-157449



Rapporti internazionali confermano da anni gli abusi delle autorità greche nei confronti dei profughi, ma non si riesce a trovare una soluzione per coloro che rimangono intrappolati in un paese che presenta una carenza sistematica del sistema di accoglienza, tanto che le Corti internazionali hanno sospeso i rinvii Dublino verso la Grecia.



Fino ad oggi i profughi siriani si sono rivolti esclusivamente alle autorità greche senza alcuno esito.

Nessuna speranza di lasciare la Grecia verso altri stati europei anche perchè l'Unione Europea continua a blindare le frontiere, anche quelle interne, per impedire i cd. movimenti secondari da uno stato all'altro, con una applicazione sempre più rigida del Regolamento Dublino III, decisa anche a livello di forze di polizia, con accordi multilaterali come le ultime intese tra Italia, Austria e Germania.



Rinnoviamo ancora una volta la richiesta per la immediata apertura di canali umanitari per i profughi di paesi terzi, oggi in prevalenza siriani, presenti in Grecia.




L'Unione Europea non può limitarsi a sospendere i rinvii Dublino verso la Grecia e poi non aprire canali legali di ingresso in altri paesi dell’Unione Europea per i profughi che rimangono intrappolati in quel paese. Chi riesce a sfuggire raggiungendo altri paesi EU subisce abusi altrettanto gravi e finisce anche per essere arrestato, come si sta verificando in Bulgaria ed in Polonia.




L’arrivo di un numero sempre più consistente di profughi siriani in Europa ha ormai tutte le caratteristiche di un "afflusso massiccio di sfollati" . Per questo l'Unione Europea deve attivare gli strumenti ed i canali della protezione temporanea previsti dalla Direttiva 2001/55/CE, per decongestionare il sistema dell'asilo e consentire una mobilità secondaria nei diversi paesi UE senza sottostare ai ricatti dei trafficanti di terra. Una volta dotati di un documento provvisorio di soggiorno legale, e dunque della libertà di circolazione, i profughi dovranno avere riconosciuto il diritto di chiedere asilo dove hanno già legami familiari o sociali ed in paesi che abbiano sistemi di accoglienza che rispettino la dignità umana ed il diritto al ricongiungimento familiare.



I nuovi Commissari Europei, il Parlamento, così come Ministri degli Esteri e degli Interni dei Paesi membri devono rispondere delle continue carneficine che avvengono nei mari di fronte all’Europa, delle condizioni disumane di assistenza, prima accoglienza e di detenzione dei profughi, dei migranti richiedenti asilo e dei migranti economici. Devono prendere atto del fallimento di dispositivi come quello di Dublino, e lavorare nell’ottica di politiche di integrazione realmente efficaci così come garantire il diritto alla libertà di circolazione.



La società civile in Italia ed in Europa chiede che si prendano azioni urgenti di monitoraggio della sicurezza ed incolumità dei cittadini siriani ora presenti in Grecia, che venga loro garantito di potersi trasferire in altri paesi EU per ricongiungimenti familiari o per richiedere la protezione internazionale.




***Per firmare contattare Gabriella Guido di lasciateCIEntrare:
ggabrielle65@yahoo.it