di
Basir Ahang
Martedì
16 dicembre i Talebani hanno attacco una scuola militare in Pakistan
uccidendo 132 bambini e nove persone dello staff. L'istituto si trova
in Warsak Road nella zona nord occidentale di Peshawar ed è gestita
dall'esercito pakistano per i bambini dei militari e dei civili.
Come
affermato dagli stessi Talebani, la strage è stata pianificata in
ogni dettaglio con l’obiettivo dichiarato di colpire duramente
l’esercito al fine di vendicarsi dei recenti attacchi subiti dalle
forze armate pakistane. In realtà la scelta di colpire una scuola
non è determinata solo dal desiderio di vendetta.
Le
scuole, infatti, sono da sempre state tra i principali obiettivi dei
Talebani, perché un popolo istruito porterebbe all’automatica
distruzione del terrorismo, il quale raccoglie i propri membri
soprattutto nelle zone povere e a basso livello d’istruzione.
Durante
il governo del generale Muhammad Zia-ul-Haq, ISI ”Inter-Services
Intelligence” fondò poi moltissimi gruppi terroristici, come ad
esempio la rete Haqqani, Lashkar-e Jhangvi e Sepahe-Sahaba per
combattere contro l’India e ottenere il controllo dell’Afghanistan.
Anche
il primo ministro del Pakistan Benazir Bhutto sostenne attivamente i
talebani, sia politicamente che economicamente. Forse a quel tempo
nessuno si sarebbe aspettato che un giorno, quegli stessi Talebani si
sarebbero rivoltati contro di loro.
Negli
anni ‘90 il generale Hamid Gul, capo dell’ISI, era orgoglioso di
presentarsi pubblicamente come padre dei Talebani.
Oggi
la bandiera del Pakistan è a mezz’asta anche al palazzo centrale
dell’ISI, mentre i suoi stessi capi mantengono forti legami con i
terroristi. Il Pakistan è un paese ormai fuori controllo. Il governo
non è più in grado di controllare i gruppi terroristici da lui
stesso creati e finanziati perché ormai i Talebani sono forti e
indipendenti e hanno preso il controllo di vaste aree del paese
ottendendo importanti finanziamenti da paesi come l’Arabia Saudita.
I
Talebani che ieri hanno attaccato la scuola sono gli stessi che ogni
giorno fanno strage di civili, tra i quali molte donne e bambini, in
Afghanistan. Il Pakistan è oggi fulcro e centro di produzione del
terrorismo e solo un’onesta strategia a livello internazionale
potrebbe davvero cambiare le cose. Una strategia che differisca però
da quella attuata in Afghanistan, dove il vero intento non era quello
di cacciare i Talebani ma di proteggere gli interessi economici e
politici.
In
tutti i conflitti l’uccisione di bambini viene costantemente
utilizzata come arma di guerra per ferire il nemico nel suo punto più
debole, per mettere in ginocchio un paese distruggendone il futuro
nel corpo e nello spirito. Quando nemmeno l’innocenza viene
riconosciuta allora non esistono più tabù, tutto diventa possibile.
Questa
è la guerra e così è sempre stata in ogni luogo del mondo, la
religione in tutto questo non c’entra nulla ma viene
strumentalizzata dagli stessi Talebani per obiettivi politici ed
interessi economici.