Ken
Loach è tornato. Non solo il suo ultimo film nelle sale
cinematografiche, ma il suo Cinema impegnato e sociale, la sua
poetica graffiante e qui dolce allo stesso tempo, il suo sguardo sui
valori più alti, come quelli della Libertà e dell'Amore, citati
nella traduzione italiana del titolo: Jimmy's
Hall – Una storia d'amore e libertà.
Loach
lavora ancora con il suo fidato sceneggiatore, Paul Laverty, e
insieme raccontano una storia realmente accaduta, poi trasposta in
opera teatrale e adesso in film. Si tratta della vicenda di Jimmy
Gralton che, tra gli anni '20 e '30 diventò leader sindacale e
politico. Era comunista, Gralton, ma un comunismo basato sulla
convinzione sincera di uno spirito solidale e attento alle necessità
dei più deboli.
Il
film è ambientato nell'Irlanda del 1932, poco anni più tardi
rispetto alla guerra d'Indipendenza dalla Gran Bretagna, dove si
respira ancora l'afflato della possibilità di scelta e lo spirito
rivoluzionario anche se le speranze di tanti sono state disilluse dal
governo di Eamon de Valera. E proprio per ribellarsi alle vessazioni
della Chiesa cattolica e dei grandi proprietari terrieri, Gralton
ricorda agli appartenenti alla classe operaia quali sono i loro
diritti e per cosa devono continuare a lottare, ma lo fa in un modo
del tutto anticonvenzionale: attraverso la musica jazz e il ballo
importanto dall'America. Sì, perchè Jimmy è da poco tornato da New
York dove era scappato per fuggire alla violenza di O'Keefe, il capo
dell'Ira, l'esercito repubblicano (e non quello che decenni dopo
opererà nell'Ulster).
Proprio
la colonna sonora, nell'ultimo lavoro del regista britannico, diventa
anch'essa protagonista: un mix di jazz e musica tradizionale
irlandese, un mix – metaforico – tra Passato e Presente. Il jazz
appartiene alla contemporaneità, le note sincopate fanno parte dello
spirito moderno e aperto al futuro e ai cambiamenti senza, però,
dimenticare la tradizione, quella che dovrebbe ricordare che tutti
sono degni di rispetto e dignità, anche i poveri, i contadini, gli
umili.
Il
film è stato presentato all'ultima edizione del festival di Cannes
dove Loach ha dichiarato: “ Se oggi Jimmy fosse vivo, si opporrebbe
al neo-liberismo, alle lobby e alle multinazionali che controllano
tutto, anche la democrazia...Gli appartenenti alla classe operaia in
quel periodo erano considerati alla stregua di delinquenti, ma non
era così. Erano contadini e navigatori, ma sapevano anche fare
poesia e arte, danzare, ballare ed esprimere la propria coscienza
politica e far valere le proprie esperienze”.
E,
a proposito di poesia, Jimmy e i suoi amici leggono Yeats e la sua
Canzone di Aengus il
vagabondo:
” Sono invecchiato vagabondando per vallate e colline...”,
rileggerla, oggi, fa venire ancora i brividi.