Enea, un
nome epico per un ragazzo speciale: Enea ha ventotto anni e soffre di
autismo, ma ha anche il forte desiderio di sperimentare il rapporto
sessuale. Due suoi cari amici, Alex e Carlo, decidono di aiutarlo e i
tre partono, a bordo di uno sgangherato pulmino, per un viaggio on
the road, che diventa iniziatico per Enea e istruttivo per gli
spettatori.
Questa
il soggetto di The special
need, il film documentario
del regista Carlo Zoratti, alla sua opera prima e già vincitrice del
Trieste Film Festival e del Dok Leipzig.
La prima
tappa del percorso è l'Austria, in una casa di appuntamenti, ma qui
Alex e Carlo si rendono conto che per il loro amico è necessario un
incontro con una persona sensibile e in grado di intercettare
difficoltà non espresse. Il cammino, allora, riprende per giungere
alla seconda tappa: a Trebel, in Germania, dove si trova la sede di
un centro che si occupa di assistere disabili nella scoperta della
propia sessualità.
Qui
balza subito all'occhio la netta differenza nella tutela dei diritti
delle persone affette da autismo (o con altri problemi) tra l'Italia
e il Nord Europa, in particolare in Germania: nel nostro Paese certi
argomenti sono ancora tabù e le istituzioni non se ne occupano
nella maniera più adeguata perchè si pensa, anche a livello
giuridico, che l'autistico rimanga un bambino che non crescerà mai.
Zoratti
è un autodidatta, ma soprattutto è amico di Enea da tanti anni e
l'idea del film, come i due hanno raccontato in numerose interviste
anche televisive, è nata: “ ...Quattro anni fa, in piedi davanti
alla fermata 11 dell'autobus di Udine. Quel giorno gli ho chiesto se
aveva una ragazza: io ne avevo conosciute molte, perchè lui no? Nel
2012, quando sono iniziate le riprese, non sapevamo dove sarebbe
arrivata la nostra storia, quale sarebbe stata la strada. Ogni giorno
Enea cambiava la traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che
fosse lui a guidarmi”. Ecco, forse è proprio questo il segreto
quando si ha a che fare con persone speciali: lasciarsi guidare,
mettendo da parte sovrastrutture e pregiudizi.
Alex e
Carlo sono gli “angeli custodi” di Enea e anche Enea, in un
finale del film sorprendete nella sua semplicità, dà a tutti una
bella lezione, facendo emergere il nucleo fondamentale della sua
ricerca che è, in fondo, una ricerca condivisa: il bisogno di amore.