Notte
degli Oscar 2014: vince come migliore attore Matthew McConaughey che,
per la parte, ha perso una ventina di chili e che imperversa su tutti
i giornali e in tutte le trasmissioni televisive, anche italiane.
L'attore,
che ha portato sulle proprie spalle e sul proprio corpo emaciato e
fragile, il film Dallas
Buyers Club di Jean- Marc
Vallée in questo periodo nelle sale cinematografiche, nella
pellicola è Ron Woodroof, uno che vive ogni giorno all'insegna della
libertà assoluta, tra sesso, droga e alcol. Siamo nei mirabolanti
anni'80 quando tutto sembrava possibile, anche sfidare la morte.
Invece la vita di Ron implode il giorno in cui scopre di aver
contratto il virus dell'HIV: inizia un calvario fatto di medicinali
inutili fino alla decisione di andare in Messico per tentare una cura
che potrebbe funzionare. Ma i farmaci del Paese sudamericano non sono
legalizzati negli Stati Uniti, per cui Ron prende un'altra decisione:
li importa e li vende a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Il corpo
di McConaughey, dicevamo, porta le tracce di un decadimento fisico
che, nel film, i bigotti legano ad una deriva morale, ma che
rappresenta la trasformazione, quasi ascetica, di un uomo che lotta
tenacemente per la propria esistenza e per quella degli altri.
Lotta
contro l'odioso pregiudizio nei confronti della comunità omo e
transessuale (bello anche il personaggio del trans Rayon che si trova
del tutto agli antipodi con Ron, ma condivide con lui la voglia di
vivere) e lotta contro il pregiudizio legato ai malati di Aids (una
malattia venerea, per cui “doppiamente degradante” ), lotta
soprattutto per quel sacrosanto diritto di tentare ogni strada per
guadagnare un giorno in più.
Dal
punto di vista cinematografico la sceneggiatura può risultare
scontata o troppo sentimentale e il regista canadese affida tutto il
peso del significato di questa storia alla carica emotiva del
protagonista, ma resta il fatto importante che un film, girato a low
budget e in soli 25 giorni, faccia riflettere su un tema di grande
attualità.
Attraverso
le vicende dei suoi protagonisti - pensiamo alla dottoressa Eva che
fa da mediatrice tra la comunità scientifica e i malati – vengono
anche denunciati gli interessi economici delle case farmaceutiche dei
Paesi capitalistici. Tutto questo grazie alla parabola di un uomo che
ha il coraggio di cambiare e di capire: lui, eterosessuale e
omofobico, diventerà portavoce di etero, gay e transgender, per
affermare il diritto alla scelta: scelta di cura, scelta di vita o
non vita, scelta di amare.