lunedì 21 aprile 2014

Un omaggio per "Hurricane"


Rubin Carter, detto “Hurricane” per la velocità e la potenza dei suoi colpi: nel 1961 inizia la sua carriera di pugile che lo vede vincitore per i primi venti incontri, è morto ieri sera all'età di 76 anni, battendo anche il leggendario Emile Griffith.
 
Lo vogliamo ricordare perchè, nel 1966, venne accusato di triplice omicidio durante una sparatoria in un locale del New Jersey. La condanna fu di due ergastoli e la sentenza fu confermata dieci anni dopo. Il caso fu uno dei più eclatanti e controversi dell'America dei “diritti uguali per tutti”: la giuria chiamata a decidere del destino di Carter era, infatti, composta solamente da uomini bianchi e i testimoni si dimostrarono inattendibili.

Nato nel 1937 da una famiglia di sette figli, Rubin venne mandato in riformatorio all'età di 12 anni per aggressione, ma poi decise di arruolarsi nell'esercito che, nel '54, lo spedì nella Germania dell'Ovest. Al suo ritorno continuò a compiere qualche scippo fino a quando trovò come incanalare la sua energia e la sua vita: nella boxe. E diventò un grande campione dei pesi medi.

A seguito della sua condanna agli ergastoli si mobilitò gran parte dell'opinione pubblica mondiale: persone comuni, cantanti, artisti scesero in piazza sostenendo che l'accusa contro “Hurricane” si basava su motivi razziali. Rubin Carter è diventato, così, uno dei simboli della lotta alle discriminazioni.

Diciannove anni di prigione, fino a quando, fu rilasciato , nel 1985, dopo anni e anni di battaglie legali e di campagne di sensibilizzazione per quella che, con enorme ritardo, è stata poi riconosciuta come un caso di razzismo per il colore della pelle. Tre anni dopo, nell' 88, caddero tutte le accuse contro di lui.


Bob Dylan canta la sua storia nel celebre pezzo proprio intitolato “Hurricane” e Denzel Washington ha interpretato il pugile nel film Hurricane-Il grido dell'innocenza. L'”uragano” si è spento nella sua abitazione di Toronto, dopo un'esistenza travagliata, ma che, alla fine, ha dato un senso alla giustizia.