L'Associazione
per i Diritti Umani
in
collaborazione con LIBRERIA LES MOTS
PRESENTA
DIRITTI
AL CENTRO:
La Tunisia oggi. Dalla rivoluzione all'attentato. La democrazia e le donne
Presentazione
del saggio “FERITE DI PAROLE. Donne arabe in rivoluzione”
Alla
presenza di una delle autrici, IVANA TREVISANI e di MONICA MACCHI;
esperta di mondo arabo
MERCOLEDI
15 APRILE
ORE
18.30
presso
LIBRERIA
LES MOTS
Via Carmagnola angolo
via Pepe (MM 2, GARIBALDI) Milano
L’Associazione per i Diritti Umani presenta il secondo appuntamento della serie di incontri dal titolo “DiRITTI AL CENTRO”, che affronta, attraverso incontri con autori, registi ed esperti, temi che spaziano dal lavoro, diritti delle donne in Italia e all’estero, minori, carceri, immigrazione...
In ogni incontro l’Associazione per i Diritti Umani attraverso la sua vice presidente Alessandra Montesanto, saggista e formatrice, vuole dar voce ad uno o più esperti della tematica trattata e, attraverso uno scambio, anche con il pubblico, vuole dare degli spunti di riflessione sull’attualità e più in generale sui grandi temi dei giorni nostri.
Con questo incontro si parlerà di Tunisia, tema, purtroppo, di stretta attualità dopo l'ultimo attentao ISIS: un Paese in fase di trasfromazione, con una Costituzione, che sta andando in direzione della laicità. Parleremo ancora delle donne, della rivolzione che ha dato vita al cambiamento e di cosa chiede la popolazione.
IL
LIBRO:
La Tunisia è
certamente il paese più presente nelle testimonianze raccolte dalle
due autrici. Anzitutto perché patria di Mohamed Bouazizi,
l’ambulante che si diede fuoco dopo l’ennesima multa subita per
il suo carretto di frutta e verdura. L’importanza che il suo gesto
ha avuto per la deflagrazione delle rivolte in Nord Africa (e poi in
Medio Oriente) emerge anche dalle parole di sua madre, che ritirando
la denuncia nei confronti dell’agente municipale accusata di aver
schiaffeggiato Bouazizi, «si è riconosciuta l’autorevolezza
necessaria di una decisione in proprio e scivolando alle spalle di
un sistema giudiziario, che sentiva improntato più alla vendetta
che alla giustizia, ha spiazzato l’intero sistema opinionistico e
di informazione mondiale»: «Rivedo Mohamed ogni giorno, negli
occhi di tutti i tunisini che incontro. La loro e la mia libertà
sono più importanti di ogni altra cosa. Questo è il vero riscatto
per la vita di mio figlio!». Sempre in Tunisia, sono ancora ben
impresse nella memoria le immagini delle donne e degli uomini in
coda ai seggi per le prime elezioni libere dopo Ben Ali. L’assemblea
costituente eletta ha provato in due occasioni a inserire nel nuovo
testo costituzionale limitazioni alla libertà delle donne, ma in
entrambi i casi le proteste, ad esempio il 13 agosto 2012, in quello
che in Tunisia è il giorno della donna (in ricordo
dell’approvazione, nel 1956, della Convenzione per l’eliminazione
delle discriminazioni contro le donne), hanno ottenuto il loro
obiettivo: «Le donne non hanno detto la loro ultima parola –
scriveva in quei giorni Nadia Chaabane, attivista e componente
dell’assemblea costituente – e se qualcuno pensa il contrario si
sbaglia di grosso».
LE
AUTRICI: