Da
quando Papa Francesco, in occasione della Santa Messa, ha ricordato
la Storia del XX secolo, affermando che per il popolo armeno si deve
parlare di genocidio, si sono scatenate le polemiche e la diplomazia.
Durante la celebrazione il Pontefice ha detto: “ Anche oggi
avvengono genocidi come quello contro gli armeni...La nostra umanità
ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima,
quella che generalmente viene considerata come 'il primo genocidio
del XX secolo; essa ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione
cristiana, insieme ai siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai
caldei e ai greci” e , a questa dichiarazione, si è poi aggiunta
la voce del portavoce della sala stampa vaticana, Padre Lombardi, che
ha voluto sottolineare che Papa Francesco: “ha fatto riferimento
alla dichiarazione comune di Giovanni Paolo II e Karekin, cioè ha
usato il termine genocidio mettendosi in continuità con un uso già
compiuto di quella parola, ha sottolinenato la contestualizzazione
storica, ricordando che era uno di tante altre cose orribili successe
nel secolo scorso e che stanno succedendo ancora”.
Importante
ricordare che, proprio in questi giorni, il Parlamento europeo abbia
approvato una risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni e
che sia stata istituita una giornata europea del suo ricordo.
Il
Presidente turco, Yayyp Recep Erdogan, risponde a tutto questo
ignorando la risoluzione europea e affermando che dietro ad essa ci
siano “fanatismo culturale e religioso”, nonostante la Turchia
sia, dal 2005, in negoziato per l'adesione all'Unione europea.
Ma noi
preferiamo parlarvi della ricca e profonda cultura armena e lo
facciamo segnalandovi le fiabe di Hovhannes Tumanian.
Tumanian
nasce alla fine dell'800 nella famiglia di un sacerdote; tutta la sua
opera è legata al folklore armeno dal quale ha attinto temi e
personaggi che si possono paragonare a quelli delle favole e delle
fiabe europee (Nazar ricorda Don
Chichotte, Il re macina
assomiglia a Il gatto con
gli stivali). Ma la
produzione letteraria di Tumanian è molto vasta: ha scritto saggi,
poesie, racconti, ballate. E' stato impegnato sempre nel sociale e il
suo è stato un apporto fondamentale nell'aiuto ai sopravvissuti al
genocidio.
La
raccolta italiana (con testo a fronte) delle sue fiabe si intitola
“Nazar il prode”, dal titolo della fiaba più famosa, ed è a
cura della Sinnos editrice per la collana Zefiro. I personaggi , come
sempre avviene nelle fiabe, ricalcano valori e tipi umani: il ricco e
il povero, l'umile e il potente, il coraggio e la viltà, la saggezza
e l'ingenuità. Le storie, le avventure e le esperienze riportano ad
una cultura antica e genuina. I testi sono arricchiti dalle
coloratissime illustrazioni degli alunni del Centro di Educazione
Artistica della città di Erevan, capitale dell'Armenia.
La
cultura (l'arte, la letteratura, la musica) è parte integrante
dell'identità armena, identità che si basa principalmente sulla
religione e sull'alfabeto. Ecco l'importanza dei riferimenti continui
alla fede cristiana e alla lingua, scritta e parlata. In appendice al
testo è possibile trovare alcune informazioni interessanti sulla
cultura e sulle tradizioni di questo piccolo-grande Paese.