Il
Presidente, Giorgio Napolitano, la Corte costituzionale e la Corte
europea dei diritti dell'Uomo avevano più volte sollecitato il
governo italiano a rafforzare misure, anche alternative al carcere,
per risolvere il problema del sovraffollamento negli istituti
penitenziari, nel rispetto della sicurezza sociale.
Mauro Scrobogna La Presse |
Il
decreto sulle carceri, innanzitutto, prevede la nascita del “Garante
nazionale dei diritti dei detenuti”, senza alcun onere per la
finanza pubblica.
Viene,
poi, incentivata la scarcerazione anticipata. In questo caso, ha
affermato il Ministro Cancellieri, resta ferma e fondamentale la
decisione del giudice: non si tratta di una scarcerazione “di
massa” e automatica, ma viene spalmata nel tempo e comunque è
sottoposta alla valutazione del giudice che deve verificare il
corretto comportamento dei detenuti. La Cancellieri ha, inoltre,
voluto sottolineare che non si parla di “indulti o indultini perchè
non c'è nulla di automatico e tutto viene affidato al giudice il
quale prevede, se lo ritiene, l'uscita agevolata”. La riforma della
custodia cautelare è, invece, al vaglio del Parlamento.
Nasce il
reato di spaccio lieve e viene inserita un'altra nuova misura: l'uso
del braccialetto elettronico per i piccoli spacciatori di sostanze
stupefacenti. I soggetti tossicodipendenti potranno essere affidati
a comunità di recupero e agli organismi di assistenza sociale per
ottenere le cure di cui necessitano. L'uso del braccialetto
elettronico riguarda i casi di detenzione domiciliare e garantisce,
secondo le parole dei ministri, “ il mantenimento di adeguati
standard di controllo istituzionale sui detenuti”.
In tema
di detenzione ed espulsione degli stranieri il Guardiasigilli ha
dichiarato: “Sarà più facile l'espulsione dei detenuti
stranieri”: il ddl prevede , infatti, l'anticipazione delle
procedure di identificazione al momento dell'arresto. Tale
anticipazione dovrebbe avvenire grazie ad un'amministrazioone
congiunta tra Ministero dell'Interno, Ministero di Giustizia e
consolati e questo eviterebbe il transito degli stranieri verso i
CIE. Una volta espiata la pena, i detenuti stranieri dovrebbero
essere espulsi anche se le espulsioni saranno disposte in base alle
risorse disponibili e secondo la decisione di un magistrato di
sorveglianza.
Per
quanto riguarda, infine, la giustizia civile, le procedure saranno
più veloci. In caso di cause semplici, il giudice potrà passare a
una riduzione del processo da tre a un anno, avvalendosi anche delle
consulenze tecniche: questo può risultare utile, ad esempio, nei
contenziosi per gli incidenti stradali.
Il
Premier Letta, al termine della lettura del testo, ha voluto ribadire
che dalle misure sulle carceri “non ci sono in nessun modo elementi
di pericolosità per i cittadini”.