martedì 10 dicembre 2013

I diritti (negati) ai bambini rom e sinti


Oggi, in occasione della giornata mondiale dei diritti umani, pensiamo che sia importante parlare dei rom e dei sinti, comunità che, troppo spesso e più di altre, sono vittime di discriminazioni e di stereotipi negativi. E ne parliamo facendo riferimento al rapporto intitolato “Mia madre era rom” stilato dall'Associazione 21 luglio in cui si è analizzato il fenomeno delle adozioni dei minori rom nella Regione Lazio e, soprattutto, nella capitale dove i rom e i loro figli vivono in gravi condizioni igieniche e abitative, condizioni che sono la conseguenza delle politiche (e di una mentalità) orientate all'esclusione sociale.
Secondo il rapporto, un bambino rom ha 40 probabilità, rispetto ad un suo coetaneo “gagi”, di essere dichiarato adottabile e, quindi, di essere allontanato dalla propria famiglia d'origine. Perchè? Perchè i giudici, i Pubblici Ministeri, gli assistenti sociali spesso imputano - per mancanza di conoscenze e per pregiudizi radicati - alla stessa cultura rom (o sinti) e alla volontà dei genitori, il degrado ambientale e culturale in cui vivono bambini e adolescenti.
In quest'ottica risulta semplice far adottare un minore rom ad una famiglia non rom per ripristinare, forzatamente, i diritti del minore stesso, ma l'Associazione 21 luglio fotografa, con le seguenti parole, questa modalità di intervento da parte delle istituzioni: “Segregando i rom su base etnica nei cosiddetti 'campi nomadi'...le istituzioni locali prima condannano le comunità rom a vivere in situazioni di totale degrado e all'esclusione sociale, lavorativa e abitativa. E poi sottraggono loro i propri figli per proteggerli dal rischio di vivere in quel contesto inadeguato alla fruizione dei diritti dell'infanzia che gli stessi amministratori hanno creato”.
Ricordiamo, inoltre, che secondo una stima recente, in Italia sono presenti circa 170 mila rom e sinti: solo 35 mila vivono in insediamenti formali e informali; più della metà hanno la cittadinanza italiana e un lavoro; molti ancora, provenendo dalla Romania e dalla Bulgaria, sono cittadini comunitari. Nonostante questi dati, in base anche a molti studi di monitoraggio sull'uso dei termini e degli aggettivi da parte degli organi di informazione (ma anche nell'uso comune) le parole “zingaro” o “rom” sono ancora associate a opinioni dispregiative.

Per approfondire questi e altri temi, vi segnaliamo il seguente evento:

CONTAINER 158

Mercoledì 11 dicembre alle ore 20, presso l’Auditorium San Fedele di Milano – via Hoepli 3/b.

L’evento è organizzato da Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e Zalab.

L’evento, che sarà introdotto e moderato dal
giornalista Gad Lerner, prevede la proiezione in prima italiana di “Container 158”, il film documentario di Stefano Liberti e Enrico Parenti che racconta la vita nel campo rom più grande d’Europa. A seguire una Tavola rotonda dal titolo “Figli dei campi: habitat marginali e diritti rubati” alla quale parteciperà l’Assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale del Comune di Milano Marco Granelli e rappresentanti delle associazioni.
Nel corso della serata l’Associazione 21 luglio presenterà il nuovo rapporto “
Figli dei campi” sulla condizione dell’infanzia rom negli insediamenti formali e informali in Italia.