"...Non si potrà avere un globo pulito se gli uomini sporchi restano impuniti. E' un ideale che agli scettici potrà sembrare utopico, ma è su ideali come questo che la civiltà umana ha finora progredito (per quello che poteva). Morte le ideologie che hanno funestato il Novecento, la realizzazione di una giustizia più giusta distribuita agli abitanti di questa Terra è un sogno al quale vale la pena dedicare il nostro stato di veglia".
venerdì 18 settembre 2015
Un primo passo verso l'abbattimento del muro dell'acqua
di Barbara Spinelli
Barbara Spinelli (Gue/Ngl) esprime la più viva soddisfazione per il voto del Parlamento europeo in favore del rapporto di iniziativa presentato l’8 settembre dalla collega irlandese Lynn Boylan (Sinn Fein) in seguito all’Iniziativa di cittadinanza europea L’acqua è un diritto (Right2Water).
“Gli eurodeputati si sono pronunciati a grande maggioranza perché l’accesso all’acqua venga considerato un diritto umano. In nome della società civile, è stato chiesto alla Commissione europea di guardare all’acqua come a una risorsa vitale e necessaria per la dignità, un bene esente da accordi commerciali e regole di mercato. Questo implica che l’acqua dovrà essere esclusa dal Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) e dal Trade In Service Agreement (TISA).
«Affermare che l’acqua non è una merce, “non è un prodotto di scambio, ma un bene pubblico essenziale per la vita e la dignità umana”, come si legge nella risoluzione, significa fermare la spinta alla privatizzazione impressa agli Stati membri dalle politiche della troika. L’enorme mobilitazione promossa dal movimento europeo mostra che i cittadini possono prendere la parola e spingere le istituzioni a decidere sull’inappropriabilità dei beni comuni.
«Secondo la risoluzione, inoltre, la Commissione “non dovrebbe in nessun caso promuovere la privatizzazione delle aziende idriche nel quadro di un programma di aggiustamento economico o nell’ambito di qualsiasi altra procedura in materia di coordinamento della strategia economica dell’UE”. Si tratta di una vittoria della democrazia in tutta l’Unione, dove nel 2013 vennero raccolte 1 milione 884.790 firme, e in Italia, dove nel 2011 oltre 27 milioni di persone votarono al referendum per l’acqua pubblica.
«Esprimo soddisfazione anche per l’invito rivolto a Stati membri e Commissione a “ripensare e rifondare la gestione della politica idrica sulla base di una partecipazione attiva, intesa come trasparenza e apertura al processo decisionale dei cittadini”. Quella sull’acqua è stata la prima ICE discussa e approvata dal Parlamento europeo, promossa in seguito alla partecipazione attiva dei cittadini europei.
«Certamente non si tratta di una battaglia conclusa, e non solo perché la parola sta ora alla Commissione. La risoluzione si rifà all’affermazione dell’Onu circa l’accessibilità economica dell’acqua, ma studiosi come Riccardo Petrella sostengono giustamente che i costi dell’acqua - bene comune - dovrebbero esser coperti dalla fiscalità generale, non da prezzi chiesti ai consumatori. Ma è stato segnato un passo di grande importanza su una strada che dovrà continuare, e giungere sino a quello che il prof. Petrella chiama l’abbattimento del Muro dell’acqua».
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