venerdì 19 giugno 2015

Quando le infezioni comuni sono scambiate per scabbia


 

L'Associazione per i Diritti Umani ha rivolto alcune domande alla Dott.ssa Rosamaria Vitale, chirurgo, psicologa, volontaria sulle navi di Mare Nostrum e da anni collaboratrice di Medici Volontari Italiani. Si è presa cura dei migranti siriani ed eritrei che hanno stanziato alla stazione Centrale di Milano.

 

Ringraziamo moltissimo la dottoressa per le precisazioni.

 
 

Qual è la situazione attuale e quali gli interventi sanitari che avete offerto ai migranti?

 

La situazione dei migranti non è cambiata rispetto ad un anno fa: noi abbiamo iniziato a lavorare con i siriani che, nella maggior parte dei casi, hanno solo malattie da raffreddamento o scottature, malattie comuni e ben curabili, nell’ottobre 2013.

Con gli eritrei abbiamo attivato l’ambulatorio mobile  a maggio del 2014; andando direttamente sui Bastioni Di Porta Venezia. Essi presentano molte patologie che riguardano la cute,  per cui nei primi mesi in cui mi sono occupata di loro ho dovuto molto spesso accompagnarli  al dipartimento di Dermatologia del Policlinico dove venivano fatte tutte le analisi necessarie per distinguere tra i casi di scabbia e i casi di impetigine. La scabbia è causata da un acaro e l’impetigine da batteri di vari tipi.

 

Da quali fattori sono causati queste malattie?



Le infezioni cutanee, le impetigini,  sono causate da molti fattori. Innanzitutto dai faticosissimi viaggi che loro devono compiere: Eritrea, Sudan, Libia, Italia. Già nei campi profughi la situazione è terribile (pochissimo cibo, una scodella di riso, una volta al giorno). Poi, già  così debilitati, affrontano il viaggio nel deserto, arrivano in Libia dove sono tenuti in capannoni fatiscenti, ammucchiati uno accanto all’altro.  Ed infine il viaggio in mare, su battelli stracolmi dove devono rimanere seduti nelle stessa posizione per giorni interi, immersi fino alla vita nell’acqua salata. Ed anche dopo lo sbarco, non hanno né abiti né biancheria con cui cambiarsi, portano gli stessi pantaloni e magliette per mesi e mesi. Così nascono le infezioni .

La scabbia, invece, è causata da un animaletto che si incunea attraverso alcune zone precise del corpo (tra le dita delle mano, nell'incavo delle ascelle, tra le dita dei piedi ). Si può vedere il percorso dell’acaro sotto pelle.

Il giorno precedente a quello in cui la ASL ha messo il suo presidio medico alla stazione Centrale, avevo visto 49 eritrei: 3 di loro avevano la scabbia, 35 l'impetigine e gli altri il mal di gola e dolori vari. Dal rapporto rilasciato dalla  Asl nel giorno successivo emerge esattamente il contrario. Nello stesso giorno  un ragazzo si presentato al presidio medico della  Asl dicendo : “Ho la malaria”. Per quanto improbabile, dopo la visita medica , visto che comunque aveva la febbre, lo abbiamo lo inviato ad un Pronto Soccorso, dove gli è stata diagnosticata una polmonite.  Purtroppo, però, sui giornali è stato scritto: sospetta malaria.
E da lì sono partite tutte le fantasie sulle epidemie incombenti di scabbia e malaria.


 

Come si fa a diagnosticare la scabbia?

 

In teoria si dovrebbero fare degli esami approfonditi, ma in pratica è molto facile da diagnosticare  perché ha dei sintomi e segni ben precisi. Il prurito, le zone in cui si manifesta, ed i percorsi dell’acaro. La scabbia non si prende stando vicino alla persona, ma si contrae se si dorme nello stesso letto, se ci si scambiano  i vestiti, ci si siede sulla stesso sedile di stoffa.

E’ importante isolare i 4 o 5 casi accertati e curarli senza infondere la paura e condannare l'intero gruppo di migranti.

L’accoglienza è stata spostata ora lateralmente alla Stazione Centrale, In Piazza Duca d’Aosta 23. Da lì i migranti in arrivo saranno smistati nei vari centri. Ora i posti letto nei dormitori sono passati da 800 a 1500 e si spera che possano essere accolti tutti. In questo modo è probabile che possano a quel punto usufruire anche dei servizi igienici e delle docce, in modo da evitare il contagio anche tra di loro.