sabato 9 marzo 2013

La quarta via. Mogadiscio, Italia: un documentario sul post-colonialismo – E l'intervista a Kaha Mohamed Aden, l'autrice del testo autobiografico da cui è tratto il film

Kaha Mohamed Aden, scrittrice e mediatrice culturale, è nata a Mogadiscio e, dal 1987, risiede in Italia. Da Pavia, città in cui vive, ricostruisce la sua storia, partendo dal proprio immaginario in cui la capitale della Somalia è divisa in cinque vie che corrispondono a diversi periodi storici. La quarta via, in particolare, è quella che si riferisce all'attuale guerra civile.
Il documentario, attraverso la vicenda personale della scrittrice, si fa universale nel momento in cui ricorda un pezzo di Storia recente che coinvolge, direttamente, anche l'Italia. Un filo diretto tra Passato e Presente per costruire un ponte, un nuovo Futuro tra Paesi che sono, in fondo, lontani e, allo stesso tempo, vicini. 

 

Abbiamo rivolto alcune domande a Kaha Mohamed Aden


Il documentario inizia con una sua frase in cui dice: " E' molto difficile per me raccontare Mogadiscio". Perchè?

E’ difficile raccontare una storia il cui contesto è stato spazzato via.
Per esempio con questa guerra clanica, fratricida, non è scomparsa soltanto una città, ma sono cambiati i costumi, i modi di dirimere i conflitti, il modo di affrontare il sacro: sostanzialmente tutto il mio mondo di riferimento è stato cancellato, come se non fosse mai esistito. Inoltre i somali, quelli che non sono stati “rapiti” dal delirio della guerra dei clan, sono intenti a garantirsi un minimo di sicurezza e un tetto sulla testa; il mondo non se ne è nemmeno accorto della tragedia della pulizia clanica e delle sue conseguenze. Infine i vincitori di questa guerra non sono interessati a svelare la storia delle nefandezze che hanno compiuto. E io che non sono contenta di questo stato di cose, e per fortuna non sono la sola, mi arrabatto a raccontare, con difficoltà sì, come i somali sono stati capaci nel passato di gestirsi in una convivenza complessa e dignitosa e quindi possono farlo in futuro.

Interessante la scelta di raccontare anche attraverso segni grafici: delle linee tracciate sulla carta. Cosa rappresentano?

Le linee sono un tentativo di rendere visibile almeno quattro delle mille dimensioni che abitavano la città di Mogadiscio. Ogni linea è diversa dalle altre e corrisponde ad un modo di essere, un pensiero, una via, una visione del mondo di chi ha governato oppure dominato la città in un determinato periodo. Vorrei sottolineare che le prime tre vie le sento morbide, porose, una accanto all’altra, in netto contrasto col pensiero semplice e lineare che ha dominato l’intero paese questi ultimi 23 anni di guerra clanica.
Non vorrei essere fraintesa: quando ho lasciato il mio paese eravamo in pieno regime dittatoriale, corrispondente alla fine della terza via, e mio padre come oppositore politico era in isolamento nel carcere speciale di Labatan Girow, per cui lontano da me sostenere che prima della guerra interna tutto era rose e fiori. Ma, quello che è successo con la cacciata del dittatore mi ha sorpreso con dolore.

Cosa significa, per lei, "colonialismo"?

Il colonialismo per me significa niente di diverso da quello che spero condiviso da tutti, ossia tutto il male possibile. E’ soggiogare, massacrare, usurpare una popolazione di tutto quello che ha e utilizzare la deumanizzazione di questi ultimi per giustificare le pratiche del dominio.

Qual è il collegamento tra il colonialismo di ieri e l'attualità?
E quanto è importante, quindi, la Memoria del passato ?

Il collegamento tra l’attualità e il colonialismo è una tematica aperta e complessa dove naturalmente gli studiosi postcoloniali si stanno tuttora interrogando. I disastri commessi dal colonialismo, dai danni e benefici economici all’alienazione culturale, si propagano tuttora sia all’interno dei paesi colonizzati che nei paesi colonizzatori. A proposito della memoria, quella che caratterizza il caso Italiano è la quasi totale rimozione e la difficoltà di misurarsi con la propria storia coloniale, quasi che non si volesse riconoscere, nemmeno nel passato, che un governo italiano abbia commesso atti e politiche di sopraffazione.
L’11 agosto del 2012 ad Affile provincia di Roma si è costruito un mausoleo per il gerarca Graziani e a questo proposito mi piace dirla con i Wu Ming 2 che hanno scritto un bel articolo su questo tema: “Quei mattoni dozzinali, la scritta “Patria e Onore” sul frontone, sembrano voler dire: “Magari ci fosse ancora qualcuno che può impunemente tirare il gas sugli africani! Quanto ci farebbe comodo uno così”

Qual è la "quarta via"?

La quarta via è la via in cui i capi della USC (United Somali Congress), l’organizzazione che ha cacciato il dittatore per conquistare l’intero Stato e distruggere qualunque altra alternativa, sono riuscite a commutare l’odio nei confronti della dittatura in un odio verso il clan in cui è nato Siad Barre e dato il via alla pulizia clanica. I capi di questa organizzazione sono stati molto abili nel rendere complice la gente comune, organizzandoli e fomentandoli a commettere assassini contro civili solo perché appartenenti al clan del dittatore. Non è la prima volta che vengono massacrati dei civili: Siad Barre, usando l’aeronautica militare somala, ha bombardato la città di Hargeysa e massacrato i suoi abitanti che tra l’altro erano quasi tutti appartenenti ad un solo clan. Ma nel caso della Quarta Via i massacratori non erano i militari ma il vicino di casa. Questa guerra clanica che dura da 23 anni ha incastrato noi somali nelle appartenenze identitarie, famigliari, che a me stanno stretti. La Quarta Via è anche un modo per segnare che la storia somala non si blocca qui come piacerebbe ai signori della guerra. C’era un passato e sopratutto ci sarà un futuro pieno di speranze che il documentario lo chiama la Quinta Via.
Al di là della metafora: che Mogadiscio e tutta la Somalia si animi di mille vie!!!
Amen!


La Quarta Via un documentario
Tratto da un omonimo racconto orale di Kaha Mohamed Aden
Scritto da Kaha Mohamed Aden e Simone Brioni.
La regia è di Simone Brioni, Graziano Chiscuzzu, Ermanno Guida
Prodotta da "Redigital e cinquesei"