Come
ogni anno torna la mostra del World Press Photo, in contemporanea a
Roma e a Milano.
Più di
5000 fotografi, provenienti da 131 Paesi, hanno partecipato al
prestigioso concorso che si dipana in otto categorie: ritratti,
natura, sport, attualità, vita quotidiana, lavoro, notizie spot e
generali.
L'attualità
sempre in primo piano come dimostra la fotografia di Massimo Sestini
(vincitore del secondo premio della categoria “News”) che ritrae
un salvataggio di migranti stipati su un barcone nel Mediterraneo.
Entriamo, poi, nella vita misera e nella cucina di un'abitazione
sventrata in Ucraina; mentre la svedese Asia Sjostrom, con una sola
immagine, ci racconta la storia di Igor e Arthur, due fratellini
gemelli che fanno parte dei tanti “orfani bianchi”, in Moldavia,
bambini che cercando di sopravvivere senza i genitori, forse emigrati
in cerca di un lavoro.
Le
persone, i colori, le luci colpiscono il cuore ed emozionano mentre
guardiamo, sconcertati, i tragici effetti della diffusione dell'ebola
in Africa, o le divise delle giovani studentesse rapite in Nigeria da
Boko Haram.
In pochi
casi lo spettatore può tirare un sospiro di sollievo, osservando le
immagini di una Natura potente e straordinaria, ma la realtà –
spesso creata e voluta dagli Uomini – è sempre lì a ricordarci la
nostra finitezza e i nostri errori.
La
fotografia vincitrice dell'edizione 2015 del World Press Photo pone
al centro della riflessione l'omofobia in Russia (e non solo):
l'autore danese, Mads Nissen, usando in maniera delicata e sapiente
la penombra, accarezza due giovani uomini, Jon e Alex, in un momento
di intimità, a San Pietroburgo. Questa immagini fa parte di un
progetto più ampio di Nissen, scattato per Scanpix, un progetto
importante perchè, in Russia come in molte altre aree del mondo, le
minoranze sessuali affrontano una profonda discriminazione sociale e
legale, molestie e perfino violenti attacchi di fanatici religiosi o
nazionalisti. Il presidente della giuria del Premio (in questo caso
si parla della categoaria “Vita contemporanea) e direttore della
fotografia del New York Times ha dichiarato: “E' un momento storico
per la fotografia...l'immagine vincitrice deve avere un'estetica,
essere di impatto e avere il potenziale per diventare un'icona.
Questa foto è esteticamente potente e possiede
umanità”...quell'umanità che dobbiamo rimettere al centro dei
nostri comportamenti e delle nostre scelte.
World
Press Photo
a Milano
Galleria
Sozzani
Corso
Como, 10